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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.01.2003 Le inesattezze quotidiane del Corriere
Opinioni personali ed inesattezze: tutto questo negli articoli di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 gennaio 2003
Pagina: 15
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Sharon: «Solo gli Stati Uniti ci aiutano»»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Ad Ariel Sharon non importa nulla dell’Europa, «poco bilanciata» sul conflitto.
Per la verità non l'ha detta proprio così. Le parole esatte di Sharon sono state: "Io accetto e apprezzo tutti i leader europei, uno a uno: Berlusconi, Aznar, Chirac. Ma penso che sbaglino su Arafat. Dovrebbe essere rimosso per diventare una figura, se piace ai palestinesi, simbolica. Vorrei che gli Europei divenissero, finalmente, più equilibrati". Riassumere è un'arte: se non la si domina, sarebbe meglio lasciar perdere.

Quello che conta è l’identità di vedute con gli Usa, che garantiscono copertura diplomatica e, soprattutto, finanziaria.
Gli Usa forniscono una grossa copertura finanziaria anche all'Egitto - giusto per fare un esempio: perché fanno scandalo solo i finanziamenti a Israele?
Il premier, sempre in testa nei sondaggi pre-elettorali, incontra i giornalisti stranieri in una conferenza stampa. Appare un po’ appannato. I consiglieri, che assomigliano ai suggeritori del suo nemico Arafat, vegliano su di lui.
Possibile che Olimpio non riesca MAI a rinunciare a questo genere di battutine? In che cosa i consiglieri di una democrazia assomiglierebbero ai servi di un satrapo che navigano nell'oro mentre la loro gente marcisce nei campi?
Traducono, passano bigliettini. Un intervento non superfluo visto quanto accaduto con un’intervista rilasciata al settimanale americano Newsweek . Sollecitato ad esprimere un giudizio sull’iniziativa del Quartetto diplomatico - Usa, Russia, Onu e Unione Europea - Sharon si è lasciato scappare: «Oh, il quartetto non vale niente. Non lo prenda troppo sul serio, c’è un altro piano che funzionerà».
Perché, il cosiddetto Quartetto è riuscito a combinare qualcosa finora? Ha mostrato di servire a qualcosa? Ha fermato un solo terrorista? Ha fatto fare un solo passo avanti al dramma mediorientale?
L’ufficio del premier ha diffuso un comunicato che ha smentito nella forma ma non nella sostanza la valutazione
Giustamente, visto che era una valutazione corretta.
ARAFAT - Per il premier è «l’ostacolo alla pace», deve essere rimosso come ha indicato «anche il presidente Bush». Ci sono palestinesi - ha aggiunto Sharon - che vogliono un cambiamento ma «non osano dirlo pubblicamente perché temono di essere ammazzati».
E' la pura verità. Non "per il premier", ma per chiunque abbia occhi e orecchie.
STATO PALESTINESE - «Siamo pronti a dolorose concessioni - è il ritornello del premier - ma prima deve cessare del tutto la violenza».
RITORNELLO? Uno stato, unico caso al mondo, è pronto a restituire dei territori conquistati in una guerra subita, e il signor Olimpio non trova di meglio che chiamarlo, con ironia di bassa lega, "ritornello"?
Un giorno ci potrà essere uno Stato palestinese demilitarizzato, ma con i confini esterni controllati dallo Stato ebraico.
IRAQ - «Israele è pronto e bene organizzato. Abbiamo adottato insieme con Washington, con cui abbiamo una cooperazione strategica profonda, le precauzioni necessarie per prevenire un attacco iracheno... Il materiale a disposizione non è paragonabile a quello del conflitto del 1991». In ogni caso, il premier ha ribadito che il suo Paese «non è coinvolto nella guerra, né spinge gli Usa a farla».
ELETTORI - Un giornalista gli chiede come ha fatto a diventare così popolare dopo che avevano pronunciato la «sua morte politica». Sharon replica prima con una battuta: «Forse non mi avevano seppellito bene». Poi aggiunge serio: «Hanno bisogno di qualcuno di esperienza, determinato. Io non mi faccio prendere dal panico». E’ l’immagine del nonno tosto con un nodoso bastone tra le mani: figura che gli israeliani sembrano approvare.
No, Olimpio, non "sembrano approvare": lo approvano proprio. E visti i disastri combinati dagli avversari, non pare ci sia troppo da stupirsene.
SCANDALI - Gli chiedono se non esista un conflitto di interessi in quanto il suo avvocato nonché responsabile dell’ufficio, Dov Weisglass, ha avuto contatti d’affari con un uomo di Arafat. Sharon replica che «non c’è bisogno di preoccuparsi». Il legale, seduto a due metri, sorride. Parla il suo volto, diventato rosso come un peperone.
Evidentemente non ha imparato abbastanza da Arafat.

HEBRON - Hebron si è confermata capitale incontrastata dell’odio.
Questa è un'opinione personale, non una notizia.

Ieri i funerali di un rabbino assassinato da due palestinesi sono degenerati in violenze contro arabi, agenti e giornalisti. La famiglia e i compagni della vittima - il rabbino Netanel Ozeri, membro del gruppo estremista ebraico Kach - hanno preso «in ostaggio» la salma, nel tentativo di tumularla in una zona contesa. Per due volte l’esercito ha dovuto inseguire il feretro. Una scena incredibile con l’auto che trasportava il feretro in fuga, tra sgommate e manovre spericolate
Più incredibile del funerale palestinese col morto che cade per terra, si rialza e rimonta sulla barella?
Una corsa folle finita ad un posto di blocco a venti chilometri da Gerusalemme
Proprio come fa la polizia di Arafat quando la rabbia palestinese degenera!

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