Ora Renzi tende la mano a Damilano: 'Ci aiuterà contro sovranisti e populisti' Cronaca di Maurizio Tropeano
Testata: La Stampa Data: 08 giugno 2022 Pagina: 47 Autore: Maurizio Tropeano Titolo: «Ora Renzi tende la mano a Damilano: 'Ci aiuterà contro sovranisti e populisti'»
Riprendiamo dalla STAMPA Torino di oggi, 08/06/2022 a pag.47 con il titolo "Ora Renzi tende la mano a Damilano: 'Ci aiuterà contro sovranisti e populisti' " la cronaca di Maurizio Tropeano.
Matteo Renzi
Il faro è Mario Draghi. E la sua luce, al di là di quali saranno le scelte personali del primo ministro dopo le elezioni politiche del 2023, indica la rotta che potrebbe portare alla convergenza tra il disegno politico di Matteo Renzi e quello di Paolo Damilano, il candidato sindaco del centrodestra che alcuni giorni fa ha annunciato l'addio alla coalizione: «Non voglio restare ostaggio di una deriva sovranista». L'ex premier la mette giù così: «È una persona che stimo ed ho apprezzato molto il coraggio della sua decisione di renderla pubblica. È una posizione di buon senso. Io ho detto che da qui ad un anno dobbiamo dare un tetto ad una posizione politica di chi non è sovranista e nemmeno è populista. Io trovo molto interessante quello che lui, e insieme a lui tanti altri potranno fare. E Paolo può sicuramente dare una mano». La diaspora di Torino Bellissima, dove nove dei 20 consiglieri eletti nelle circoscrizioni hanno deciso di non seguire l'imprenditore del vino e delle acque ha probabilmente rallentato, ma non certo bloccato, la marcia di avvicinamento. Ieri sera, infatti, nelle sale del Museo dell'Automobile che Italia Viva ha scelto per la presentazione del libro dell'ex premier, «Il Mostro», tutto era stato allestito per mettere in luce la vicinanza dei due progetti. Gli organizzatori, infatti, avevano riservato un posto in prima fila con un foglio bianco con nome e cognome per Damilano e un altro, in seconda, per il pediatra e consigliere comunale, Pietro Abbruzzese. Nessuno dei due alla fine si è presentato anche se Damilano, commentando l'addio dei consiglieri di quartiere aveva annunciato: «Nei prossimi giorni rilanceremo il nostro impegno nelle istituzioni e inizieremo un percorso con tutte quelle realtà che hanno deciso di non arrendersi alla deriva populista di destra e hanno voglia di tornare a occuparsi con serietà della cosa pubblica». In sala, però, c'era Guido Gozzi, renziano della prima ora e poi candidato per la seconda lista civica, Progresso Torino. Senza dimenticare che a Davide Ricca anche lui un alfiere del renzismo il ruolo di coordinatore degli eletti nei quartieri. E anche la portavoce, «ma a titolo personale». Silvia Fregolent e Mauro Marino, i parlamentari del collegio che un anno fa avevano avuto i primi abboccamenti con l'imprenditore hanno salutato subito con entusiasmo la mossa. In sala c'è anche chi ha ipotizzato un incontro privato tra Matteo e Paolo. Entrambi hanno smentito ma l'ex premier ha aggiunto: «L'ho incontrato in passato, lo stimo e penso possa davvero essere una persona che può dare una mano in prospettiva». In questo schema di gioco non c'è spazio per il Pd, almeno fino a quando resterà alleato con il M5S. Renzi la vede così: «Torino è una città che dimostra che i grillini dopo che li hai provati li eviti, è un dato di fatto. È successo a Torino, a Roma, al governo nazionale, a Parma è successo in partenza». E a chi gli fa notare che in Sicilia e in altre città la coalizione giallorossa corre unita, l'ex premier risponde così: «Ma credete davvero che i 5S arrivino vivi alle elezioni del 2023, non vedete che litigano tutti i giorni…». Questo, però, è il futuro. Il presente è legato ad alcune centinaia di persone che lo accolgono come una star e che credono nelle sue scelte politiche: «C'è un bel fermento - commenta - ci sono sale piene, partecipate: la gente vuole stare in un'area che non sia né l'area del reddito di cittadinanza né quella di chi dice usciamo dall'euro». E poi domenica si vota per le comunali e i referendum. Nel primo caso: «Non credo ci sia da aspettarsi chissà quale rivoluzione o novità dalle amministrative». Il motivo? «La politica sta attraversando una fase di grande stanchezza anche perché piaccia o non piaccia l'avvento di Draghi che noi consideriamo una salvezza per il Paese ha un po' messo in stand by le forze politiche». Nel secondo: «Sarà molto difficile raggiungere il quorum. Io andrò a votare e voterò cinque sì».
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