Europei uniti da Zelensky: 'Vogliamo Kiev nella Ue' Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 17 giugno 2022 Pagina: 2 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Europei uniti da Zelensky: 'Vogliamo Kiev nella Ue'. Scholz, sì all’invio di armi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/06/2022, a pag. 2, con il titolo "Europei uniti da Zelensky: 'Vogliamo Kiev nella Ue'. Scholz, sì all’invio di armi", il commento di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
È il momento in cui tutti alzano lo sguardo dal taccuino. È la notizia che tutti attendevano. E dopo la conferenza stampa Olaf Scholz la twitta, persino, fugando ogni dubbio residuo. È uno dei passaggi importanti di questa lunga giornata assolata e destinata a entrare nei libri di storia. Le ultime resistenze della Germania sulla candidatura dell’Ucraina nella Ue sono cadute. «Siamo venuti a Kiev con un chiaro messaggio - scandisce il cancelliere nel giardino del palazzo presidenziale - L’Ucraina fa parte della famiglia europea. La Germania vuole una decisione positiva sulla richiesta di candidatura dell’Ucraina all’Unione». Dai colloqui off the record con fonti governative emerge poi il tenace lavoro ai fianchi di Mario Draghi sul cancelliere tedesco, durante il loro lungo viaggio in treno per raggiungere Kiev insieme a Emmanuel Macron. Non a caso, alla conferenza stampa il premier italiano è stato ancora una volta il più esplicito, sulla tormentata questione: «Il messaggio più importante della nostra visita qui è che l’Italia vuole l’Ucraina nella Ue». Negli ultimi giorni anche Macron ha cambiato idea, ma l’osso duro tra i “grandi” restava Berlino. I tre maggiori leader europei hanno scelto di arrivare per la prima volta in Ucraina insieme per dare un segnale di unità europea. E Vladimir Putin li ha salutati con una sventagliata di bombe che hanno colpito ieri l’intero Paese. Le sirene che ululavano per i missili in arrivo nell’area della capitale hanno salutato i tre già ieri mattina, all’arrivo in stazione. E l’allarme antiaereo è suonato di nuovo durante i colloqui nel palazzo presidenziale.
La risposta politica delle tre maggiori potenze del continente è stata altrettanto chiara. Non solo sull’ingresso nella Ue, anche sulla fornitura di armi, capitolo dolente dei rapporti tra Berlino e Kiev, Scholz ha dato rassicurazioni sull’arrivo di aiuti militari in Ucraina «finché sarà necessario». E il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riconosciuto che «la Germania ci aiuta molto», dopo settimane di appelli disperati caduti nel vuoto. Gli ucraini hanno scortato i leader europei anche a Irpin prima dell’incontro con Zelensky. E Scholzha voluto sottolineare anche in conferenza stampa, con maggiore enfasi rispetto a quanto fatto finora, che «l’integrità e la sovranità dell’Ucraina e il suo diritto a difendersi sono fuori discussione». E sul processo di pace «solo l’Ucraina può decidere, e anche su una pace dalla quale mi sembra che siamo molto, molto lontani. La Russia non può imporre undikatfrieden , una pace coatta». Al di là delle resistenze che ancora ci sono da parte di Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Austria e Danimarcasull’accettazione dell’avviodell’integrazione di Kiev nell’Unione, la Commissione europea dovrebbe ufficializzare oggi il suo parere positivo al dossier, insieme a quello sulla Moldavia. Ma non sarà privo di caveat. E la strada per il via libera del Consiglio Ue del 23-23 giugno resta ancora in salita per il gruppo degli scettici. Ma ieri Macron ha accennato a un percorso «legato a condizioni », all’attuazione preventiva, in sostanza, di riforme in Ucraina che per Scholz dovranno essere «profonde », soprattutto nell’ambito della lotta alla corruzione e nella tuteladello Stato di diritto. Dal punto di vista politico è indubbio che il via libera della Germania potrebbe accelerare lo sblocco del dossier, convincendo gli ultimi irriducibili. I tre leader europei, affiancati su volontà di Macron dal premier rumeno Klaus Iohannis, hanno anche parlato con Zelensky della sicurezza alimentare e della catastrofale guerra della fame che si profila «in Asia e Africa» come ha sottolineato il presidente ucraino, a causa del grano bloccato nei porti sul Mar Nero. Draghi ha sottolineato l’importanza chenel negoziato sia l’Onu ad assumere il ruolo di garante dei trasporti. «Non c’è spazio per singoli ruoli», ha scandito, con chiaro riferimento alla proposta di francese di scortare le navi ucraine: «è l’ora di riscoprire il ruolo dell’Onu». Secondo una fonte governativa Draghi avrebbe proposto una timeline per sbloccare il negoziato sul grano che potrebbe essere discussa al G7 di fine giugno. Un suggerimento accolto con grande favore anzitutto dal padrone di casa della riunione imminente dei Sette Grandi, Olaf Scholz.
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