Testata: La Stampa Data: 17 gennaio 2002 Pagina: 3 Autore: Barbara Spinelli Titolo: «Mea culpa»
Si è appena spenta l'eco dell'articolo di Barbara Spinelli, che dalle colonne del quotidiano torinese "La Stampa" accusa gli ebrei e lo Stato di Israele di essere incapace di un mea culpa verso i suoi errori storici. Ora che la polemica ha perso la sua forza deflagrante può essere utile analizzare, a mente fredda, gli elementi della costruzione logica e dialettica della Spinelli.
Il suo articolo, in cui auspicava il mea culpa degli israeliani e degli ebrei (28/9/01) era basato su più ipotesi sbagliate. La prima - che i palestinesi non c'entravano niente con l'olocausto e la "soluzione finale" degli ebrei.
Una serie di documenti dimostra il contrario, cioè la responsabilità diretta del Mufti di Jerusalem nell' Olocausto, l'alleanza firmata da lui in nome del suo popolo con Adolf Hitler, lettere del mufti in cui sprona i nazisti a trasferire gli ebrei ungheresi in Polonia - nei campi di sterminio- per evitare il loro arrivo in Israele, la sua collaborazione durante la seconda guerra mondiale con il regime nazista- alla realizzazione dello sterminio degli ebrei- a capo dei reparti mussulmani delle SS ecc.
La seconda era una citazione a sproposito dell'islamista Bernard Lewis, di cui abbiamo mandato alla Spinelli ed a La Stampa il testo originale- che dice l'opposto di quello che diceva la Spinelli.
Un altro fatto palesemente sbagliato in quel "coraggioso" articolo era la citazione a sproposito che la Spinelli ha fatto delle parole dello storico israeliano Benni Morris, per accreditare la sua tesi della colpa degli israeliani- la colpa degli ebrei, probabilmente senza leggere i suoi scritti- o peggio senza capirli.