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La Repubblica Rassegna Stampa
21.05.2022 Biden e la sfida dell’Asia
Analisi di Gianni Vernetti

Testata: La Repubblica
Data: 21 maggio 2022
Pagina: 34
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «Biden e la sfida dell’Asia»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 21/05/2022, a pag. 34, con il titolo "Biden e la sfida dell’Asia", l'analisi di Gianni Vernetti.

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Gianni Vernetti

Guerra in Ucraina, Biden su Putin:
Joe Biden

È iniziata ieri la prima visita di Joe Biden in Asia da quando è stato eletto presidente con un duplice obiettivo: rafforzare i legami e l’agenda comune fra le democrazie dell’Indo-pacifico e al tempo stesso lanciare un chiaro messaggio alla Cina su Russia e Taiwan. A Tokyo, Joe Biden si incontrerà con i leader del Quad, il Quadrilateral Security Dialogue, quell’embrione di alleanza politico-militare fra le democrazie asiatiche che riunisce Usa, India, Australia e Giappone. Sarà questo il primo incontro fra Biden e Modi da quando è iniziato il conflitto in Ucraina e sarà anche l’occasione per tentare di riannodare i fili del rapporto strategico con l’India raffreddato in queste settimane di guerra nel cuore dell’Europa, dopo che l’India si è astenuta per ben tre volte alle Nazioni Unite sulle Risoluzioni di condanna della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. L’India del nuovo millennio, prima con Mohamman Singh e il partito del Congresso guidato dalla dinastia dei Gandhi, poi con la lunga stagione di Narendra Modi e del suo Bharatiya Janata Party, aveva abbandonato la stagione del “non allineamento” e la storica contiguità con l’Unione Sovietica, per avvicinarsi a tappe forzate alla comunità delle democrazie. La crescente competizione con l’autocrazia di Pechino e l’accresciuta assertività cinese lungo la frontiera himalayana; la nascita del Quad con Usa, Giappone e Australia; gli accordi bilaterali di cooperazione economica e di difesa con Canberra e Tokyo; la crescente intesa con Taiwan, sono stati tutti indicatori della nascita di un’area di cooperazione strategica fra le democrazie dell’Indo-Pacifico: un “occidente largo” fondato sull’integrazione fra il pilastro atlantico e quello dell’Indo-Pacifico in grado di rappresentare la migliore riposta alle minacce geo-economiche e geo-politiche delle autocrazie russa e cinese. La guerra nel cuore dell’Europa ha però svelato un potenziale elemento di debolezza di questo disegno: la forte dipendenza dell’India dalla Russia su forniture belliche ed energia. Secondo i dati del Stockholm International PeaceResearch Institute di Stoccolma, l’India è dipendente dalla Russia per oltre il 70% delle proprie forniture militari, nonostante i recenti tentativi di diversificazione verso Usa, Israele e Francia. Fra il 2017 e il 2021 le forniture belliche da questi tre Paesi verso l’India sono raddoppiate: droni e cyber security da Israele, jet Rafale da Parigi, forniture di aerei da trasporto e missili da Washington. A ciò vanno aggiunti i recenti accordi siglati da Boris Johnson a Delhi nel settore dell’aeronautica militare. Colmare questo gap per permettere all’India di mantenere elevati standard tecnologici dei propri sistemi di sicurezza e contemporaneamente affrancarsi dalla dipendenza russa, è un interesse reciproco di India e Occidente. Ma non c’è soltanto la difesa. La visita a fine aprile di Ursula von Der Leyen a Delhi e gli incontri di pochi giorni fa a Parigi e Berlino fra Narendra Modi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, hanno definito la cornice entro la quale collocare il rilancio delle intese strategiche fra India e occidente. Accordo con la Germania che sosterrà Delhi nel raggiungimento dei propri obiettivi su clima e rinnovabili con 10 miliardi di euro; partnership estesa e a tutto campo con la Gran Bretagna su difesa e sicurezza; un accordo strategico con la Francia su difesa, commercio, energia, agricoltura, e sostegno alMade in India, sono i primi passi concreti di una cooperazione che non può che rafforzarsi. E i primi segnali da Delhi non si sono fatti attendere: pochi giorni fa l’India ha cancellato l’ordine di acquisto dalla Russia di 48 elicotteri Mi-17 e ha accolto l’invito europeo di ripresa del negoziato fra Unione Europea e India per giungere alla firma dell’Accordo di Libero Scambio che certificherebbe l’apertura di una nuova stagione di cooperazione economica e commerciale. L’Italia non potrà che trarre vantaggi da una nuova stagione di integrazione fra Europa e India a cominciare dall’incremento dell’interscambio commerciale ancora oggi bloccato a soli 9 miliardi di euro.

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