Sanzioni: 'Fanno male più a noi che alla Russia', si dice. Ma è vero l’esatto contrario Editoriale
Testata: Il Foglio Data: 09 giugno 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Sanzioni tra percezione e realtà»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/06/2022, a pag. 3, l'editoriale "Sanzioni tra percezione e realtà".
Più la guerra d’invasione russa in Ucraina prosegue, più si vedono gli effetti sull’aumento dei costi dell’energia e dei beni alimentari, più in Europa – e in particolare in Italia – avanza la convinzione che “le sanzioni fanno male più a noi che alla Russia”. Questo assunto viene ormai quasi dato per acquisito anche da parte di chi è favorevole alle sanzioni, da chi cioè le ritiene giuste e doverose anche se costano più a noi che a Putin. Il problema è che questa percezione, peraltro alimentata dalla propaganda un po’ spaccona del Cremlino, è completamente infondata. E non di poco.
Secondo le previsioni della World Bank nel 2022 il pil dell’Eurozona crescerà del 2,5 (-1,7 punti rispetto alla previsioni ante guerra). In Russia, invece, ci sarà una recessione profonda: -8,9 per cento del pil (-11,3 punti rispetto alle vecchie stime). A Mosca l’impatto è sette volte peggio. L’Ocse ha diffuso previsioni analoghe, anzi peggiori per il Cremlino: +2,6 per cento per l’Eurozona e -10 per cento per la Russia. E non si tratta di stime propagandiste prodotte dall’occidente corrotto, dato che le previsioni made in Russia, ad esempio quelle della Banca centrale russa, sono sovrapponibili. Ciò non vuol dire che l’impatto sull’economia europea e italiana, che peraltro escono dalla pesante crisi Covid, sia trascurabile. Tutt’altro. Ma è illusorio ritenere che la frenata sparirebbe insieme alle sanzioni, perché buona parte delle conseguenze negative prodotte dalla guerra sui prezzi energetici e alimentari persisterebbe anche in assenza di sanzioni. Gli europei devono essere consapevoli dei costi della guerra in Ucraina e del prezzo per contrastare Putin, ma senza farsi travolgere da percezioni distorte e paure infondate, alimentate dalla propaganda russa.
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