Le terribili parole del leader di Hamas Il Secolo XIX intervista Abdul Aziz Rantisi, leader di Hamas. Il giornalista non commenta e non replica alle terribili parole del leader.
Testata: Il Secolo XIX Data: 24 gennaio 2003 Pagina: 4 Autore: Cristiano Fubiani Titolo: «Rantisi: non ci interessa chi vince»
Il giornalista riporta un’agghiacciante intervista a Abdul Aziz Rantisi, leader di Hamas. Da un capo terrorista non ci si può aspettare che sia favorevole alla convivenza con Israele, né tantomeno che sia finalmente disposto a negoziare con essa, essendo Hamas una delle più pericolose organizzazioni terroristiche. Dati questi presupposti l’intervista a Rantisi è ovviamente intrisa di parole durissime rivolte non solo alla politica israeliana ma anche al popolo stesso d’Israele. E tutto questo senza che il giornalista si preoccupi di replicare né di commentare. Vediamo alcuni stralci dell'intervista: Hamas non è interessato all’esito delle consultazioni. Non facciamo differenze tra laburisti e Likud. Entrambi hanno massacrato la nostra gente, hanno continuato a costruire insediamenti, già, ma per quale ragione ci sono questi insediamenti? Forse per evitare intrusioni terroristiche nelle città hanno ribadito che Gerusalemme è la capitale indivisa dello Stato ebraico, dimostrando nei fatti di essere contrari alla nascita di una Palestina libera. Gerusalemme è, sì, considerata da Israele città unica e indivisibile dello Stato ma qui sia l’interlocutore che il giornalista si dimenticano di sottolineare che Israele, grazie a Barak, propose il cedimento di una parte della capitale, offerta che Arafat rifiutò. E poi: "Palestina libera" cosa significa? libera dal'autocratico e sporco governo di Arafat? o dall'occupazione territoriale israeliana -cosa assolutamente falsa ma purtroppo data per certa dai palestinesi e dai loro sostenitori- ? Se Sharon è responsabile del massacro di Sabra e Chatila (uccisione di 2.000 palestinesi ad opera delle falangi cristiane libanesi nel 1982, n.d.r.), Questa "nota del redattore" è imprecisa e incompleta: non è stato Sharon a provocare l’uccisione di tutti questi palestinesi, bensì la sua colpa (colpa per la quale ha affrontato regolari processi, ammettendo quindi la propria responsabilità) consisteva nel mancato intervento militare per fermare i falangisti ed evitare così questo massacro.
Shimon Peres non è da meno. Fu infatti lui quattordici anni più tardi a ordinare il bombardamento e l’uccisione di un centinaio tra donne e bambini nel campo profughi Kana, nel sud del Libano" D: Nelle scorse settimane al Cairo i rappresentanti del governo egiziano e della stessa Anp vi hanno chiesto di fermare gli attacchi. Perché avete rifiutato la tregua? R: Nessuno ci ha mai chiesto di interrompere le azioni di martirio, nessuno ci ha imposto di bloccare la nostra resistenza.
Questa resistenza è ovviamente condivisa da Arafat, il quale porta avanti ogni tipo di propaganda antiisraeliana.
Noi abbiamo chiarito che continueremo a colpire obiettivi civili israeliani fino al termine dell’occupazione. Un'affermazione per nulla rassicurante per i civili israeliani, con la consapevolezza di dover continuare a morire per una causa inesistente. Inoltre il giornalista avrebbe potuto approfondire l’argomento dell’occupazione, rievocando tutti i negoziati attuati da Israele e da sempre rifiutati dalla Palestina (Barak, Rabin, etc). Solo quando Israele smetterà di uccidere i nostri bambini ci fermeremo. Israele non ha mai ucciso intenzionalmente nemmeno un bambino, anzi sono proprio i terroristi ad usare i bambini come scudi umani.
Infine, una domanda mal posta da parte del giornalista e la relativa risposta: Se il nuovo governo israeliano fosse disposto a negoziare la pace, favorendo la nascita di uno Stato palestinese entro i confini del ’67 accettereste? Come se fino ad allora Israele non si fosse mai mossa in tal senso! ed ecco come Rantisi replica: "Dovreste prima chiedere a Sharon se accetterebbe la nascita di uno Stato palestinese"
Sharon non ha mai smesso di lavorare per dei possibili negoziati con i palestinesi, ma con il perdurare del terrorismo e quindi con il mancato dialogo del suo interlocutore, è ben difficile riprendere i colloqui di pace. E non solo: Israele ha da sempre proposto la creazione di uno stato di fianco all’altro, ma l’intenzione palestinese appare differente: far fuori tutti gli israeliani pur di creare uno stato a scapito dell’altro.
E in tutta questa intervista il giornalista si mantiene quanto più possibile neutrale, ma la neutralità qui può significare assenso, data la totale assenza delle ossservazioni e/o correzioni anche solo di carattere storico.
Sotto il titolo troviamo una sintesi della situazione elettorale in Israele che finisce con questa frase: "Ieri, intanto, tre israelini sono stati uccisi nei pressi di Hebron. L'attentato è stato rivendicato da Hamas". Dunque: sono stati uccisi tre israeliani ma la cosa non sembra interessare il giornalista (per esempio, come si sono svolti i fatti?), mentre il discorso solitamente cambia se sono i palestinesi ad essere uccisi. Come mai? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio parere alla redazione del Secolo XIX. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.