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La Repubblica Rassegna Stampa
07.07.2022 Ucraina: i russi fanno della centrale nucleare una base militare
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 07 luglio 2022
Pagina: 10
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «L’azzardo dei russi a Zaporizhzhia, la centrale diventa base militare»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/07/2022, a pag. 10, con il titolo "L’azzardo dei russi a Zaporizhzhia, la centrale diventa base militare" l'analisi di Daniele Raineri.

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

M142 Himars - Wikipedia

Le truppe russe hanno trasformato la centrale nucleare vicino a Zaporizhzhia nel sud dell’Ucraina, la più grande d’Europa, in una base militare vicino alla linea del fronte e ne tengono in ostaggio alcuni lavoratori – e molti osservatori internazionali sono preoccupati dalla mancanza di garanzie di sicurezza. Circa cinquecento soldati hanno piazzato batterie di artiglieria pesante, lanciarazzi mobili e mezzi corazzati all’interno dell’impianto e hanno anche minato la sponda del fiume dal quale i sei reattori attingono l’acqua per il raffreddamento. Di fatto la centrale è diventata la guarnigione russa che puntella l’intero fronte sud della guerra, a soltanto cinque chilometri dalle posizioni dei soldati ucraini che non possono sparare per non rischiare un incidente atomico – basta il ricordo di quello di Chernobyl, avvenuto nel 1986 nel nord del Paese. Mentre tutto attorno le basi russe finiscono sotto il fuoco delle batterie di artiglieria e dei lanciarazzi Himars mandati agli ucraini dai governi occidentali, la centrale nucleare è intoccata. La militarizzazione di un impianto è un fatto che non era mai successo nella storia del settore nucleare – regolato da una fitta trama di norme e di controlli internazionali. La settimana scorsa i sensori e le telecamere che trasmettono in continuazione le rilevazioni più importanti al quartier generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica di Vienna si sono spenti per tre giorni – ed è la seconda volta che succede da quando i russi hanno catturato l’impianto otto giorni dopo l’inizio dell’invasione. Quelle misurazioni servono a confermare che nella centrale tutto procede come dovrebbe e quando si interrompono è un cattivo segno. «Non si rendono conto di cosa potrebbe succedere per colpa di quello che stanno facendo», dice la moglie di uno dei lavoratori dell’impianto al Wall Street Journal, che ha parlato con fonti locali.

Ukraine war: What Severodonetsk's fall means for the conflict - BBC News

A febbraio e marzo i soldati russi avevano scelto di passare, per andare dal confine bielorusso verso la capitale Kiev, anche attraverso l’area contaminata attorno alla centrale nucleare di Chernobyl e avevano violato ogni elementare misura di sicurezza – alcuni avevano spostato scorie metalliche radioattive a mani nude e se le erano persino portate via. Non avevano dato l’idea di rendersi conto del tutto di quello che stavano facendo nel mezzo di una zona pericolosa. L’Aiea ha dichiarato che le condizioni dentro alla centrale violano i cosiddetti sette pilastri della sicurezza, a cominciare dall’arrivo regolare di pezzi di ricambio fino all’integrità delle strutture e la tranquillità dei tecnici. Che succede, per esempio, se una delle mine esplode e danneggia i filtri dei condotti di aspirazione dell’acqua di raffreddamento? A maggio il direttore dell’agenzia, Raphael Grossi, ha detto che una delle preoccupazioni maggiori è la possibilità che una quantità di materiale nucleare sia rubata. «E’ il pensiero che ci tiene svegli la notte». I rapporti fra i soldati russi e gli undicimila lavoratori ucraini della centrale di Zaporizhzhia sono molto tesi. Un membro del centro per la Resistenza ucraina che preferisce non essere citato per nome, dice aRepubblica che anche quei lavoratori nella centrale sono stati addestrati nei mesi precedenti all’invasione a negare ogni forma di collaborazione con gli invasori. Come scriveva ieri la Pravda ucraina, i russi esasperati dalla mancanza di collaborazione da parte dei tecnici locali stanno facendo arrivare specialisti dalla Russia, che si stanno sistemando in alcuni alloggi dentro a un bunker sotto alla centrale. Il piano dei russi è staccare i reattori dalla griglia elettrica dell’Ucraina a partire da settembre e deviare la produzione, in modo da fornire energia elettrica soltanto ai territori occupati dai soldati russi e non più al resto del paese. Nel frattempo è il caos dentro l’impianto nucleare. I russi prendono in ostaggio i tecnici come se fosse una cosa di routine e li liberano soltanto in cambio del pagamento di un riscatto – piccole somme attorno ai mille dollari – e le informazioni sui negoziati corrono su alcune chat create dai familiari dei rapiti e tra i lavoratori per condividere le novità e raccogliere soldi. I colleghi dei sequestrati sono costretti ad allungare i turni per coprire i buchi. Al momento le persone in mano ai soldati russi nella centrale nucleare che aspettano di essere liberate sono quaranta (non succede soltanto dentro alla centrale: notizie di rapimenti in cambio di riscatti arrivano da tutti i territori occupati). Ieri i soldati hanno minacciato di svuotare le vasche di raffreddamento perché sospettavano che ci fossero delle armi nascoste, senza considerare i rischi per l’impianto, che necessita di un flusso costante di acqua filtrata per non far surriscaldare i reattori. I russi accusano i tecnici di essere spie e ci sono stati casi di arresti, di torture e di percosse. A maggio hanno ucciso un tecnico addetto alla manutenzione, Sergey Shvets di 53 anni, dopo averlo accusato di passare di nascosto informazioni ai militari ucraini.

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