Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 08/06/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Natan Sharansky
Quando Natan Sharansky nel 1986 esce dal carcere e gli è finalmente permesso di lasciare l’Unione Sovietica per andare in Israele, incontra il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e gli ricorda che «quando eravamo in cella e sentivamo che vi battevate per noi, capimmo di non essere più soli e che la sorte dei nostri carcerieri era segnata». Gianni Vernetti, Dissidenti.
I Romani: «...prima fuggiaschi senza patria né parenti, si sono costituiti in Stato per la distruzione del mondo» (lettera di Mitridate ad Arsace, in Sallust., Hist., fr. 69). Ma è l’esattissima immagine dei bolscevichi di Lenin: sradicati, conquistatori, distruttori del mondo. Guido Ceronetti, Pensieri del tè.
Non si possono insegnare nuovi trucchi a un vecchio dogma. Dorothy Parker.
Kissinger, che si voleva Metternich, è finito per essere un Chamberlain. [Vuole] che l’Ucraina ceda alcuni territori alla Russia. È una proposta indecente, dopo aver assistito ai sacrifici compiuti dall’Ucraina. Immorale. Ma soprattutto assurda. Indegna dell’esperto in geopolitica che un tempo tentava di mettere la Cina contro la Russia. Mi chiedo cosa dirà il giorno in cui Putin lo prenderà in parola e si annetterà la Polonia, o lo farà Xi Jinping con Taiwan. Bernard-Henri Lévy 1, la Repubblica.
Pretendere che gli ucraini smettano di difendersi e inizino a consolare i loro persecutori russi affinché non si sentano umiliati nel caso non andasse in porto il progetto di soluzione finale è moralmente osceno. Oltre che umiliante per chi continua a farlo. Christian Rocca, Linkiesta.
Avendo speso tanti soldi in Italia, comprando non solo oggetti di lusso, ville, residenze, ma anche leader politici, professori e giornalisti di terz’ordine, il «sistema Putin», la cleptocrazia fondata sugli oligarchi, ha creduto [di avere] omologato tutto il sistema mediatico italiano quasi si trattasse d’una versione mediterranea della Transnistria. Fabrizio Cicchitto, HuffPost.
Risposta fulminante del Kyiv Independent al New York Times che, in un editoriale, suggeriva di smetterla di sostenere l’Ucraina, basandosi sulla tesi che la Russia è «tremendamente più forte». Come sarebbe a dire? Che siccome Putin può vincere, dovremmo convincere Zelensky a perdere? […] È come se all’improvviso Trump fosse diventato caporedattore del principale quotidiano [liberal] degli Stati Uniti. Bernard-Henri Lévy 2, la Repubblica.
Sergei Lavrov aveva organizzato una visita a Belgrado ma Bulgaria, Macedonia del nord e Montenegro hanno chiuso lo spazio aereo al ministro degli Esteri russo che ha così annullato il viaggio. Il Foglio.
[Zelensky è] una tragica versione ucraina della saga italiana di Beppe Grillo e del suo movimento. [Tragica?] Piergiorgio Odifreddi, La Stampa.
Siamo veramente liberi di vestirci come vogliamo? Credo che in questa asserzione di libertà ci sia un inganno. Dacia Maraini, La Stampa.
I bambini [imparino] i benefici nutrizionali e ambientali del consumo di insetti, come grilli, cavallette, bachi da seta, locuste e vermi della farina. Beppe Grillo (dal suo blog).
È difficile immaginare una puntata di infotainment più surreale di quella andata in onda [da Mosca] la sera del 5 giugno su La7. Un guazzabuglio, compreso il malore [di] Massimo Giletti. Ha però [avuto] il pregio d’aver messo in luce l’assurdità e l’insostenibilità del talk show italiano, produttore di un fenomeno di inciviltà, che non solo implica scontri verbali da bar di Caracas, offese reciproche e delegittimazioni, ma anche il via libera alle informazioni false, alle affermazioni eticamente aberranti, al rovesciamento di ogni valore fino ad ora considerato di base in una democrazia. Sofia Ventura, HuffPost.
Noi italiani dovremmo giustificarci con i russi, che stanno massacrando l’Ucraina, di vivere in un Paese democratico. Aldo Grasso, CorSera.
Chi, come il sottoscritto, si batte per salvare la vita dei civili ucraini e preservare un pezzo di Ucraina democratica viene accusato di essere filo putiniano da coloro che, come il governo Draghi e il Corriere della Sera, si battono per la distruzione totale dell’Ucraina massacro della sua popolazione civile e la caduta di Kiev sotto il giogo di Putin. Alessandro Orsini, il Fatto quotidiano.
[Grande antichista, Luciano] Canfora ha un solo gigantesco difetto: l’irresistibile impulso a difendere ogni nefandezza provenga da Mosca, sia nella versione apocalittica dello stalinismo e del Gulag, sia in quella arrogante e torva del putinismo che fa a pezzi l’indipendenza dell’Ucraina. È l’ennesimo capitolo della storia degli intellettuali del Novecento che si sono inchinati ai piedi dei totalitarismi, da Heidegger. che scendeva dalle nuvole dell’Essere per glorificare Hitler, a Brecht che, tra i carri armati della Ddr e gli operai tedeschi che protestavano, stava dalla parte dei carri armati. […] Canfora è il tipico intellettuale novecentesco che dimostra come le meraviglia degli studi possa combinarsi con le castronerie di una cieca militanza ideologica. Pierluigi Battista, HuffPost.
La magistratura militante ha ancora una grande potere e lo si capisce dal silenzio che avvolge ¡ cinque referendum sulla giustizia. Nessuno o quasi sa che domenica si va al voto, nessuno sa per che cosa si voterà. […] Cosi direi che il quorum è irraggiungibile. Se non succede qualcosa, gli italiani perderanno un’occasione storica per cambiare. Gianni Minoli (Stefano Zurlo, il Giornale).
Un sistema così sfasciato ha bisogno di ricostruzione. Per natura il referendum può solo togliere. Ma serve. Carlo Nordio (V. Pic., CorSera)
Abbiamo molte idee sbagliate e tante ideologie fasulle, in cui non crediamo, ma in cui fingiamo di credere purché portino acqua al nostro mulino di spericolati conformisti. Roberto Gervaso.