La riscossa degli ucraini Commento di Monica Perosino
Testata: La Stampa Data: 05 giugno 2022 Pagina: 10 Autore: Monica Perosino Titolo: «La riscossa degli ucraini: 'Distrutta un'armata russa'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/06/2022, a pag.10 con il titolo "La riscossa degli ucraini: 'Distrutta un'armata russa' " la cronaca di Monica Perosino.
Monica Perosino
Kherson
Il prezzo pagato ieri dalle forze ucraine per difendere la linea del Donbass si misura con la sequenza di ambulanze che al calar del sole arrancano da Severodonetsk e Bakhmut verso Pokrovsk. I feriti sobbalzano sulle vecchie Uaz-452 sovietiche degli Anni 60 in direzione contraria ai mezzi militari, che filano spediti verso il fronte carichi di benzina, rifornimenti, armi, tank. Gli ucraini stanno rinforzando la linea di difesa con tutto quello che hanno. A un check-point è fermo un furgone bianco, sulla fiancata è in indicato un numero, "200", il codice per il trasporto dei caduti. Dall'altra parte, nelle zone controllate dai russi, si immaginano le stesse colonne di mezzi, la stessa fila di ambulanze, lo stesso bilancio di una giornata di combattimenti feroci. Severdonetsk non è ancora caduta, anche se i generali russi sostengono che le forze ucraine abbiano perso in alcune unità fino al 90 per cento dei loro uomini, mentre Kiev dice che sia stato riconquistato un quinto del territorio e inflitte enormi perdite tra le fila nemiche. L'esercito di Mosca sta facendo saltare in aria i ponti sul fiume Seversky Donets per impedire agli ucraini di portare rinforzi militari e fornire aiuti alla città, dove i soldati di Kiev stanno mantenendo le posizioni. In mezzo, i civili. Ancora ieri a Sloviansk c'erano «25mila persone sotto il costante bombardamento russo», ha detto il sindaco, Vadym Lyakh. Più a Nord, se la notizia fosse confermata, gli ucraini avrebbero distrutto la 35ª armata della Federazione russa a Izyum, nella regione di Kharkiv. Le direttrici dell'offensiva russa e della controffensiva ucraina si concentrano negli oblast di Lugansk e di Donetsk, dove l'intera linea di contatto è un attacco continuo con mortai, artiglieria, razzi, missili da crociera e bombardamenti aerei concentrati nelle aree di Severodonetsk, Bakhmut e Sloviansk. Nonostante questo dispiegamento di forze Mosca non riesce ad avere un impatto significativo sul conflitto e di conseguenza è probabile, dicono i servizi inglesi, che le scorte di missili ad alta di precisione siano in esaurimento. Ieri, tra le numerose vittime, anche quattro volontari stranieri della Legione per la Difesa dell'Ucraina, un tedesco, un olandese, un australiano e un francese. È la guerra d'attrito con accelerazioni drammatiche, dove entrambi le parti celebrano vittorie che un solo risultato certo hanno, le vittime. «Gli occupanti sanno esattamente che cosa viene colpito» ha scritto ieri su Telegram Zelensky dopo il bombardamento sull'Eremo di Ognissanti della Santa Dormizione di Sviatohirsk Lavra. «Sanno che non ci sono obiettivi militari sul territorio di Svyatogorsk Lavra. Si sa che ci sono circa 300 civili in fuga dalle ostilità, di cui 60 bambini. Ma ancora l'esercito russo sta bombardando».
Ci sono le vittime, i feriti, milioni di sfollati, la sofferenza indicibile e poi c'è la distruzione materiale: «Nessun Paese come la Russia ha distrutto così tanti monumenti e siti culturali in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Di cosa si può parlare con uno stato barbaro, con uno Stato terrorista?». Mentre tuonano le bombe, e i droni russi si accaniscono su obbiettivi "pericolosi" come un trattore e il contadino che lo guida (ieri nel Kherson occupato ne è stato incenerito un altro), c'è chi lavora in silenzio «contro uno Stato barbaro, terrorista», lo stesso Stato cui fa riferimento Zelensky. Ieri mattina la squadra di sminatori del tenente colonnello Alexei Kozhumyaka è uscita come ogni giorno alla ricerca di mine: «L'obbiettivo di questi esplosivi sono i civili e i bambini. Chi fa questo è un terrorista, non solo il "nemico»". Chi prende di mira le persone, li inganna nascondendo esplosivo negli oggetti quotidiani allo solo scopo di terrorizzare e uccidere senza motivo, come si potrebbe definire altrimenti?». Gli sminatori trovano trappole esplosive ovunque, nei pupazzi dei bambini, tra le pagine dei passaporti, negli strumenti musicali, nei telefoni. Mentre i soldati sparano, loro scavano. «Uno pensa sempre che siano le mine anti uomo o anti carro l'unico pericolo, invece…». Solo la sua squadra ha neutralizzato oltre 2.500 ordigni dall'inizio della guerra, in una sola settimana sono stati fatti brillare 27 mila ordigni in tutto il Paese. Si calcola che per sminare l'intera Ucraina serviranno dai 5 ai 7 anni. Il 10-30% delle armi esplosive usate, sganciate, sparate o lanciate non esplode, e molti altri ordigni vengono abbandonati per diversi motivi. «Ogni giorno qualche contadino o semplici cittadini ci chiamano perché trovano qualcosa nel loro giardino, tra le macerie delle loro case distrutte, nei campi – spiega Alexei Kozhumyaka- . Se la situazione è tranquilla andiamo sul posto e bonifichiamo. Quelle che ci capitano più spesso sono le bombe a grappolo, Tornado S e Uragan». Prima della guerra gli sminatori ucraini si occupavano prevalentemente dei residui bellici della Seconda guerra mondiale: "Cerco di non pensarci, ma è impossibile: sono passati 80 anni e ogni giorno troviamo i resti di quella guerra. Ora considerate l'intensità con la quale ci bombardano oggi, e che uno sminatore riesce a bonificare 10 metri quadrati al giorno, avete presente la vastità del territorio ucraino? Anche se la guerra finisse oggi ci vorranno anni perché finisca davvero».
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