Soffre il Donbass, Mosca perde una nave Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 18 giugno 2022 Pagina: 8 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Soffre il Donbass, Mosca perde una nave»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/06/2022, a pag.8, con il titolo "Soffre il Donbass, Mosca perde una nave" l'analisi di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
Ci sono anche italiani tra i combattenti volontari della brigata internazionale in Ucraina e alcuni di loro sono impiegati nelle zone più calde del fronte orientale, sulle sponde del Siversky Donets. «Ne abbiamo incontrati almeno due, entrambi sulla trentina, ex militari dell’esercito italiano, venuti in Ucraina con i loro mezzi e adesso impegnati a Bilohorivka, uno dei punti più insanguinati del fiume, dove un mese fa i russi vennero massacrati a centinaia nel fallimentare tentativo di passare dalla nostra parte con i pontoni mobili», dicono Andreii, 25 anni di Leopoli, assieme al suo compagno Voldya, 21enne, entrambi inquadrati tra i corpi speciali delle unità ucraine e venuti a Kramatorsk per curare le ferite. Il loro racconto è particolareggiato: «In questo momento abbiamo urgente bisogno di gente addestrata. Il nostro battaglione ha perso il 60 per cento degli effettivi nel settore di Bilohorivka. Gli italiani sono assieme ad altri 11 volontari internazionali: americani, inglesi, francesi e tedeschi. Ci resteranno a lungo, occorre assolutamente che i russi non attraversino il fiume. La loro frustrazione è commisurata all’uso spropositato che fanno di artiglierie e missili». La conferma arriva dai rombi dell’artiglieria pesante di Putin che si odono sino nel centro di Kramatorsk. Si tratta proiettili di grosso calibro che esplodono nelle vicinanze di Sloviansk e Bakhmut, le aree della regione di Lugansk, nel Donbass settentrionale, che dai primi di aprile rappresenta l’obbiettivo prioritario dell’invasione russa. Cuore del combattimento resta la città di Severodonetsk, ormai presa dai russi per circa l’80 per cento e accerchiata dopo la distruzione dei tre ponti che la collegavano alla gemella Lysychansk. A Severodonetsk vivevano circa 120.000 persone, sono rimaste in 10.000, tra loro anche i circa 500 civili che hanno trovato riparo assieme ai combattenti nei sotterranei della fabbrica chimica Azot. Ieri l’artiglieria russa ha sparato a lungo anche lungo le strade che garantiscono i rinforzi, causando almeno 5 morti tra i civili. Per gli ucraini va meglio sul fronte di Odessa. Qui i loro portavoce militari sostengono di avere affondato con due missili la nave russa, il rimorchiatore Vasily Bekh che trasportava armi, munizioni e truppe per rafforzare la guarnigione sull’Isola dei Serpenti, attorno alla quale sin dall’inizio della guerra Mosca e Kiev lottano per il controllo del Mar Nero. Un drone ucraino ha filmato il momento delle esplosioni, ma manca ancora una conferma indipendente. Rinforzato dal successo della visita della troika europea due giorni fa, confermata dalla decisione di Bruxelles di cercare di accelerare i tempi dell’entrata ucraina nell’Unione, il presidente Zelensky ha accolto ieri a braccia aperte a Kiev anche Boris Johnson, che non ha mai vacillato nella scelta britannica di inviare armi alla resistenza ucraina. Nel nuovo pacchetto di aiuti Londra aggiunge anche programmi che prevedono l’addestramento di 10.000 soldati ogni tre mesi.
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