Difesa e immagine dell’Islam
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
In questi giorni i fedeli di questa religione di cui ci viene raccontata la pace e la misericordia, sono costretti a farsi in quattro per difenderla da attacchi oltraggiosi. Innanzitutto c'è l'India, dove le dichiarazioni di una certa Nupur Sharma, portavoce del Bharativa Janata Party , il Partito del Popolo indiano, a cui appartiene il Primo Ministro Narendra Modi, hanno suscitato un vero e proprio scalpore. Più di quindici Paesi – comprese le monarchie del Golfo, l’Iran, l’Iraq, la Giordania, l’Indonesia, il Pakistan, l’Afghanistan e persino le Maldive – hanno sollevato vigorose proteste. Secondo Le Monde, che dedica ampi commenti a questa vicenda, l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), che conta cinquantasette Stati membri, ha ritenuto che la polemica si sia svolta in un “contesto di intensificazione dell'odio e degli abusi nei confronti dell'Islam in India e di azioni sistematiche contro i musulmani.” Senza dubbio per evitare di gettare benzina sul fuoco, Le Monde, questo importante quotidiano di informazione, ha scelto un titolo volutamente neutro: “L'India criticata da molti Paesi musulmani dopo le affermazioni di un suo alto funzionario, ritenute ‘islamofobe’.” Non ha fornito alcuna precisazione e men che meno ha messo a confronto con la verità storica le osservazioni fatte da Nupur Sharma – che da allora ha perso il suo incarico – accontentandosi di scrivere che si trattava di commenti che riguardavano il rapporto tra il profeta e Aisha, sua moglie, molto più giovane di lui.
Una prudenza che ha indignato molti lettori, che la vedono come una forma di autocensura. Come scrive uno di loro: “Perché in questo articolo mancano le informazioni principali, ovvero le affermazioni in questione, per formarsi un'opinione su questo fatto religioso e geopolitico?” Per la cronaca, secondo le fonti religiose sunnite Aisha aveva 6 o 7 anni quando sposò il suddetto profeta; il matrimonio non sarebbe stato consumato prima che lei avesse raggiunto l'età di 9 o 10 anni; lui ne aveva più di cinquanta. Nel frattempo in Inghilterra la grande catena di cinema Cineworld, dopo soli quattro giorni, è stata costretta a cancellare la programmazione del film “The Lady from Heaven” a seguito di un vasto movimento di protesta. Una petizione in tal senso aveva raccolto 120.000 firme.
Questo film britannico affronta in particolare la vita di Fatima, la figlia prediletta del profeta. Secondo la BBC, il Presidente del Consiglio delle moschee di Bolton, Asif Patel, ha affermato che il film è “nutrito di un'ideologia settaria” e “distorce le narrazioni storiche ortodosse e manca di rispetto verso gli individui più stimati della storia islamica.” E’ opportuno sottolineare la reazione del Segretario alla Salute Sajid Javid. Nato a Londra,figlio di emigranti pakistani, Javid che si definisce musulmano per tradizione familiare ma non praticante, si è dichiarato “molto preoccupato per la crescente cancel culture in questo Paese.” Javid ha voluto mettere in evidenza che nel Regno Unito non esistono leggi sulla blasfemia e ha avvertito che questo sarebbe “un percorso incredibilmente pericoloso da intraprendere.”