Testata: Italia Oggi Data: 25 maggio 2022 Pagina: 10 Autore: Diego Gabutti Titolo: «Periscopio 25/05/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 25/05/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Silvio Berlusconi
Le parole pronunciate giorni fa da Silvio Berlusconi all’uscita dal ristorante «Cicciotto a Marechiaro» davano un’innegabile sensazione di schiettezza. Fuori dal locale napoletano, l’ex presidente del Consiglio ha detto in modo nitido che – fosse per lui – si dovrebbe smettere di dare armi all’Ucraina; che, qualora si decidesse di continuare a fornire armamenti alla resistenza antirussa, bisognerebbe farlo di nascosto; e che l’Europa dovrebbe impegnarsi a costringere Zelensky a prestare ascolto alle indicazioni che gli vengono da Putin. Paolo Mieli I (CorSera).
A Berlusconi Napoli fa male, gli dà letteralmente alla testa, lo rimbecillisce, lo mette in uno stato stuporoso e lo incita immancabilmente a dare di sé un’immagine molto giocosa, molto privata, e un tantino avventurosa. Giuliano Ferrara, il Foglio.
Siamo un partito abituato a parlare con i fatti, e i fatti sono chiari: il sì convinto dei ministri e di ogni deputato e senatore di Forza Italia al decreto Ucraina indica la nostra collocazione nella crisi con chiarezza. Sulla guerra e sulle alleanze internazionali non accettiamo giochetti. Mara Carfagna (Marco Cremonesi, CorSera).
Prima di criticare Silvio Berlusconi qualcuno dovrebbe contare fino a cinque. Matteo Salvini.
Invito il segretario della Lega Matteo Salvini a rispettare il dibattito interno ad un partito che per il momento non è il suo. Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica su una posizione che comprendo bene non essere quella di Salvini, ma che riguarda la collocazione europeista ed atlantista di Forza Italia. Mariastella Gelmini (graffidamato.com).
Quanto è spontaneo e vicino al popolo il Salvini in maglietta rosso-nera che saltella tra i tifosi mandando pesantemente a stendere gli interisti. Massimo Gramellini, CorSera.
L’allocuzione da «Cicciotto a Marechiaro» ha aperto la via per la nascita – all'insegna del no alle armi all’Ucraina – di un nuovo Grande Centro del quale faranno parte Lega, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. Schieramento al quale Berlusconi porterà in dote l’ancoraggio al Partito popolare europeo. E che costituirà una sorta di approdo naturale per tre partiti anomali che hanno fatto la storia di questi trent'anni. Paolo Mieli II (CorSera).
In barba a Crozza, vediamo Silvio pimpante. Sul palco di Treviglio (Bergamo) è apparso, a sorpresa, affiancato da due corazziere: la quasimoglie Fascina e la quasibadante Ronzulli. Mauro Suttora, HuffPost.
Solo gli sprovveduti pensano che sia un caso che Lavrov fa il suo comizio su un canale di Berlusconi. Pierferdinando Casini, HuffPost.
A quasi tre mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Italia è diventata il palcoscenico di un evidente contrasto che richiama l’attenzione internazionale: esprime il governo Ue più impegnato a cementare il fronte euroatlantico ed al tempo stesso registra la presenza del più folto schieramento di leader politici in sintonia con le posizioni del Cremlino. Maurizio Molinari, la Repubblica.
Ci fu un momento nella Firenze del tardo Duecento in cui il legato pontificio riuscì a costringere guelfi e ghibellini a governare insieme la città. Un po’ per celia e un po’ sul serio ci si può chiedere se dalle parti della curia romana ci sarà qualcuno così autorevole da convincere i due partiti che saranno probabilmente più votati alle prossime elezioni, Pd e Fratelli d’Italia, a governare insieme. Dal momento che, grazie all’intelligenza e al coraggio dei loro leader, essi si sono schierati – senza riserve mentali – dalla stessa parte (quella occidentale) in questa guerra. Al di là dei paradossi, resta che entrambi quei partiti, in caso di vittoria elettorale, sarebbero costretti a porsi una domanda: come fare a mandare all’opposizione, o comunque mettere in condizione di non nuocere, il vasto e variegato partito putiniano italiano? Angelo Panebianco, Corsera.
Gesù, aiutaci. Giuseppe Marotta.
[Militari, oligarchi e] «siloviki», i cekisti ex Kgb elevati a classe dirigente. Questi tre cerchi concentrici sono diventati in Russia tre ceti. Decideranno loro il futuro: senza popolo. In questi giorni la Russia ricorda il proverbio più antico, secondo cui «lo zar può essere soltanto sanguinario, o insanguinato»: e attende di capire se siamo a metà del presagio o se il moderno zar, impantanato al fronte, riuscirà a vincere la guerra contro la profezia. Ezio Mauro, la Repubblica.
Falcone stava per partire per Mosca. Mi disse che la mafia russa aveva in mano lo Stato. Claudio Martelli (Maria Antonietta Calibrò, HuffPost).
L’Italia non deve andare al rimorchio della Nato. Giuseppe Conte, iltempo.it.
Se andate a Vilnius, in Lituania, visitate l’ex centro del Kgb, con le celle di tortura e di esecuzione. Andate a vedere le targhe dove sono scritti i nomi delle persone che si sono gettate dalla finestra. E capirete perché questi paesi dell’est hanno chiesto l’ombrello della Nato. Robert Littell, Le Point (dal Foglio).
Come lo studente graziato dai professori a fine anno per le sue lacune siamo stati veloci a promettere ai nostri alleati mari e monti ma siamo molto lenti a rispettare patti e impegni. Da qui il nervosismo di Draghi che ha annunciato di voler procedere d’ora in avanti a colpi di fiducia. Se i partiti, un po’ tutti, pensavano di nascondersi dietro le sottane di Super Mario per continuare con le solite furberie, oggi devono prendere atto […] che non ci saranno sconti né scorciatoie. I nodi stanno per venire al pettine. Alessandro Sallusti, il Giornale.
Sembra che Bertrand Russell amasse ricordare l’aneddoto di Anatole France a Lourdes; quando France vide stampelle e occhiali ammucchiati nella grotta, domandò: «Ma come, niente gambe di legno? John Wisdom, Multum y Parvo.
«Ama il prossimo tuo come te stesso». Ma non aspettarti d’essere ricambiato. Roberto Gervaso.