Una terribile analogia Il Messaggero crede che gli elettori israeliani votino per il candidato che uccide più palestinesi possibile
Testata: Il Messaggero Data: 29 gennaio 2003 Pagina: 13 Autore: Ezio Pasero Titolo: «Scontri nei Territori, sventata incursione in una colonia»
Il giornalista scrive: Quanti voti valgono sette morti palestinesi durante la giornata elettorale in Israele? E a favore di chi, visto che i tre di Gaza City sono probabilmente rimasti vittime dell’esplosione accidentale di un ordigno che loro stessi stavano preparando e che ha fatto anche undici feriti?
Ezio Pasero introduce l'articolo con una terribile analogia voto-morti, come se gli elettori dovessero votare per chi uccide più palestinesi. Un'assurdità giornalistica che non aiuta il lettore ad essere obiettivo. Per gli israeliani, infatti, il voto è espresso in termini di sicurezza e di difesa, non di morti palestinesi. E il fatto che l'ordigno esploso per sbaglio fosse indirizzato a dei civili israeliani non sembra scandalizzare il giornalista. Le vittime sono Mohammed Atel, guardia del corpo di un noto esponente di hamas, sua figlia Sabrin, di 15 anni, e suo figlio Mohammed, di 17.
Nomi e generalità che, se si trattasse di morti israeliani, non ci vengono mai forniti. La loro abitazione, che è andata completamente distrutta, sarebbe stata colpita secondo un portavoce di Hamas da un missile lanciato da un elicottero Apache. Se è un portavoce di Hamas, che è un’organizzazione terroristica, allora c’è da fidarsi..!
Ma nessuno dei testimoni palestinesi che osservavano i due elicotteri sorvolare a lungo la zona ha visto partire un missile. E i militari israeliani, i quali negano di aver sparato, sostengono invece che i tre stavano preparando un missile Kassam che gli è scoppiato tra le mani. Anche se non ci sono prove: la casa distrutta è stata circondata, gli abitanti arrestati, l’accesso al pronto soccorso dell’ospedale Shifa, dove sono stati portati i feriti, vietato a giornalisti e estranei. non si è capito: casa circondata da chi? E abitanti arrestati da chi? E per quale motivo? Perchè i palestinesi non permettono ai giornalisti di entrare e quindi di documentarsi su cosa succeda da quelle parti? L’episodio confermerebbe, secondo gli israeliani, se è una fonte israeliana, è obbligatorio metterla al condizionale. Purtroppo. che obbiettivo dell’intervento dei carri arimati che avevano fatto 13 morti nel centro di Gaza, la notte fra sabato e domenica scorsi, erano proprio le fabbriche di razzi. In realtà, i soldati israeliani avevano distrutto più di un centinaio di negozi che con razzi e esplosivi non avevano nulla a che fare.
La realtà era quella: bisognava distruggere le fabbriche di razzi, e i soldati ne hanno trovate almeno una cinquantina! Poco prima dell’esplosione, e sempre nella striscia di Gaza, ma più a sud, due militanti della Jihad islamica e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa
parliamo sempre di terroristi. sono stati uccisi dai soldati israeliani mentre cercavano di introdursi nell’insediamento colonico di Atsmona. Non certo per una sana passeggiata, visto che erano armati. E poi, trattandosi di terroristi, è facile capire le loro intenzioni, ma il giornalista fa finta di ignorarle. Secondo fonti militari, se lo riferiscono le fonti militari, il giornalista non se la sente di darlo per certo. Classico esempio di faziosità velata. i soldati hanno aperto il fuoco verso i due palestinesi armati e un terzo uomo, poi fuggito, che lanciavano contro di loro bottiglie incendiarie. Se i palestinesi erano armati e forniti di bottiglie incendiarie, allora i soldati come avrebbero dovuto rispondere? Infine, altri palestinesi, due secondo le fonti israeliane, ma quattro secondo quelle palestinesi, sono stati uccisi ieri mattina dai militari a Jenin, nel corso di una lunga perlustrazione effettuata con una ventina di carri armati, Il giornalista non ci specifica la natura di questa prelustrazione: come può un lettore sapere se si trattava di un’operazione anti-terrorismo se ciò non viene detto né sottinteso? che ha provocato violenti scontri a fuoco. Nel corso degli incidenti è stato ferito anche un fotografo palestinese dell’Agenzia France Presse, Seif Dahala. Ci sono stati anche due soldati israeliani feriti, ma su di loro nemmeno una virgola. Come mai? Forse non contano?
Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Messaggero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.