La demonizzazione di Sharon Uno dei soliti articoli antisraeliani ai quali Famiglia Cristiana ci ha ormai abituato
Testata: Famiglia Cristiana Data: 24 gennaio 2003 Pagina: 20 Autore: Guglielmo Sasinini Titolo: «Le due facce di Israele»
Sottotitolo: Gli israeliani al voto. Chi sarà il nuovo capo del governo, la colomba Amram Mitzna o il falco Ariel Sharon? I sondaggi danno favorito il secondo.
Nonostante tutto. L’immagine che appare sopra al titolo è di per sé un messaggio che intende orientare il lettore, uno dei soliti messaggi antisraeliani ai quali Famiglia Cristiana ci ha abituato.
La fotografia riprende due soldati con il mitra puntato verso due giovani palestinesi che tengono le mani alzate. La didascalia fornisce la seguente spiegazione:
"Arresto di palestinesi"
Quando, dove, perché?
Sotto a quella immagine il ritratto di Ariel Sharon.
Nell’altra pagina una fotografia illustra una manifestazione del movimento Peace Now e, ovviamente, il ritratto di Amram Mitzna.
Il messaggio è esplicito anche se gravemente fazioso: da una parte chi vuole la pace, dall’altra chi vuole la guerra.
L’articolo conferma, utilizzando le parole, il medesimo messaggio.
Ne riportiamo gli stralci più significativi che, inevitabilmente, invitano a riflessioni sull’ esistenza - in campo cattolico - di una stampa obiettiva e seria. Se da un lato, infatti la "colomba" laburista Amram Mitzna parla al cuore delle mamme che non vogliono più vedere i propri figli morire nei Territori palestinesi, dall’altro il falco Ariel Sharon, primo ministro uscente, sembra essere l’unico candidato in grado di spuntarla, ottenendo la conferma del proprio mandato, nonostante la guerra voluta e perseguita da Arafat il terrorismo fomentato e finanziato da Arafat la crisi economica alla quale ha certamente contribuito il venir meno dei proventi sui quali il paese poteva contare grazie ai turisti che, spaventati dal fenomeno del terrorismo, hanno scelto altre mete per le loro vacanze. E persino gli scandali che lo hanno coinvolto in prima persona con il sospetto di corruzione e appropriazione indebita. Scandali, guerra, terrorismo, crisi economica: tutta colpa di Sharon!! Nonostante la gestione fallimentare per quanto riguarda l’economia e la sicurezza, Sharon vede invece raddoppiare, almeno nelle previsioni, i consensi. Nonostante l’opinione personale del giornalista è possibile che gli israeliani non considerino completamente "fallimentare" l’operato di Sharon.
E’ possibile piuttosto che chi vive in Israele ed è sottoposto a continui attentati terroristici abbia la capacità di valutare meglio i propri leader di chi invece sta comodamente seduto in un bar, in Italia, a bere un caffè senza il terrore di essere fatto a pezzi! Secondo alcuni osservatori politici, i voti di protesta che sono piovuti sullo Shinui, partito non religioso per eccellenza, finiranno per approdare in gran parte al Likud, poiché l’aggressività di Sharon viene preferita alla posizione di compromesso dei laburisti. Se Sharon è "aggressivo" – opinione del giornalista – non si può certo dire che la "posizione di compromesso" dei laburisti si sia rivelata particolarmente fruttuosa. Ariel (l’Arik) Ma era proprio necessario riportare il soprannome? Sharon classe 1928, combattente della prima guerra di Israele, nel 1948, rappresenta invece agli occhi degli israeliani la visione opposta. Pur essendo il grande demone della politica israeliana, il falco sotto la cui leadership la situazione del Paese è precipitata, e nonostante che anche oggi non proponga alcuna reale speranza di cambiamento, gode di un largo appoggio, persino al centro e a sinistra dello schieramento politico. Sasinini proprio non riesce a farsene una ragione! Di fatto, è impossibile comprendere quali sono i motivi del divario tra la realtà e la posizione ben salda del primo ministro. O Sasinini è totalmente digiuno di questioni politiche e sociali, oppure le sue "convinzioni" sono rigorosamente di parte. Escludendo che l’elettorato israeliano sia rimasto vittima di una ben riuscita operazione di convincimento psicologico di massa, Per tutto l’articolo Sharon è stato definito nei modi più disparati: falco, aggressivo, corrotto; all’elenco mancava solo la "qualità" di manipolatore di menti umane! C’è da pensare che Arik sia ritenuto dalla maggior parte degli israeliani l’unico uomo in grado di dare le risposte che la gente cerca.
Non pochi politologi sostengono, infatti, che il maggior merito politico di Sharon sia la demonizzazione a oltranza di Arafat, l’essere riuscito a farlo diventare, agli occhi della pubblica opinione, l’unico responsabile del peggioramento della situazione politica e della sicurezza. Per la gente è stato creato un mostro il che libera Sharon da ogni responsabilità per quello che succede. L’obiettività giornalistica con Sasinini è andata a farsi benedire, questo è certo.
Ci preme tuttavia sottolineare che se è lecito, benché discutibile, provare simpatia per Arafat, niente esime un giornalista dal raccontare i fatti storici come realmente sono avvenuti. Le valutazioni personali, sempre consentite, debbono trovare altra sede per esprimersi.
"Arafat ha ulteriormente contribuito al successo di Sharon non facendo sforzi sufficienti per bloccare i terroristi suicidi."
E’ davvero vergognoso constatare che quando si tratta di condannare Sharon il giornalista non lesina le parole dure e sferzanti, attaccando l’operato del leader israeliano senza mezzi termini.
Per Arafat ogni scusa è plausibile oltre ad affermare faziosamente che il leader palestinese non ha fatto "sforzi sufficienti".
In realtà non ne ha fatti propri perché se da una parte condannava gli attentati (a parole) dall’altra finanziava senza alcuno scrupolo i terroristi che andavano a farsi saltare in aria.
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