Testata: Italia Oggi Data: 29 giugno 2022 Pagina: 10 Autore: Diego Gabutti Titolo: «Periscopio 29/06/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 29/06/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
In un tempo in cui i mostri e i mostriciattoli più repellenti sono i giocattoli preferiti dei nostri bambini, i mostri hanno perso il loro potere e quelli veri sono nascosti dove non ci aspettiamo. Raffaele La Capria, scomparso domenica 26.
Gran parte del potere di Mosca si basa su un bluff: se voi ci spingete alle corde, noi faremo qualcosa di estremo. Ma questo ragionamento non funziona più dopo che hai già fatto qualcosa di estremo come l’invasione dell’Ucraina. Mark Galeotti (Gregorio Sorgi, HuffPost).
Oltre 50 missili da terra, dall’aria e dal mare sull'Ucraina, anche là dove non si combatte: è un attacco, quello russo, che i think tank americani definiscono «di un'ampiezza anormale». […] Per il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, un attacco «forse simbolico in vista del vertice Nato a Madrid» [di domani]. Marco Ventura, il Mattino.
Al vertice Nato di Madrid la Cina [apparirà come] una fonte di preoccupazione per la sicurezza, oltre che per l’economia. Un salto di qualità [provocato] dalle minacce contro Taiwan. […]. Se la Repubblica popolare cinese è la faccia più preoccupante della sfida delle autocrazie, sull’altro lato della medaglia c’è la Russia che la guerra l’ha scatenata davvero. Paolo Mastrolilli, la Repubblica.
La Russia cerca di dominarci come popoli e di convertirci al suo dogma; la Cina ci odia come ex padroni bianchi. Chi di questi due potenti minaccia il peggio? Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo.
È trapelato un editto dei «ladri-in-legge» (la fratellanza che domina il mondo criminale russo) che ribadisce il principio di neutralità: i boss non devono imbracciare il fucile per la causa ucraina [né] aderire allo sforzo bellico russo. […] La mafia russa si pronuncia attraverso editti, chiamati nel gergo criminale «progoni». Questi testi, scritti in bella ma a volte incerta grafia, spesso su fogli di quaderno a righe o a quadretti, interpretano le regole che informano la vita [degli affiliati] presenti in quasi tutti i paesi occidentali, compresa l'Italia. I testi vengono fatti circolare all'interno del sistema delle prigioni, fotografati e spediti attraverso canali riservati su Telegram. […] In cima alla pagina sono riprodotte le immagini di due stelle a otto punte, il simbolo della fratellanza. Chi le usa senza autorizzazione rischia la vita. Federico Varese, la Repubblica.
Karamzin diceva che se avesse dovuto rispondere con una sola parola alla domanda: «Che si fa in Russia?» avrebbe risposto: «Si ruba.» Pëtr Andreevič Vjazemskij, Briciole della vita.
Il Titanic-Europa rischia di squarciarsi dinanzi alle ondate di bombe russe, di missili scagliati adesso anche dalla Bielorussia, di colpi di artiglieria che distruggono quello che con la grazia di un elefante Domenico Quirico sulla Stampa ha definito «un’ammuffita provincia dell’Ucraina», cioè il Donbas, e adesso anche la capitale Kiev. Mario Lavia, Linkiesta.
L’ultimo treno è passato, Giuseppe Conte l’ha perso. Gli si era presentata un’occasione unica per salutare il governo: il tema alto e nobile della pace contrapposta alla guerra. Rifiutando di spedire cannoni all’Ucraina, il M5s avrebbe cavalcato la voglia di quieto vivere che alberga nel Paese. Chisseneimporta di quell’antipatico di Zelensky. L’Occidente non è innocente, lo dice anche Papa Francesco. Russia e Ucraina per noi pari sono. Ecco: dicendo ciao a Draghi, come gli suggeriva Marco Travaglio, Conte avrebbe interpretato questi malumori. […] Ma arrivato al dunque Conte [non ha saputo decidersi]: salgo o non salgo sul treno della crisi? E se poi l’Europa, l’America, la Cia me la fanno pagare? Il capostazione ha fischiato, gli sportelli si sono chiusi e l’Avvocato del Popolo è rimasto lungo il binario con la valigia in mano. Ugo Magri, HuffPost.
Se fossi Freud, me la darei a gambe. Elias Canetti, Un regno di matite.
Se c’è uno che sa maneggiare le scissioni, quello sono io. Insieme a Casini ci siamo scissi da Martinazzoli fondando il Ccd e andando nel 1994 con Berlusconi; poi mi sono scisso da Casini e ho fondato l’Udr con Cossiga andando nel 1998 al governo col centrosinistra; quindi mi sono scisso da Cossiga [per] fondare nel 2001 la Margherita... E qui viene il bello: la Margherita! [Una federazione] di anime all’apparenza molto diverse: Prodi, Marini, Rutelli, Dini, il sottoscritto. Personalità molto più distanti, nell’approccio politico, di come possiamo esserlo io, Renzi, Di Maio e Sala. Eppure funzionò. C’erano persone come Prodi e Dini che erano stati presidenti del Consiglio, eppure non erano presuntuosi come Calenda, che non ha combinato un tubo. Clemente Mastella (Tommaso Labate, CorSera).
Gli elettori di centro, elettori moderati, non hanno un partito da votare, perciò disertano le urne. Non li incanta più Berlusconi, diffidano di Renzi e Calenda. L’idea che torneranno nei seggi per votare Gigetto Di Maio è semplicemente psichedelica. Piergiorgio Albricci, Italia Oggi.
In diversi paesi si sono fatti alcuni tentativi per porre freni alla diffusione di fake news. […] L’ultimo, in questa direzione, è arrivato dall’amministrazione Biden, che ha istituito un «Consiglio per il controllo della disinformazione». Sommersa dalle critiche, la Casa Bianca ha dovuto fare retromarcia e congelare la brillante idea. Marino Longoni, Italia Oggi.
Come dice il Federalist, abbiamo bisogno di una serie di istituzioni di un certo tipo perché non siamo angeli: lo fossimo, non avremmo nemmeno il bisogno di porci il problema della libertà. Siamo continuamente alle prese con la possibilità che qualcuno più forte di noi, che ha il denaro, il potere o le risorse di violenza, ci colpisca. Angelo Panebianco (il Foglio).
Nelle democrazie, i governanti raramente sono peggiori dei governati. Roberto Gervaso.