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La Repubblica Rassegna Stampa
20.06.2022 Dmitrij Medvedev contro l'UE
Commento di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 20 giugno 2022
Pagina: 8
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Medvedev contro l’Ue: 'Potrebbe sparire prima che entri Kiev'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/06/2022, a pag. 8, con il titolo "Medvedev contro l’Ue: 'Potrebbe sparire prima che entri Kiev' " la cronaca di Paolo Brera.

Russia, Medvedev insulta gli occidentali (di nuovo):
Dmitrij Medvedev

Nella guerra in Ucraina c’è un nuovo capitolo: il seguito beffardo del massacro di Mariupol. I comandanti delle truppe asserragliate per settimane nell’acciaieria Azovstal, i “pezzi pregiati” caduti in mano ai russi quando finalmente hanno ricevuto l’ordine da Kiev di consegnarsi agli invasori, da ieri sono chiusi nel carcere di massima sicurezza di Lefortovo, a Mosca. I russi per ora non fanno nomi: prima li interrogheranno, poi possiamo attenderci l’inizio di un processo politico che sarà uno show drammatico. Tra i protagonisti potrebbero esserci «mercenari» stranieri; e ci saranno sicuramente i leader del reggimento Azov, il nemico pubblico numero uno del Cremlino che li usa come simbolo della “nazificazione” dell’Ucraina. Per Mosca e per i filorussi portano sulle spalle il peso dei crimini di guerra che il battaglione Azov commise, secondo varie organizzazioni indipendenti, nei primi mesi oscuri della guerra del Donbass, dopo la rivoluzione del Majdan nel 2014. Ma per la gente ucraina che li ha visti difendere con i denti la città di Mariupol aggredita dai russi, sulle spalle hanno tutto l’orgoglio di un popolo che li abbraccia come eroi della resistenza. Nel frattempo Mosca continua ad alzare il tiro nella retorica, minacciando l’Occidente.

L’ex presidente Dmitrij Medvedev dà fuoco alle polveri mirando il cuore dell’Europa che apre le braccia a Kiev nell’Unione. Gli ucraini, dice, saranno sotto «verifica per decenni. La vera scadenza è la metà del secolo, non prima. E se l’Ue sparisse, per allora? Non per portare sfortuna, ma Zia Ursula — ha scritto in un tweet riferendosi alla presidente von der Leyen — ha detto che gli ucraini stanno morendo per entrare nell’Ue». Sul campo non hanno fretta, i russi. Avanzano lentamente, scaricando il peso di una superiore artiglieria sulla città di Severodonetsk: dalì, con la conquista definitiva della regione di Lugansk si apre la via per prendere quel che resta libero del Donbass, Slovjansk e il capoluogo Kramatorsk. Ma la ferita gronda sangue anche a sud, dove gli ucraini ieri sono avanzati riscendendo da Zaporizhzhia verso Melitopol e riconquistando terreno verso Kherson. E minaccia di riaprirsi anche a nordest, a Kharkiv dove i russi continuano a bombardare: resta un obiettivo strategico. Per contrastare i russi Kiev punta tutto sulle armi occidentali, e le sta ricevendo. Secondo Kira Rudik, leader del partito Golos, gli Usa hanno trasferito in Ucraina 1.400 razzi anti aerei Stinger e 6.500 lancia anti tank Javelin, e sarebbero arrivati anche droni Switchblade, obici, elicotteri M-17 e missili Harpoon. La pace però è sempre più lontana. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto a Rossiya 1che gli Usa «stanno cercando di realizzare quello che avevano annunciato molto tempo fa, cioè che la Russia deve stare al suo posto e obbedire alle regole inventate dagli Usa. Credo che capiscano molto bene che non ci riusciranno».

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