Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 20/06/2022, a pag.8, l'intervista di Rosalba Castelletti dal titolo 'L’energia è l’arma di Putin per spaccare le società e indebolire l’Occidente'.
Rosalba Castelletti
Vladimir Putin
«Per la Russia il gas è un’arma, come l’esercito o come la propaganda. Usa il gas esattamente allo stesso modo». Il politologo Anton Shekhovtsov lo ripete da tempo e il tempo gli ha dato ragione. Originario di Sebastopoli, oggi nella Crimea annessa dalla Russia, è tra i massimi conoscitori dei rapporti tra il Cremlino e l’estrema destra occidentale a cui ha dedicato il libro Tango Noir. «Non c’è dubbio — dice al telefono con Repubblica — che il regime di Vladimir Putin sia chiaramente anti-occidentale». Al forum di San Pietroburgo, Putin ha predetto la “crescita di movimenti radicali” e “un cambiamento dell’élite” in Occidente. Era un discorso programmatico? «Oramai non si nascondono più. Dicono in modo molto diretto che cosa faranno, ad esempio che useranno le forniture di energia come arma. E c’era da aspettarselo. Per questa ragione io e altri esperti eravamo contrari alla costruzione dei due Nord Stream perché sono stati fatti solo per fare più pressione sull’Europa».
Anton Shekhovtsov
Sarà una tattica efficace? «Dipende da Paese a Paese. Nella Ue c’è ancora consenso sul fatto chel’aggressione russa contro l’Ucraina sia ingiustificata, ma vediamo già Paesi, come l’Ungheria, troppo amichevoli con Mosca, ricattare di fatto la Ue. In un certo senso, Mosca riesce a usare l’energia come arma. Finora però non è stata in grado di minare il consenso, ma sta lavorando duramente per farlo. Lo fa da anni».
Quale ruolo avranno le estreme destre nel “nuovo mondo multipolare” profetizzato da Putin? «Penso che il potere dell’estrema destra nei Paesi occidentali sia esagerato. I due partiti di estrema destra di recente al governo in Italia e in Austria non sono stati in grado di cambiare le società. Non sono stati una minaccia esistenziale per queste democrazie. Putin vuole solo crearepiù divisioni o sfruttare quelle esistenti per rendere quella società più debole, non più forte».
L’Italia è al centro di diversi “attacchi” da parte di Mosca. La Russia ci vede come anello debole? «Non credo che l’Italia sia il Paese più debole della catena occidentale, ma culturalmente è predisposta verso l’influenza maligna russa per ragioni storiche. La Russia è sopravvissuta allo shock della presa di distanza dei suoi ex alleati che, in primavera, le ha reso difficile continuare le sue operazioni di influenza. Ma ci avviciniamo all’autunno e il conflitto in Ucraina continuerà e avrà dei costi anche per i Paesi occidentali. E Mosca cercherà di seminare zizzania per esacerbare le divisioni esistenti ecercherà di fare pressione sui governi aizzando proteste sociali».
Il Cremlino si impegna da anni a presentarsi all’estero come il difensore dei valori conservatori. Quest’immagine fa presa sul pubblico occidentale? «Quest’immagine della Russia come “vera Europa”, come “Europa del passato”, “del conservatorismo” ha giocato un ruolo più importante in passato. Ma dopo la nuova offensiva in Ucraina, alcuni importanti partiti di estrema destra stranieri hanno preso le distanze dalla Russia. Mosca oggi ha meno amici di prima e non vedo come possa migliorare la sua immagine, può solo peggiorarla».
Putin in passato ha detto che il “liberalismo è obsoleto”. Perché attacca i valori liberali? «Le autorità russe pensano che l’Occidente non segua i valori che promuove. Credono che ne parli solo per mantenere la sua egemonia nel mondo. E uno dei motivi per cui lo pensano è che i Paesi occidentali li hanno aiutati a riciclare denaro. E dunque si sono formati l’opinione che l’Occidente parla di valori, sì, ma alla fine, è solo una questione di soldi. E, in parte, Putin ha ragione. Perché in passato l’Occidente non ha avuto remore a collaborare con il regime autoritario russo. Ed è per questo che dice che il liberalismo è superato».
Gli attacchi di Medvedev contro l’Occidente fanno parte di una sua personale strategia politica o nell’élite russa è diffuso l’odio verso Usa e Europa? «Medvedev non è rilevante. Dopo essere stato presidente e premier, è stato relegato ai margini. Produce questi sproloqui sperando di ottenere una posizione migliore. Ma il regime di Putin è chiaramente anti-occidentale. Non credo sia un fatto ideologico. Il regime di Putin è uno Stato mafioso, un regime di banditi. Per loro le idee non contano. Odiano l’Occidente solo perché è una minaccia per il loro Stato mafioso».
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