Burkini legale nelle piscine pubbliche Succede a Grenoble
Testata: Il Foglio Data: 16 maggio 2022 Pagina: 9 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Il velo è al servizio di un’ideologia che nega l’uguaglianza dei diritti alle donne»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/05/2022, a pag. 9, con il titolo "Il velo è al servizio di un’ideologia che nega l’uguaglianza dei diritti alle donne", l'analisi tratta dal Figaro.
Il burqa da bagno è il nuovo strumento di conquista dello spazio pubblico utilizzato dagli islamisti – scrive Céline Pina. Ribattezzato ‘burkini’, in riferimento al bikini, mira a imporre gli standard del pudore islamista nel cuore dei luoghi di balneazione e di vacanza occidentali. Questa offensiva sta andando a buon fine, e il prossimo 16 maggio (oggi, ndr) Grenoble dovrebbe autorizzare l’utilizzo del burkini nelle piscine comunali. Va detto che i militanti di Alliance citoyenne, che hanno condotto questa battaglia, hanno scelto con cura il loro bersaglio. Éric Piolle, sindaco di Grenoble, è come molti eletti di Europe Écologie Les Verts un adepto dell’islamogoscismo. Nessuna adesione ideologica, ma clientelismo elettorale. In effetti, sacrificare l’uguaglianza delle donne per dei vantaggi puramente elettorali non è necessariamente un calcolo sbagliato. I buoni risultati elettorali di Jean-Luc Mélenchon, cantore del comunitarismo, lo confermano. Il leader della France insoumise, al primo turno delle elezioni presidenziali, è arrivato in testa a Grenoble con il 38,94 per cento dei suffragi grazie a un discorso che ha ripreso la propaganda degli islamisti attorno alla presunta persecuzione dei musulmani e una vulgata anticapitalistica rivoluzionaria. Il sindaco di Grenoble fa propri gli argomenti e le formule retoriche dei Fratelli musulmani: parlare di libertà per imporre il sessismo. Le militanti all’origine di questa rivendicazione si erano ribattezzate le “Rosa Parks musulmane” per far credere che stavano portando avanti una battaglia per l’uguaglianza, quando invece la loro visione dell’uguaglianza si limita a tentare di imporre il velo e le sue varianti nelle piscine o sui campi da calcio. Per imbrogliare le carte, Éric Piolle si presenta coma un militante libertario, se non addirittura un cantore della laicità. In una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica, l’uomo si vanta di essere “il sindaco di uno dei cinque comuni riconosciuti come Compagni della Liberazione”. Dall’alto di una battaglia che non ha condotto e a cui si richiama per tradirla ancora di più, sviluppa in questa missiva tutti gli argomenti degli islamisti. Presenta lo stato come neutro. In assoluto. Il che è falso. Se l’azione dello stato è legittima, è perché questa è fondata su dei princìpi e degli ideali, un contratto spirituale che lega i cittadini tra loro, limita il potere e su cui basa la sua azione (…). Il velo e il burkini non sono degli accessori di moda ma strumenti al servizio di un’ideologia che nega l’uguaglianza dei diritti alle donne. E tutti lo sanno a sinistra. Quest’ultima si è spesso sbagliata nel dare sostegno agli islamisti. Ovunque abbiano il potere, i diritti delle donne arretrano o spariscono, ma curiosamente una certa sinistra finge di non vedere (…). Éric Piolle spiega anche che sarà permesso andare in piscina a seno nudo nelle piscine di Grenoble. Solo che, poiché il burkini non è un semplice accessorio di moda ma il riferimento a un’adesione ideologica e a una cultura religiosa molto forte, auguriamo buona fortuna a quelle che oseranno togliersi la parte alta del costume. Si prevedono diversi conflitti assai istruttivi. Ma soprattutto nessuna associazione rivendica questa autorizzazione. Questa mira semplicemente a far credere che Éric Piolle combatta contro tutti i divieti, quando in realtà, nei fatti, liscia il pelo a una sola clientela. Tuttavia, ha trovato un contraltare nella figura del presidente della regione Alvernia-Rodano-Alpi Laurent Wauquiez (esponente dei Républicains, il partito gollista, ndr). Quest’ultimo ha preso una posizione tanto netta quanto coraggiosa e non si è soltanto limitato alle parole. Wauquiez ha annunciato che, in caso di autorizzazione, la regione toglierà qualsiasi sovvenzione alla città di Grenoble, spiegando che “nemmeno un centesimo dei cittadini dell’Alvernia-Rodano-Alpi finanzierà la vostra sottomissione all’islamismo”. Ha argomentato la decisione spiegando che “il burkini è un segno di sottomissione della donna che consiste nel dire che essa è un oggetto di tentazione e che deve coprirsi. E non gli uomini a controllarsi. Che un sindaco della Repubblica, in Francia, si spinga fino a questo livello di comunitarismo e di compromissione con l’islam politico è a mio avviso un atto molto grave” (…). Cedere a un’ideologia che fa dell’inferiorità della donna una norma sociale e le impone di nascondere il suo corpo col pretesto della sua impurità è una grave violazione dei diritti umani.
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