Europa: verso un piano di emergenza per il gas? Cronaca di Serenella Mattera
Testata: La Repubblica Data: 25 giugno 2022 Pagina: 6 Autore: Serenella Mattera Titolo: «Tetto al gas, la Ue rinvia a ottobre. Draghi: 'Potrebbe essere tardi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/06/2022, a pag. 6, con il titolo "Tetto al gas, la Ue rinvia a ottobre. Draghi: 'Potrebbe essere tardi' ", la cronaca di Serenella Mattera.
Mario Draghi
Bisogna “prepararsi al peggio”, concordano i leader europei messi alle strette dal ricatto russo sul gas. Ma l’Europa per ora non si muove. Il Consiglio Ue rinvia le risposte, fissa solo a ottobre la discussione su un tetto al prezzo del gas. Mario Draghi ha provato a ottenere di più, un vertice straordinario già a luglio. Ma sbatte contro il muro dell’Olanda e dei Paesi frugali, non riesce a vincere le resistenze tedesche. Ci proverà ancora, anche perché «ottobre potrebbe essere tardi». Lo farà a partire dal G7 di domenica a Elmau, dove cercherà la sponda degli Stati Uniti, che spingono per un price cap anche se sul petrolio. L’Europa ha più “potere di mercato” per imporre un prezzo al gas, è convinto il premier italiano, perché Putin non può dirottare i tubi che portano il metano nel Vecchio Continente. Ma non riesce a superare la “paura” dei leader del Nord, a convincerli che la chiusura dei rubinetti che tanto temono, Mosca l’ha nei fatti già avviata e con l’impennata dei prezzi Putin ci sta guadagnando. Quando Draghi giovedì sera mette sul tavolo del Consiglio la proposta di riconvocarsi tutti a luglio, per discutere del tetto al gas, uno spiraglio sembra aprirsi. «Si impongonodecisioni rapide», concorda Macron, che il premier incontra a margine dei lavori con Ursula von der Leyen per spingere l’intesa. Ma già al mattino di venerdì, quando i leader rientrano in sala per parlare di crisi economica ed energia, è chiaro che il summit straordinario non si farà. Ufficialmente, slitta tutto all’autunno per dare tempo alla Commissione di fare uno studio ed elaborare per settembre una serie di proposte non solo di price cap (se vada limitato alla Russia o generalizzato), ma anche su altri “modelli” contro il caro energia (con pragmatismo, spiegano fonti italiane, Roma sarebbe pronta a sposare anche altre soluzioni). Von der Leyen annuncia inoltre che si valuterà una “riforma del mercato elettrico” che consenta di separare i prezzi di gas ed elettricità e far sì che il costo dell’energia da rinnovabili non s’impenni insieme a quello del metano. Ecco perché Draghi, che quella riforma la chiede da tempo, prima di rientrare a Roma assicura di non essere «deluso» per non aver portato a casa subito il risultato.
Non attacca né il tedesco Olaf Scholz né l’olandese Mark Rutte, il più apertamente contrario al price cap. Solo ne addita le «paure». E si dice convinto che la loro «opposizione di principio» ora non esista più, che un’intesa alla fine sia possibile: «C’è molta apertura nella nostra direzione». Piccoli passi, «le cose non vengono da sole », dice in conferenza stampa, parlando anche dei nuovi fondi da lui invocati a sostegno delle economie, che tardano. Per vincere le resistenze dei Paesi del Nord ha proposto di stanziare prestiti, non sussidi (non, per intendersi, il nuovo Recovery chiesto da Macron): aiuterebbero lecasse pubbliche e placherebbero i mercati. Ma per discutere di nuovo debito comune non c’è neanche una data. Sul price cap, di cui questo Consiglio non doveva affatto parlare, il presidente del Consiglio ottiene invece una citazione esplicita nelle conclusioni: la Russia usa il gas come “arma”, scrivono i leader, bisogna “con urgenza” garantire l’approvvigionamento energetico a costi accessibili e valutare “tetti temporanei alle importazioni di energia, dove appropriato”. Certo, ammette Draghi, «se la situazione dovesse aggravarsi» ci si dovrebbe convocare d’urgenza e a quel punto il Consiglio straordinario si farebbe: «Non facciamo passare due mesi e mezzo senza far niente ». Nel frattempo, assicura, l’Italia «si sta preparando per l’inverno» ed è già riuscita a «ridurre la dipendenza dalla Russia dal 40% al 25%». Per fronteggiare «il peggio», anticipa Von der Leyen, la Commissione a luglio presenterà un piano d’emergenza per «ridurre la domanda» di energia ed evitare la «frammentazione » tra Paesi e il ritorno del carbone, con spinta ad acquisti e stoccaggi comuni. Farsi trovare pronti ad altre interruzioni di forniture è imperativo. Ma, insiste Draghi, annunciando entro quindici giorni una convocazione dei sindacati a Palazzo Chigi, bisogna anche placare l’inflazione. Lo sa Christine Lagarde che al tavolo dell’Eurosummit rilancia l’impegno della Bce «contro l’inflazione alta». Ma il meccanismo anti- spread che l’Italia attende poco piace ai falchi del Nord. Di fronte alla crisi, l’Europa non riesce a nascondere le sue divisioni.