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La Repubblica Rassegna Stampa
18.05.2022 Guerra al ponte sul fiume Donets
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 18 maggio 2022
Pagina: 4
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Il ponte sul fiume Donets: 'Se lo attraversiamo le forze russe collassano'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 18/05/2022 a pag.4 con il titolo "Il ponte sul fiume Donets: 'Se lo attraversiamo le forze russe collassano' " la cronaca di Daniele Raineri.

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

Kharkiv: Russia's retreat from another key Ukrainian city reveals new  evidence of atrocities - CNN

Dalla collina sopra Staryi Saltiv si vede un ponte lungo che attraversa il fiume Seversky Donets, che in questo conflitto sta assumendo un’importanza cruciale. Sulla sponda abitata ci sono gli ucraini, sull’altra in mezzo agli alberi ci sono i russi che bombardano per tenerli a distanza e una colonna di fumo si alza sopra le case. Ogni due ore dice Anton, di 31 anni, un soldato con una pistola legata di traverso sul petto che non vuole mai stare troppo tempo fermo nello stesso punto - «due elicotteri russi fanno un giro sulla zona a caccia di veicoli ucraini in movimento». La strada che scende verso il ponte a volte è percorribile e a volte no, «perché è troppo esposta». La controffensiva che ha cacciato i russi dalla zona di Kharkiv è arrivata qui e adesso i generali ucraini hanno una decisione strategica da prendere: possono ordinare l’attraversamento del fiume e l’assalto contro i russi, oppure possono accontentarsi di avere spinto molto indietro gli invasori e godersi la ritrovata sicurezza di Kharkiv, che ormai è tornata a essere una città normale perché è fuori dal tiro dell’artiglieria russa. Fino a pochi giorni fa sembrava che la scelta fosse la prima: fermarsi. Ma da quarantott’ore fonti non ufficiali sostengono che gli ucraini avrebbero imboccato la seconda opzione e avrebbero attraversato il fiume per dare l’assalto ai russi. Adesso l’altra sponda sarebbe diventata un luogo conteso ma tutti i soldati ucraini sul posto, che di solito si lasciano scappare qualcosa, rifiutano di commentare. Disegnano uno schema semplice con un rametto sullasabbia, da una parte noi, in mezzo il ponte e dall’altra loro, di più non si può dire. Con gli ufficiali è lo stesso: non possono commentare. Se le voci fossero confermate, le poche case di Staryi Saltiv sarebbero il luogo di un ribaltamento di ruoli – come altri analoghi che in tempo di pace sono insignificanti e in tempo di guerra diventano fondamentali. Gli ucraini, resi baldanzosi dalla vittoria a Kharkiv e riforniti di armioccidentali – che sulle strade della zona hanno fatto strage di mezzi corazzati russi – ora vanno all’attacco e i russi si trincerano in difesa. È una mossa ambiziosa, per non dire spericolata, perché in questo conflitto entrambe le parti hanno pochi soldati e chi si difende riesce di solito a minimizzare le perdite. Se gli ucraini attraversano il fiume è per una ragione precisa: dall’altra parte passano le linee di rifornimento che dalla Russia – il confine è soltanto a dieci chilometri – scendono verso Izyum, la città che oggi ospita la maggior concentrazione di truppe da combattimento russe dentro l’Ucraina.


Izyum è il motore immobile dell’offensiva russa nel Donbass. Se gli ucraini a nord tagliano le linee di rifornimento, mettono in pericolo tutta la campagna nel Donbass e quindi il senso di questa guerra ordinata da Putin. Si capisce perché dalla sponda del fiume bombardano da questa parte, non possono permettersi che i soldati ucraini proseguano la loro avanzata. Vengono in mente le parole del capo dell’intelligence militare ucraina, il generale Kyrilo Budanov, che tre giorni fa in un’intervista alla britannica Sky Newsha detto di aspettarsi il collasso delle truppe russe per la seconda metà di agosto, quindi fra tre mesi. Lo scenario a cui allude passa di qui, per il taglio delle linee logistiche. I soldati di Anton si perdono fra le strade sterrate che corrono parallele alla riva del fiume, seguono uno schema complicato che aggira ponti distrutti e campi minati posati dai russi. La conversazione del giorno riguarda la resa dei combattenti assediati dentro l’acciaieria Azovstal di Mariupol. Ora che la regione di Kharkiv è stata liberata – dicono – gli assediati di Azov e i marines hanno perso la loro funzione indispensabile, che era quella di resistere a oltranza per tenere impegnati i russi a Mariupol, e possono accettare la resa in cambio della vita.

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