Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/06/2022 a pag.17 con il titolo "E dai leader arriva lo scudo missilistico per proteggere Kiev e sconfiggere i russi" la cronaca di Tommaso Ciriaco, Paolo Mastrolilli.
Joe Biden
Zelensky chiede al G7 di aiutarlo a vincere la guerra prima di Natale, e gli Usa rispondono mandandogli missili terra aria per bloccare gli attacchi terroristici russi, come quello di ieri al centro commerciale di Kremenchuk, o del giorno prima su Kiev. Non tutti gli alleati sono convinti dell’obiettivo del presidente ucraino di respingere le truppe di Mosca anche oltre i confini del 24 febbraio, ma promettono di aiutarlo con una strategia che comprende forniture militari, aiuti economici e rafforzamento delle sanzioni per togliere a Putin soldi e materiali di cui ha bisogno per l’offensiva. La pratica oggi passa ad un vertice alleato (un Quint al quale secondo Palazzo Chigi parteciperà anche Draghi), e poi alla Nato, che intanto per bocca del segretario Stoltenberg annuncia la decisione di aumentare di oltre sette volte le forze di pronto intervento schierate ai confini della Russia, da 40.000 a 300.000, rispondendo così ai timori di paesi come l’Estonia di essere spazzati via dalla prossima aggressione del Cremlino. Quando parla Zelensky, la guerra piomba sul vertice: «Il conflitto deve concludersi entro l’inverno, altrimenti i russi consolideranno troppo le posizioni nelle aree occupate e non riusciremo più a scacciarli ». Il momento di accelerare è questo, perché la guerra d’attrito sfianca il suo paese. L’inverno renderà più difficile per lui rifornire un fronte lungo oltre 2.000 chilometri, mentre il terreno gelato aiuterà gli spostamenti dei reparti di Mosca. I russi hanno perso molti uomini, mezzi, armi e munizioni, e faticano a rimpiazzarli per mantenere il ritmo dell’offensiva nel Donbass e oltre.
Volodymyr Zelensky
Putin lo ha capito, perciò bombarda città e obiettivi civili, nella speranza di sfruttare il vantaggio attuale e costringere l’Ucraina ad arrendersi prima che le nuove armi occidentali le consentano la controffensiva. Ma Zelensky non vuole trattare ora. Chiede aiuto per la difesa, e tornare in posizione di vantaggio. E fa anche di più. Quando gli europei gli chiedono di tratteggiare un punto di caduta possibile, si sbilancia: «Dobbiamo tornare alla situazione precedente all’invasione di febbraio». Era la sola Crimea, allora, nelle mani di Mosca. Più tardi arriva la notizia dei missili sul centro commerciale. I leader lo interpretano come l’ennesimo messaggio violento contro il summit. Finora Francia e Germania sono state più esitanti di Usa e Gran Bretagna, e forse pensano che Zelensky abbia obiettivi troppo ambiziosi. Però il G7 ribadisce la decisione di aiutarlo «per tutto il tempo necessario », come conferma il consigliere per la sicurezza nazionale americano: «Era molto concentrato per assicurare che l’Ucraina si trovi in una posizione vantaggiosa sul campo di battaglia nei prossimi mesi, non anni». Biden risponde subito in maniera positiva, annunciando che gli Usa stanno per acquistare e mandare a Kiev radar e i sistemi missilistici terra aria norvegesi di media e lunga gittata NASAMS, già usati dagli americani per proteggere Casa Bianca e Congresso. Lo scopo secondo Sullivan è difendere le città ucraine, i palazzi presidenziali e governativi, ma anche spuntare l’arma del terrorismo russo e «favorire la controffensiva dove possibile». Il tetto sul prezzo del petrolio invece toglierà a Putin risorse per finanziare la guerra, mentre nuovi blocchi alle importazioni di tecnologia gli impediranno a rimpiazzare mezzi, armi e munizioni perdute. Roma e Parigi potrebbero contribuire col sistema terra-aria Samp/T, batterie anti-aereo e missile capaci di intercettare vettori fino a una distanza di 25 chilometri (e aerei lontani 100 km). Ne esistono pochi, costosissimi esemplari: 6 in Italia, 10 in Francia. Sono dunque fondamentali per la difesa del territorio nazionale. Se strettamente necessario, l’Italia potrebbe valutare di cederne uno, al pari dei francesi. Di certo Roma fornirà anche artiglieria a lunga gittata con il decreto atteso entro il 5 luglio. Si tratta degli MLRS: semoventi cingolati lanciarazzi. Un passaggio chiave del vertice è infine quello dedicato al possibile sblocco del grano. Parla il segretario generale dell’Onu Guterres, come richiesto alla vigilia da Draghi. E si sbilancia: «Siamo vicini al momento della verità. Attendiamo una risposta dal Cremlino». Tocca a Putin, insomma, dare il via libera alla “staffetta” nel Mar Nero. I cargo pieni di cereali verrebbero scortati a largo dagli ucraini, che conoscono la posizione degli ordigni ed eviterebbero così di sminare le coste. Poi proseguirebbero la navigazione protetti dalle navi militari turche, sotto supervisione Onu. Serve però la garanzia che i russi non le attacchino. «Si vede una luce in fondo al tunnel», si sbilancia Ursula von der Leyen. «Se riesci in questa mediazione - aggiunge Biden, rivolgendosi a Guterres - avresti davvero fatto la differenza».
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