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Israele e i suoi vicini
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
E’ una vera dichiarazione di vittoria quella che l’esercito giordano ha appena pubblicato lunedì 23 maggio scorso, in cui dice di aver ucciso quattro persone provenienti dalla Siria che stavano cercando di far entrare un’immensa quantità di droga. Un numero imprecisato di membri della banda, tra cui alcuni feriti, è riuscito a fuggire, lasciandosi dietro una delle più grandi quantità di droga della storia. Non c’era solo Hashish, ma anche pillole di Captagon e Tramadol, due droghe pericolose e potenti che sono molto diffuse in Medio Oriente. Nel corso del 2021, l'esercito era riuscito a bloccare 361 tentativi simili di provenienza siriana e a sequestrare oltre 15 milioni di pillole di stupefacenti di ogni tipo. Solo nel gennaio del 2022, 27 trafficanti sono stati uccisi al confine. Secondo una dichiarazione rilasciata a febbraio dalle forze armate giordane in merito al traffico di droga dalla Siria alla Giordania, la lotta ai trafficanti di droga è uno dei problemi più difficili che devono affrontare attualmente; questo traffico dispone di contrabbandieri che intensificano le loro operazioni e utilizzano apparecchiature sofisticate, compresi i droni. Sempre secondo il comunicato stampa, la regione sta assistendo ad un aumento radicale della sofisticazione della criminalità e le forze di sicurezza si trovano a confrontarsi con una nuova ondata di tecniche criminali mai viste prima. Con quasi due milioni di rifugiati siriani in Giordania, molti dei quali vivono al di sotto della soglia di povertà, è facile trovare dei complici e i trafficanti possono contare sui beduini che vivono su entrambi i lati del confine e che controllano le tradizionali rotte del contrabbando a Sud del Paese. Le autorità giordane lanciano l'allarme: la Siria sta diventando un grande narco-Stato ed un importante “esportatore”, che minaccia non solo il regno hashemita e il Medio Oriente, ma anche il resto del mondo.
La coltura illegale di sostanze stupefacenti nella totale impunità, e la loro fabbricazione, è un'industria in forte espansione in Siria. E’ un fenomeno che non avviene nel vuoto. Questa industria è incoraggiata e sostenuta dai militanti di Hezbollah, saldamente radicati nel Paese. Si sono rivolti al traffico di droga per assicurarsi le risorse finanziarie tanto necessarie ora che l'Iran, duramente colpito dalle sanzioni statunitensi, non può più finanziare l'organizzazione terroristica come in passato. Ci sarebbe un'infrastruttura per il trattamento della droga nel cuore di Dahia, il sobborgo meridionale di Beirut, che è la roccaforte di Hezbollah, ma anche nella regione sciita di Baalbeck. Da lì, i militanti tentano di far passare dall'altro lato del confine con Israele non solo droga ma anche armi, ad uso del crimine organizzato che regna in alcuni settori della comunità araba. Bisogna purtroppo sottolineare che, nonostante i suoi successi, l'esercito giordano non è riuscito a fermare del tutto il flusso di droga, che in parte, spesso accompagnata anche da armi, dopo aver attraversato il regno si dirige verso Israele. Tutta questa attività, che persiste quotidianamente, è largamente ignorata dall'Occidente.
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