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La Repubblica Rassegna Stampa
13.07.2022 Oleksandr Honcharenko: 'Se l’Occidente ci aiuta Kramatorsk resterà libera'
Intervista di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 13 luglio 2022
Pagina: 13
Autore: Paolo Brera
Titolo: «'Se l’Occidente ci aiuta Kramatorsk resterà libera'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/07/2022, a pag. 13, con il titolo 'Se l’Occidente ci aiuta Kramatorsk resterà libera' l'intervista di Paolo Brera.

Oleksandr Honcharenko: “Se l'Occidente ci aiuta Kramatorsk resterà libera”  - la Repubblica
Oleksandr Honcharenko

«Resta vivo». Ci si saluta così, a Kramatorsk. Il sindaco Oleksandr Honcharenko è asserragliato con il suo staff.

Gli allarmi risuonano continuamente. I boati tolgono il sonno, il bagliore delle esplosioni illumina la notte. I russi stanno costruendo una tenaglia sulla città? «Non riusciranno a chiuderla. Torni nel 2025, sarò ancora sindaco».

I suoi concittadini sono meno ottimisti. Dicono che è spacciata. «Li tranquillizzi, ho l’arma segreta… Mi lasci sorridere. Il nostro esercito ha fermato i russi a Severodonetsk e Lysychansk per 4 mesi, si è ritirato solo quando la pressione era insostenibile. Con le armi che aspettiamo non ci conquisteranno».

Ma le armi sono arrivate ... «Servono cento Himars, a quanto ne so ne abbiamo 8 o 9. E i russi hanno dieci soldati per ogni ucraino».

La gente del Donbass dice che gli ucraini li odiano e Kiev li ha traditi. Vi sentite abbandonati? «Ma niente affatto! Ci sentiamo abbandonati dall’Occidente, semmai».

A Chasiv Yar sono stati estratti 43 corpi dalle macerie: molti erano soldati in un palazzo civile... «Non commento, è un’altra città».

Anche nell’hotel Industria di Kramatorsk, chiuso e occupato dai soldati sono morti due civili. Perché non imponete che i militari si accampino fuori? «Se la logica è questa, anche i supermercati sono a rischio: dovremmo impedirgli di fare la spesa? Ci sono sempre mezzi militari posteggiati davanti: forse per questo diventa un obiettivo legittimo?».

Perché non vengono imposte regole che proteggano i civili? «A Kramatorsk i russi hanno colpito una stazione ferroviaria con 4mila profughi in partenza. Ci uccidono a prescindere. Hanno colpito la nostra scuola: che obiettivo è una scuola?».

Sono chiuse da febbraio. Molte sono usate dai soldati. «Non c’era nulla di militare. A 200 metri c’è una caserma di polizia. Hanno sbagliato mira? Non è comunque un obiettivo legittimo».

La gente dice: “Ci prendono tra due fuochi”. Ha paura. «La guerra dovrebbe essere tenuta fuori, ma servono armi a lunga gittata e molti più Himars e munizioni». Chiedete di evacuare in massa? «L’inverno sarà duro. Non avremo riscaldamento a gas e si geleranno i tubi dell’acqua corrente. L’elettricità andrà in sovraccarico e sarà a singhiozzo. Meno gente resta e più sarà facile difendere la città. Avremo meno morti e meno pressione sui soccorsi. Eravamo 220mila, ora siamo ancora 68mila: il 30%».


Zelensky, un eroe

Tagliate servizi e utenze per convincerli a partire? «È la guerra che li taglia. Ma c’è chi non va via comunque: otto anni fa i filorussi ci occuparono per un breve periodo, ma rimasero in 30mila. C’erano bombardamenti ogni giorno, nessun negozio aperto, i bancomat fuori servizio, niente acqua corrente, la luce instabile… Rimase il 15%. A Lysycjansk tutti sapevano cos’era successo a Severodonetsk, ma in diecimila sono rimasti: il 10%.

I russi avanzano rapidamente? «Negli ultimi mesi si sono avvicinati a Sloviansk di tre o quattro chilometri, nell’ultimo mese non hanno guadagnato un metro. Si stanno concentrando verso Bakhmut».

Ha la lampada di Aladino: i suoi tre desideri? «Cento Himars, mille pezzi d’artiglieria e 500 carri armati. Ma mi basta un solo desiderio: che muoia Putin».

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