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Libero Rassegna Stampa
29.01.2003 Elezioni in Israele. Sharon trionfa, puniti i laburisti
Analisi del voto e possibili scenari

Testata: Libero
Data: 29 gennaio 2003
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Elezioni in Israele. Sharon trionfa, puniti i laburisti»
Riportiamo un articolo di Angelo Pezzana pubblicato su Libero mercoledì 29 gennaio 2003.
In Israele si sono appena chiusi i seggi e le proiezioni confermano i sondaggi. Al Likud, il partito di Sharon, vengono attribuiti 32 o 39 seggi , ai laburisti di Mitzna 18/19 seggi, a Shinui 17 o 14, Shas, il partito religioso, da 9 a 13, Meretz,estrema sinistra pacifista, da 5 a 7. In questa breve, prima analisi, teniamo conto dei partiti maggiori e rinviamo ad altra sede il conteggio di quelli minori.
In attesa che questi dati diventino definitivi, qualche valutazione può già essere fatta.
Sharon, come avevamo previsto più di un mese fa, ha stravinto, riconquistando la fiducia degli israeleiani che gli hanno ridato il mandato di governo.Questi risultati ci dicono anche che
gli israeliani vogliono la pace, la stragrande maggioranza del popolo d'Israele è disposto a sacrificare parti consistenti del territorio pur di arrivare ad una pace sicura e definitiva. Ne hanno dato mandato a tutti i governi che democraticamente hanno eletto. Di destra e di sinistra. Eleggendo Barak, quando sembrava che solo la sinistra avesse il mano le carte per convincere Arafat a passare dal ruolo di terrorista a quello di statista. Scegliendo Sharon quando invece di pace e sicurezza Barak se ne tornò da Camp David con la sconfitta disegnata sul volto. Tanto era triste il suo quanto era raggiante quello di Arafat, con le dita delle mani a V per significare che ha Campa David aveva vinto lui e non Israele. In realtà chi aveva perso era la pace, obiettivo che gli israeliani - grazie all'ennesimo no di Arafat- hanno deposto nelle mani di una coalizione governativa guidata da Sharon dopo che Barak si era tirato da parte.
E'curioso invece come il mondo guardi a Sharon come a un bieco militare. Cade il suo governo per l'uscita del partito laburista e lui che cosa fa ? Fa una giunta militare ? fa un governo con l'estrema destra ? macchè, Sharon indice immediatamente le elezioni e chiede al suo popolo di scegliere chi deve governarlo. In un momento difficilissimo, con l'economia a rotoli a causa della guerra al terrorismo ed un' altra guerra in arrivo che potrebbe anche coinvolgere lo stato ebraico se Saddam Hussein, come già fece durante la guerra del golfo, decidesse di attacare di nuovo lsraele. Sharon chiede agli israeliani di scegliere quale politica e quindi quale governo vogliono eleggere. Nel momento di votare gli israeliani non l'hanno diemnticato
Questi risultati, anche se provvisori e parziali, parlano chiaro. Sharon viene riconfermato leader ed il Likud aumenta considerevolmente i suoi seggi. Il partitio laburista, guidato dall'inesperto e mal consigliato Amram Mitzna, perde consensi, soprattutto fra i giovani, che non capiscono come Mitzna possa ripresentare il programma di Barak come se fosse una novità e non fosse già fallito una volta. E non è servito che l'ex sindaco di Haifa, nel tentativo di recuperare voti a sinistra abbia polemizzato con il leader di Meretz, Yossi Sarid, definendolo come "uno che ha più a cuore il destino dei palestinesi che non la sicurezza di Israele".Niente da fare. Le colombe, se ancora qualcuno in Israele ama definirsi tale, hanno lasciato il partito laburista e non vanno tanto per il sottile se Meretz è così sbilanciato, lo voteranno ugualmente, togliendo a Mitzna altri voti. Senza divenire a sinistra una forza consistente. Il rifiuto della pace di Arafat ha colpito anche Meretz.
Ma la vera novità, oltre alla straordinaria riconferma della fiducia a Sharon, che, è vero, non ha dato agli israeliani pace e sicurezza come avrebbe dovuto e voluto, ma ha saputo combattere il terrorismo palestinese senza chiudere la porta a future prospettive di pace, è la crescita di un piccolo partito, lo Shinui (cambiamento) di Tommy Lapid, che ha saputo attrarre quegli elettori di sinistra che non volevano votare Mitzna perchè ritenuto l'uomo sbagliato a trattare la pace e combattere il terrorismo, e quelli di centro-destra che non se la sentivano di votare Likud troppo abituato a governare con i partiti religiosi. Shinui, partito laico per eccellenza, ha sventolato la bandiera dello stato dove religione e politica sono assolutamente separati, basta con le concessioni ai religiosi (finanziamenti alle scuole,esenzione dal servizio militare), e con un programma realistico di approccio alla pace. Simile a quello di Sharon ma con un occhio attento anche alle tematiche dei diritti civili. Con i seggi conquistati Shinui si pone fin da ora fra i possibili alleati di un governo laico di centro. Senza le estreme, con un po' di destra e un po'di sinistra. Sempre che i laburisti rinsaviscano dopo aver appreso la dura lezione dei numeri. Lascino perdere l'estremismo di Mitzna e partecipino senza riserve ad una coalizione Likud-Shinui-Laburisti. Israele avrebbe un governo con i numeri sufficienti per governare senza ricatti e,chissà, la capacità di durare più di quei due scarsi anni che tutti i commentatori prevedono.
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