La Russia adesso minaccia anche la Moldavia Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 17 giugno 2022 Pagina: 2 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Lavrov: 'La Moldavia? Una seconda Ucraina'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 17/06/2022, a pag.2, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Lavrov: 'La Moldavia? Una seconda Ucraina' ".
Rosalba Castelletti
Vladimir Putin
La Commissione europea non si è ancora pronunciata sullo status di candidato all’adesione alla Ue a Ucraina e Moldavia, ma Mosca va già al contrattacco. La Ue, commenta il ministro degli Esteri Sergej Lavrov intervistato daNtv ,«opera in modo molto grossolano, costringendo questi nemmeno candidati ad aprire un secondo fronte ». Se dirà sì a Kiev, precisa, vuol dire che «ancora una volta è pronta a chiudere un occhio su tutti i suoi criteri », ma soprattutto che «è pronta a lasciarsi guidare esclusivamente da considerazioni geopolitiche». Quanto alla Moldavia, il capo della diplomazia russa non ha dubbi: l’Occidente «sta chiaramente cercando di farne una seconda Ucraina», mentre le autorità di Chisinau hanno adottato un «approccio consumistico» cheLavrov arriva a definire «accattonaggio » o «estorsione». Mendicano sulle forniture di gas, sostiene, chiedendo uno sconto sui pagamenti in cambio di un rallentamento del cammino di accesso all’Unione Europea.
Sergej Lavrov
Tra un incontro con il primo ministro centrafricano e uno con il vicepremier cubano a margine del Forum economico di San Pietroburgo, Lavrov non risparmia nessuno. Intervistato da Tass, non vede un accordo a conclusione della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina, perché è Kiev ad aver rinunciato alla piattaforma di negoziati concordata a Istanbul opponendo il «silenzio assoluto» alle proposte russe. Lavrov sottolinea inoltre l’attivismo di Paesi come Polonia, Ungheria e Romania che rilasciano passaporti in Ucraina da anni senza che nessuno si scandalizzi. Mentre, ai microfoni di Bbc,alza il tiro: «Trascinare l’Ucraina nella Nato è un atto criminale». Il comune denominatore, alla fine, è sempre l’Occidente. Nel giorno in cui Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron visitano Kiev, torna alla carica anche l’ex presidente e premier Dmitrij Medvedev, oramai saettatore seriale: «Agli appassionati europei di rane, salsicce di fegato e spaghetti, piace visitare Kiev. Con zero utilità». L’attuale vice del Consiglio di sicurezza scrive che i leader Ue prometteranno a Kiev «l’adesione all’Ue e vecchi obici, si leccheranno i baffi con l’horilka », una vodka ucraina, e torneranno a casa in treno «come 100 anni fa», ma «non avvicineranno l’Ucraina alla pace». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov si augura invece che i tre leader non «pompino ulteriormente armi» perché «è assolutamente inutile» e «infliggerà più danni », ma che adottino uno «sguardo realistico allo stato delle cose». Toni più moderati, ma la sostanza non cambia.
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