Testata: La Repubblica Data: 06 luglio 2022 Pagina: 2 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «La svolta Draghi-Erdogan ridisegna il Mediterraneo: 'Sui migranti Italia al limite'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/07/2022, a pag. 2, con il titolo "La svolta Draghi-Erdogan ridisegna il Mediterraneo: 'Sui migranti Italia al limite' ", il commento di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
Recep T. Erdogan - Mario Draghi
L’Italia e la Turchia sono due Paesi «partner, amici e alleati» che cercheranno di favorire un accordo sul grano che costituisca un «primo atto di concordia» tra Ucraina e Russia. E affronteranno insieme la sfida dell’immigrazione, convergeranno sulla stabilizzazione della Libia, irrobustiranno le relazioni in alcuni settori chiave. È ambiziosa la traiettoria comune tracciata ieri da Mario Draghi nel suo primo faccia a faccia con Recep Tayyip Erdogan dopo l’incidente di un anno fa, quando lo aveva definito un «dittatore». La riunione interministeriale Italia-Turchia è avvenuta in un clima di rinnovata concordia, ostentata sin dalla cerimonia bizantina che ha preceduto la conferenza stampa. I ministri che hanno accompagnato il premier – Cingolani, Di Maio, Lamorgese, Guerini, Giorgetti – hanno firmato con i loro omologhi turchi i nove protocolli d’intesa tra i due Paesi a beneficio delle telecamere. Uno dei messaggi più importanti riguarda la “guerra del pane”. Draghi ha ricordato che «gli equilibri del mondo si giocano sul buon esito» della mediazione per liberare 22 milioni di tonnellate di grano ucraino. Tre dei quattro negoziatori – Onu, Turchia e Ucraina – «sono pronti»: manca la Russia. Ma la strategia è «molto incoraggiante» perché «non serve sminare i porti, ci sono già due corridoi sicuri» e la Turchia «gioca un ruolo fondamentale» nei colloqui. Bisogna «liberare al più presto queste forniture e anche quelle dei fertilizzanti». Erdogan ha fornito un calendario concreto: «Speriamo in una settimana, dieci giorni».
Draghi ha voluto riportare l’eventuale accordo in una prospettiva più ampia: «Avrebbe un importantissimo valore strategico». Nel complesso degli sforzi per costruire un percorso di pace tra Kiev e Mosca, «sarebbe il primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolgerci tutti, perché ne va della vita di milioni di persone nelle aree più povere del mondo». Un altro tema centrale è stato l’immigrazione. Draghi è stato molto esplicito: «L’Italia è il Paese più aperto. Ma non si può essere aperti senza limiti». O il Paese che accoglie «non ce la fa più». La solitudine nella gestione degli sbarchi è un punto che Roma pone da decenni nell’Ue. Erdogan, che non ha mancato in questi giorni di tensioni con la Grecia di punzecchiare Atene anche su presunti respingimenti in mare che sarebbero un«pericolo» per l’Italia, ha rivelato che i due Paesi potrebbero elaborare «un meccanismo congiunto di controllo delle migrazioni». E sulla Libia, Erdogan ha fatto eco a Draghi – accompagnato dall’applauso dei diplomatici: «La stabilizzazione e la pace sono obiettivi prioritari». A rinsaldare le relazioni tra Italia e Turchia contribuiranno lo sviluppo del sistema di Difesa missilistico Samp-T, e lo sfruttamento del gas scoperto dalla Turchia al largo del Mar Nero: Italia e Turchia «collaboreranno per la costruzione di un gasdotto», ha rivelato il presidente turco. Dopo le tensioni dell’anno scorso, Erdogan ha voluto sottolineare che Roma è «partner strategico, alleato Nato, Paese amico». Ankara ha ass unto un ruolo centrale nella crisi ucraina, come già in Libia e Siria. L’incontro di ieri è un passo avanti di cui potrebbero beneficiare anche i rapporti difficili tra Turchia e Ue. Erdogan, non a caso, ha voluto ricordare che Roma è da sempre una convinta sostenitrice dell’ingresso di Ankara nell’Ue.
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