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La Stampa Rassegna Stampa
06.07.2022 Mosca all'assalto
Cronaca di Riccardo Coletti

Testata: La Stampa
Data: 06 luglio 2022
Pagina: 17
Autore: Riccardo Coletti
Titolo: «Mosca all'assalto di Sloviansk, civili in fuga dal Donbass»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/07/2022, a pag.17 con il titolo "Mosca all'assalto di Sloviansk, civili in fuga dal Donbass" la cronaca di Riccardo Coletti.

Kiev: i russi ammassano truppe e mezzi in direzione di Sloviansk

«Andatevene, lasciate la città». Vadim Lyakh ha il cellulare in mano mentre il mercato centrale di Sloviansk brucia ancora. Registra un video messaggio per i suoi concittadini. Lo fa mentre la sua auto, nera e blindata, ha il motore acceso. Due suoi concittadini sono coperti da un telo bianco poco più in là. Sono morti mentre stavano facendo la spesa. Un Grad, un missile a corto raggio russo, è caduto sul mercato centrale. Uno dei tanti bazar d'Ucraina. «I russi sono a 2 chilometri dalla cintura metropolitana - mormorano i soldati -. Hanno guadagnato altro terreno». Avanzare non basta, forse non è mai bastato durante la fase 2 dell'operazione militare speciale. Ad ogni avanzata di terra una selva di missili e pezzi d'artiglieria cade sulle città bersaglio. È toccato a Severdonetsk; a Lysychansk e ora è il turno di Sloviansk. I civili sono un problema per chi invade. Potenzialmente tutti spie, infiltrati, potenziali sabotatori. Qualche missile, un po' di acciaio d'artiglieria, morti e feriti e le fughe, le evacuazioni riprendono.

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Una città vuota si conquista più facilmente. Ogni uomo è il nemico e il nemico non merita pietà. La tattica funziona. «Oggi 144 persone hanno lasciato la città - dice il primo cittadino -. Otto erano bambini». Questo il numero ufficiale. Stando alla conta ufficiosa almeno in 300 hanno caricato l'auto di tutto ciò che entrava e sono partiti. Chi, poi, ha un piccolo furgone o un carrello da agganciare all'auto riesce anche a fuggire con gli elettrodomestici e qualche mobile. Chi non se ne va è il procuratore capo della città. Niente toga. È al mercato con giubbotto antiproiettile e casco. «Ora raccolgo prove sui crimini di guerra - spiega -. Sono qui per vedere con i miei occhi. Per chiedere alla polizia di raccogliere reperti e scattare foto». Alexandr Bakumenko è nato a Liman. «Dopo la laurea in legge sono tornato a vivere lì. Meno di un'ora di auto dal mio tribunale. Ora casa mia è in mano ai russi. Mi hanno tolto la mia amata dacia, ma non la voglia di lavorare». Da quando è iniziata la guerra ha aperto più di 100 fascicoli sui crimini di guerra. «Attacchi ai civili deliberati, programmati e studiati a tavolino. Tutto il mio lavoro finisce al tribunale speciale di Kiev e poi alle organizzazioni internazionali». Non calca mai la mano, pesa le parole come fa un uomo di legge. «Qui non abbiano notizie di stupri, di rapimenti. Qui attaccano obbiettivi civili e lascino a terra civili». Qui, a Sloviansk, la guerra per il Donetsk, quello che in Italia chiamano Donbass, è salita di livello. D'intensità. Proprio da Liman i russi sono scesi verso Sud ed hanno già guadato il Severskij Donec. Lo hanno superato con uomini e mezzi mente altre brigate puntavano su Sloviansk da Izium. Questa volta ci sono riusciti senza perdite, senza che i droni ucraini li vedessero e gli artiglieri di Zelensky li flagellassero. Passato il fiume e prese le alture i fanti di Putin e i ceceni di Kadyrov attendono solo l'ordine dal Cremlino: «Prendete la città». Sul fronte Sud le cose non vanno meglio. Mykolaiv è stata martoriata per l'ennesima volta. La città portuale a Sud di Odessa non conosce tregua dall'inizio della guerra. «Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico contro Mykolaiv e hanno continuato a bombardare le comunità nella regione. Gli occupanti hanno lanciato razzi contro la città. Soccorritori, medici, squadre di emergenza e operatori dei servizi pubblici sono già al lavoro», è la denuncia di Kiev senza precisare feriti o vittime. Ad enfatizzare l'attacco le Agenzia di stampa russe. «Nelle ultime 24 ore, armi ad alta precisione hanno colpito due posti di comando nelle aree dei villaggi di Zvanivka e Ivano-Darivka» nel Donbass «quattro depositi di munizioni, artiglieria e missili nel distretto di Krasne nell'oblast di Kharkiv», inoltre sono stati colpiti «equipaggiamenti militari delle formazioni armate ucraine in 18 distretti, compreso un punto di dispiegamento temporaneo di mercenari stranieri nell'area del villaggio di Lymany nella regione di Mykolaiv», le dichiarazioni di Sergei Shoigu, ministero della Difesa russo. Da giorni, ormai, Sergei Shoigu è l'uomo degli annunci. Stando a quanto scrive Ria Novosti Mosca ha realizzato due corridoi nel Mar Nero e nel Mar d'Azov per facilitare l'esportazione di grano. «Stiamo adottando una serie di misure per garantire la sicurezza della navigazione nelle acque del Mar Nero e del Mar d'Azov – ha detto il ministro -. Il pericolo di mine nelle acque del porto di Mariupol è stato completamente eliminato». Sempre nel Mar Nero la Marina Militare russa ha schierato altre tre navi da guerra e due sottomarini; il loro potenziale offensivo è di 30 missili da crociera Kalibr.

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