L’islam comanda, Amazon ubbidisce Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 07 luglio 2022 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Doppia morale ad Amazon, autocensura nell’islam e censura in occidente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/07/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Doppia morale ad Amazon, autocensura nell’islam e censura in occidente'.
Giulio Meotti
Roma. Amazon ha deciso di limitare gli articoli e i risultati di ricerca relativi all’Lgbt sul suo portale negli Emirati Arabi Uniti dopo aver ricevuto pressioni dal governo emiratino, secondo i documenti dell’azienda visualizzati dal New York Times. L’omosessualità è criminalizzata negli Emirati, punibile con multe e reclusione. I termini di ricerca oscurati sono “lgbtq”, “orgoglio” e “gay”, mentre altri indicano ricerche intenzionali di prodotti, tra cui “bandiera transgender”, “spilla queer” e “custodia per iphone lgbtq”. Diversi titoli di libri specifici sono stati bloccati, tra cui “La mia esperienza lesbica con la solitudine” di Nagata Kabi e “Cattiva femminista” di Roxane Gay. “Come azienda, rimaniamo impegnati per la diversità, l’equità e l’inclusione e crediamo che i diritti delle persone LGBTQ+ debbano essere protetti”, ha dichiarato Nicole Pampe, una portavoce di Amazon.
“Ma dobbiamo anche rispettare le leggi e i regolamenti locali dei paesi in cui operiamo”. Giusto, i diritti non sono universali e dipendono dal fuso orario. E la censura ha la doppia morale. Il bestseller di Ryan Anderson “Quando Harry divenne Sally” critico dell’ideologia gender è stato eliminato da Amazon. Il libro critica le idee progressiste sul gender e in particolare sulle procedure di cambio di sesso nei bambini. Presidente dell’Ethics and Public Policy Center, Anderson nel 2018 aveva raggiunto il primo posto in ben due classifiche dei best seller di Amazon prima ancora che fosse pubblicato. Amazon è il principale rivenditore di libri d’America, con il 53 per cento di tutti i libri venduti negli Stati Uniti e l’80 per cento di tutti gli ebook. Un portavoce di Encounter Books, la casa editrice di New York che ha pubblicato il libro, ha rivelato al Wall Street Journal di essere stata informata dal suo distributore che il libro è stato rimosso per “violazione delle linee guida sui contenuti di Amazon”. Un portavoce di Amazon ha detto alla Catholic News Agency in una email: “Come venditore di libri, forniamo ai nostri clienti l’accesso a una varietà di punti di vista, compresi i libri che alcuni clienti possono trovare discutibili. Detto questo, ci riserviamo il diritto di non vendere certi contenuti come descritto nelle nostre linee guida sui contenuti dei libri. Tutti i rivenditori prendono decisioni sulla selezione che scelgono di offrire e noi non prendiamo le decisioni di selezione alla leggera”. Dunque Amazon ha fatto il passaggio da negozio a censore. “Non importa come lo dici, o quanto sia rigoroso il tuo ragionamento, o con quanta generosità lo presenti, importa solo se confermi o dissenti dalla nuova ortodossia dell’ideologia gender”, ha scritto su First Things Ryan Anderson. Va da sé che i dipendenti di Amazon abbiano lanciato una campagna per far rimuovere dal sito di vendite un altro libro critico del gender, “Irreversible Damage” di Abigail Shrier (elogiato anche dall’Economist), ma che a oggi non risulti alcuna campagna contro la censura negli Emirati. Se il regista americano Roland Emmerich ha tagliato una scena sulla distruzione della Mecca dal suo film “2012” (in compenso la fine del mondo distrugge il Vaticano) perché aveva paura di una fatwa, il gigante dello streaming Netflix si è autocensurato su uno show per gli abbonati in Arabia Saudita (ma non quello sul Gesù gay).
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