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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Medio Oriente: è il tempo dei miracoli 27/06/2022
Medio Oriente: è il tempo dei miracoli
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Biden to meet with Mohammed bin Salman in July visit to Saudi Arabia
Joe Biden

L’estate del 2022 sarà quella di tutte le sorprese? Abbiamo appena visto sugli schermi l'immagine stupefacente, per non dire incredibile, del Presidente turco Recep Erdogan mentre riceve ad Ankara il Principe ereditario saudita Mohammed Ben Salman e lo abbraccia cordialmente, per non dire calorosamente. E’ allora sparito l'antagonismo tra questi due Paesi, di cui uno sostiene il Qatar e i Fratelli Musulmani, che sono i nemici giurati dell'altro? E’ stato dimenticato anche Jamal Khashoggi, quel giornalista del New York Times, assassinato in condizioni atroci nei locali del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul mentre la sua fidanzata, al volante della sua auto nel parcheggio del consolato, aspettava invano il suo ritorno? Eppure non molto tempo fa i turchi avevano accusato l'uomo forte del regno saudita di aver ordinato l'assassinio di questo avversario e avevano chiesto l'estradizione degli agenti sauditi che perpetrarono questo oltraggio. Semplicemente sono cambiati i tempi e la situazione della Turchia, che starebbe soffrendo anche un'inflazione di quasi il 70%. Ankara ha qualche problemino che i soldi sauditi potrebbero risolvere. Quindi questo vecchio caso, che risale a quasi quattro anni fa, è stato fatto sparire sotto il tappeto. D’altra parte, il Presidente Erdogan aveva fatto il primo passo recandosi a Riyadh per incontrare il re Salman Bin Abdulaziz e suo figlio, il principe ereditario. E poi, in fondo, Erdogan stava solo anticipando il percorso che sta per intraprendere un altro Presidente, quello degli Stati Uniti.

Chi è Erdogan, il Sultano di Ankara che ha invaso la Siria e guarda alla  Libia
Recep T. Erdogan

Joe Biden, che non aveva risparmiato le sue critiche a Mohammed Bin Salman e aveva pensato di colpirlo con pesanti sanzioni, non intende forse fermarsi a Riyadh tra dieci giorni per salutare l'incrollabile amicizia tra i due Paesi? E scommettiamo che se non bacerà MBS, un'usanza che non è nel protocollo americano, gli stringerà però la mano con tutta l'apparenza della sincerità. In questo periodo di grande tensione internazionale, il fabbisogno di petrolio sta esplodendo e sarebbe utile vedere aumentare la produzione petrolifera saudita; è anche utile rafforzare la coalizione di pragmatici Paesi sunniti di fronte all'intransigenza dell'Iran. Joe Biden è pronto per questo piccolo sacrificio per la più grande felicità del suo popolo. Ci sono anche illustri precedenti storici: il protestante Henri de Navarre non si convertì forse al cattolicesimo per diventare re di Francia? E prima di lui, l'imperatore di Germania non era andato a Canossa? Quanto al resto dei leader del cosiddetto mondo libero, che avevano fustigato in tempo reale il principe saudita, chiedendone il bando dalle nazioni e, perché no, auspicando di vederlo citato in giudizio, hanno da tempo dimenticato tutto. Mohammed Bin Salman è il benvenuto in tutte le capitali ed è particolarmente vezzeggiato durante i grandi incontri internazionali. Dobbiamo accettare la realtà, direbbero senza dubbio questi leader se qualcuno, con indelicatezza, ponesse loro la domanda. Come hanno accettato un'altra realtà: quella di vedere la Corea del Nord assumere la presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo nucleare. Eppure essa era stata accusata di aver testato un missile balistico intercontinentale, cosa vietata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU...

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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