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Il Foglio Rassegna Stampa
16.05.2022 Chi fugge da Putin sta diventando come i 'russi bianchi' al tempo di Lenin
Nella Russia tornata bolscevica

Testata: Il Foglio
Data: 16 maggio 2022
Pagina: 10
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Chi fugge da Putin sta diventando come i 'russi bianchi' al tempo di Lenin»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/05/2022, a pag. 10, con il titolo "Chi fugge da Putin sta diventando come i 'russi bianchi' al tempo di Lenin", l'analisi tratta dallo Spectator.

Escape From Moscow | Foreign Affairs
"Sono russo ma sto con l'Ucraina"

Le migliaia di russi che hanno lasciato il loro paese per Tbilisi dall’inizio della guerra provano ansia e una malcelata disperazione. ‘La gente si finge coraggiosa, parlando di programmi e progetti per il futuro’, riporta Kaja, che è tornata a casa la settimana scorsa. ‘Ma nessuno ha idea di cosa fare. Tutti si sentono smarriti. Nervosi. Imbarazzati di ciò che succede in Ucraina. In uno stato di choc”. Così inizia il racconto di Owen Matthews da Tbilisi in Georgia, una delle capitali dell’emigrazione russa dopo la guerra. E’ stato scritto tanto dei rifugiati ucraini, ma in pochi hanno parlato dei 250 mila russi – tra cui manager, professionisti, giornalisti, attivisti politici e imprenditori – fuggiti dal regime di Vladimir Putin, che ha intrapreso una svolta autoritaria e di fatto vietato ogni forma di dissenso all’interno dei confini nazionali. L’autore traccia un parallelo con gli emigrati russi fuggiti dalla rivoluzione del 1917, che avevano intuito che la loro vita sarebbe cambiata per sempre e l’esilio sarebbe stato permanente. Gran parte della classe media russa era abituata ad avere un visto per i paesi dell’area Schengen ma le restrizioni indotte dal Covid significano che in pochi hanno dei visti ancora validi. La Georgia e l’Armenia consentono ai russi di entrare senza visto e di vivere lì per un anno. Lo stesso vale per la Turchia, che però limita il soggiorno a due mesi. ‘Tbilisi e Yerevan sono delle soluzioni temporanee’, spiega il giornalista Mikhail Zygar, che ora è a Berlino. ‘Tutti vogliono andare nell’Ue’. Il problema è che i visti per l’Europa richiedono delle garanzie finanziarie impossibili da ottenere per i russi, i cui risparmi sono stati colpiti dalle sanzioni finanziarie internazionali.

Nonostante queste difficoltà burocratiche, molti esuli non hanno alcuna voglia di tornare in Russia. Una di loro, la signora Babitskaya, racconta di sentirsi come una tedesca e un’ebrea a Berlino nel 1939. Nel lungo termine l’emigrazione delle menti russe più brillanti – non solo intellettuali, ma anche manager, banchieri e informatici – renderà l’economia Russia più debole. Ma nel breve termine cambierà poco; Putin ha già invitato i “traditori e le quinte colonne” ad abbandonare il paese. Owen Matthews invita l’occidente ad accogliere i russi che fuggono dal regime di Putin, al fine di indebolire il potere di Mosca e rafforzare quello dell’occidente. “Putin e i suoi propagandisti sostengono che la forza della Russia risiede nelle sue armi nucleari e nel suo (ormai poco plausibile) poderoso esercito. In verità, la più grande risorsa della Russia sono le sue persone. Nel ventesimo secolo, gli esuli russi hanno dato al mondo l’elicottero, Hollywood e Google. Per i russi che fuggono dal regime di Putin, il crollo del loro mondo è una tragedia personale. Ma accogliere queste persone in occidente non deve essere solamente un colpo contro il Cremlino ma anche un grande favore a noi stessi”.

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