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La Repubblica Rassegna Stampa
29.06.2022 Paolo Damilano: 'Con Giorgetti, per un centrodestra nuovo'
Lo intervista Sara Strippoli

Testata: La Repubblica
Data: 29 giugno 2022
Pagina: 13
Autore: Sara Strippoli
Titolo: «Damilano: 'Spero in Giorgetti sia dentro che fuori dalla Lega'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/06/2022, a pag. 13, con il titolo "Damilano: 'Spero in Giorgetti sia dentro che fuori dalla Lega' " l'intervista di Sara Strippoli.

Malore per il candidato sindaco Paolo Damilano, sospesi gli impegni di  campagna elettorale a Torino - Quotidiano Piemontese
Paolo Damilano

«Personalismi inutili che prevalgono e strategie politiche ininfluenti che rendono vano il lavoro di tutti. Il centrodestra mi sembra la Ferrari di questi tempi, una macchina molto competitiva che viene penalizzata da tattiche di box scellerate, che alla fine la fanno perdere». La metafora è di Paolo Damilano, imprenditore piemontese dell’acqua e del vino, candidato civico ad ottobre arruolato dal centrodestra per tentare di espugnare Torino dopo i cinque anni di amministrazione 5Stelle di Chiara Appendino. Una sconfitta, con un risultato eccellente della sua lista, Torino Bellissima, seconda forza in città con il 13%. A maggio la decisione di uscire dal centrodestra che lo aveva sostenuto.

Damilano, lei ha lasciato il centrodestra criticando divisioni, messaggi contraddittori e populismo. Vogliamo considerarla una previsione di sconfitta? «Non credo di avere meriti da indovino. C’erano tutti i presupposti perché le cose potessero andare come si vede adesso dopo questa tornata amministrativa. Dai partiti che mi hanno sostenuto sono arrivati messaggi contraddittori, tentazioni No Vax, posizioni inconciliabili come quelle di Fratelli d’Italia sull’aborto, temi sui quali i tre partiti si aggrovigliavano. Io ho cercato di mediare, ma era evidente che mancava una strategia » .

Lei è da sempre molto vicino a Giorgetti. Pensa che nel clima arroventato della Lega il ministro dello sviluppo economico possa abbandonare Salvini? « Giorgetti certo non mi dice cosa c’è nella sua testa. Sono però convinto che sia un politico di grandissime capacità che può e deve dare un contributo al Paese. E mi auguro che possa farlo o nella Lega o al di fuori della Lega».

Berlusconi dice che a destra si vince con candidati moderati. Lei aggiunge che devono essere civici? «Io non aggiungo nulla, ma è un fatto che in Italia sta soffiando un vento nuovo. A Torino lo abbiamo dimostrato, Genova l’ha confermato. Così Palermo. Sono convinto che il Paese in questo momento chieda persone capaci di essere aggreganti, che siano espressione dei territori. Bisogna costruire un contenitore unico nazionale, di centro. Come chiamarlo è secondario».

E i partiti come si collocano in questo progetto? «Vedo molta confusione nei partiti in questo momento. I 5Stelle si spaccano, il Pd dibatte di campo largo senza avere le idee chiare, il centrodestra è nel mezzo della crisi profonda a cui stiamo assistendo. Io penso a una forza moderata centrista che sappia aggregare le forze civiche, tutte le Torino Bellissime d’Italia che sono nate e dimostrano di riunire persone per bene e coraggiose, che non ci stanno a vedere il Paese andare in declino. Il vento che si sta alzando in Italia è forte. La richiesta è poter scegliere persone che rappresentano i territori e si mettano a disposizione,persone stimate».

Quando ha annunciato di abbandonare il centrodestra, si è detto che sarebbe nata un’alleanza con Calenda. Cosa pensa del leader di Azione, e di Matteo Renzi? «Ho grande stima per tutti e due, che hanno tuttavia percorsi politici molto diversi. Renzi ha già fatto un suo percorso politico. Calenda è agli inizi e bisognerà vedere quanto sarà capace di aggregare».

Il suo è un appello alle forze di centro, non importa che siano Calenda, Renzi o Toti, perché inglobino progetti civici? «Non è un appello, credo piuttosto sia l’unica soluzione. Serve una capacità di regia. Ma Torino Bellissima è nata indipendente ed è tornata alla sua origine, quando ho presentato la mia candidatura a Torino. Possiamo anche restare indipendenti e vedere cosa succede».

Lei però è stato il candidato del centrodestra, tanto è vero che se n’è andato. «Non è così. Io mi sono candidato, e solo dopo i partiti di centrodestra hanno deciso di sostenermi. Ben altra cosa dalla ricerca di un candidato che rappresenti una coalizione».

Draghi è di sinistra o di destra? «Draghi è un vanto italiano. L’unica persone che ha l’autorevolezza e le capacità per imporre proposte geniali come il tetto al prezzo del gas. Rappresenta la guida ideale di questo Paese che vive un momento difficilissimo, destinato a durare per almeno altri cinque anni».

Il capogruppo alla Camera della Lega Molinari sospetta che lei cerchi un posto in Parlamento. Oppure punta al posto di Cirio alle regionali del 2024? «Lo rassicuro, ho il mio lavoro. Non so dire adesso dove ci porterà questo progetto, ma so che ha raccolto moltissimo consenso».

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