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Deborah Fait
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ONU contro Israele: lo schifo continua 25/06/2022
ONU contro Israele: lo schifo continua
Commento di Deborah Fait

A destra: il consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Approviamo la dichiarazione 'il sionismo è razzismo' e anche 'guerra è pace', 'terrorismo è libertà', 'dittatura è democrazia'!

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di Ginevra ha deciso, e sta per pubblicare urbi et orbi, la sentenza sulla morte della giornalista araba Sheerin Abu Akleh avvenuta durante uno scambio di colpi d’arma da fuoco tra le forze dell’IDF e i terroristi palestinesi. I telegiornali italiani e quasi tutti i media internazionali hanno riportato la notizia come sicura: la colpa è di Israele. Poteva non esserlo? Quando l’ONU deve decidere se incolpare Israele o i terroristi, la sua scelta cade sempre su Israele…così…del tutto accidentalmente… è la regola. Anche questa volta, l’Onu, organismo che pratica l’antisemitismo più rivoltante, ha emesso la sua sentenza senza aver esaminato la salma della povera giornalista, senza aver controllato il proiettile perché entrambi sequestrati dall’Autorità palestinese che rifiuta di consegnarli. Israele aveva proposto un’inchiesta coordinata con gli Stati Uniti perché la giornalista aveva anche la cittadinanza americana, ma niente da fare. Il rifiuto palestinese non dà adito a nessun’altra possibilità, l’ONU si mette sull’attenti e obbedisce.

Petition · Declaration Opposing Discrimination Against Israel at the United  Nations · Change.org

Il NYT, da sempre antiisraeliano, scrive “molto probabilmente”, i media italiani invece hanno espresso la loro sentenza unilateralmente, certi, senza ombra di dubbio, della veridicità delle solite bufale dell’ONU contro lo stato ebraico. Ricordiamo Durban, la Conferenza Internazionale contro il razzismo, nel 2001, quando gli israeliani presenti venivano presi a bastonate per le strade e dove Israele fu accusato di apartheid. Più che una conferenza quello fu un linciaggio in pura salsa antisemita. Ricordiamo anche il bambino Mohammed Al Durra della cui morte fu accusato Israele, poi si scopri che erano stati i palestinesi e che probabilmente era stato solo ferito ed era ancora vivo. La sinistra fece di Al Durra un’icona antisemita, la sua gigantografia troneggiava in tutti i congressi di Rifondazione Comunista. Ricordiamo anche il rapporto Goldstone che incolpò Israele per la guerra tra l’IDF e Hamas nel 2009. Alla fine Goldstone ritrattò tutto dichiarando che se avesse avuto le informazioni esatte non avrebbe mai scritto quel rapporto. Figuraccia tremenda ma fino a un certo punto perché quello che restò per sempre nella mente dell’opinione pubblica fu solo il primo falso documento, una delle patacche peggiori confezionata dalle Nazioni Unite.

Quando i giornalisti di guerra si trovano in uno scontro a fuoco rischiano sempre anche la vita, nel caso in questione, Sheerin Abu Akleh potrebbe essere stata ferita mortalmente da uno dei due gruppi in lotta ma se i palestinesi fossero stati sicuri della responsabilità dei soldati dell’IDF, avrebbero accettato l’inchiesta proposta da Israele e gli USA. Il portavoce militare israeliano, dopo la notizia delle conclusioni dell’ONU, ha dichiarato: ”Ancora non è possibile determinare se sia stata uccisa dai miliziani palestinesi che sparavano indiscriminatamente o inavvertitamente da un soldato Israeliano. Il rifiuto palestinese di consegnare il proiettile e di condurre indagini congiunte con gli USA, la dice lunga sui motivi.” Negli ultimi tre anni sono stati ammazzati sui campi di battaglia internazionali più di 200 giornalisti. La loro morte non ha mai provocato indignazione alcuna fra i media o inchieste ONU per i Diritti Umani. Niente, non si conoscono nemmeno i loro nomi e nessuno ne parla. Ammazzano una giornalista arabo/palestinese (con tutta la compassione che evidentemente si prova) e il mondo si strappa i capelli, l’ONU emette sentenze senza prove, sui social si scatena la solita ondata antisemita. Niente di nuovo sotto il sole, il solito schifo.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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