|
Varie | |
|
|
Apparentemente il caso sembrerebbe chiuso. Una illustre editorialista fa dire ad un ministro israeliano che "vorrebbe sterminare i palestinesi" quando lui non l'ha mai detto. Quasi obbligata dalle lettere di protesta che La Stampa riceve, chiarisce che è tutto vero, la frase l'ha tratta da un editoriale in inglese pubblicato su un giornale israeliano (quindi non è una frase del Ministro Landau, da virgolettare come Spinelli ha fatto, ma un'opinione di un altro editorialista che, tra l'altro non virgoletta un bel niente, che Landau la pensi così è quindi solo una sua opinione). Ma per Spinelli fa poca differenza. Per lei la cosa finirebbe lì, con quella precisazione che non chiarisce un bel niente. Ma non finisce lì per i lettori della Stampa che, insoddisfatti, inondano La Stampa di lettere di protesta. A questo punto Barbara Spinelli è obbligata ad inventare una scusa, in altre parole ad ammettere che si è inventata tutto. Naturalemnete trova una scusa, si inventa un omonimo Landau, che sarebbe stato un ex addetto ai servizi di sicurezza e che sarebbe stato lui a dire quelle parole. Una trovata patetica e incredibile. Dopodichè due scuse ai lettori per "essersi sbagliata". Della diffamazione del ministro Uzi Landau manco a parlarne. Può finire qui un fatto così grave, e soprattutto così indicativo del malcostume giornalistico che è la norma di quasi tutti i nostri mezzi di informazione? Voglio sperare di no. C'è qualcuno fra i nostri lettori che esercita la professione forense e che ha voglia di fare un bel po'di citazioni per casi come quello di Barbara Spinelli? Informazione Corretta è disponibile a fare da propulsore all'iniziativa. Aspettiamo risposte. Angelo Pezzana |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |