Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/05/2022, a pag. 4, con il titolo "Kuleba: 'È il campo di battaglia che determina i negoziati. L’Ue ci vuole bene? Ci accolga' " l'intervista di Clemens Wergin.
A destra: Dmytro Kuleba
Clemens Wergin
Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri dell’Ucraina, lei e il presidente Zelensky sembrate convinti che l’Ucraina possa vincere questa guerra. Da dove deriva questo ottimismo? «Sono necessari tre elementi per il successo: la capacità di resistenza, il carattere e la forza di combattere dell’Ucraina; la fornitura delle armi necessarie e le sanzioni contro la Russia. In presenza di tutti e tre i fattori vinceremo questa guerra».
Che vittoria vi aspettate? Zelensky ipotizza addirittura di recuperare le regioni conquistate dalla Russia nel 2014. «In guerra tutto può cambiare nell’arco di una sola giornata».
Perché la guerra è una situazione dinamica. «Sì, e le condizioni per i negoziati vengono stabilite dal campo di battaglia, non viceversa. Al momento ci sentiamo più sicuri sul versante degli scontri armati quindi assumiamo una posizione più dura nei negoziati. Se la situazione sul campo di battaglia dovesse capovolgersi sarebbe la Russia a trovarsi in una posizione migliore».
Sono quindi i successi dell’Ucraina sul campo di battaglia a determinare la vostra posizione negoziale. «Sì, ma il vero problema è che la Russia non mostra alcuna disponibilità a negoziati autentici e sostanziali. E noi vediamo l’offensiva nel Donbass e gli attacchi nella regione attorno a Cherson, vediamo attacchi missilistici senza fine in tutto il Paese. Al momento non fa alcuna differenza il posto in cui si dorme la notte in Ucraina. Anche se ci si addormenta a 1000 chilometri di distanza dal fronte, non c’è garanzia di svegliarsi vivi il giorno dopo. Perché se un missile colpisce la tua città, ciascuno può trasformarsi in obiettivo. È chiaro che i russi non vogliono i negoziati e preferiscono la guerra. Noi invece siamo pronti a negoziare, non ad accettare ultimatum. Se ci impongono la guerra, risponderemo».
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato a Welt am Sonntag , che la guerra potrebbe continuare ancora per mesi, anni addirittura. Siete in grado di resistere così a lungo? «La domanda preferita prima della guerra era quanto a lungo l’Ucraina avrebbe potuto resistere alla Russia. Alcuni ci davano 48 ore di tempo, altri 72. Ora la domanda è quante settimane o mesi ancora potremo resistere. È bene che oggi le persone abbiano più fiducia in noi rispetto a prima della guerra. Ma noi non ci poniamo questa domanda. Perché come nazione e Paese sovrano non abbiamo alternativa se non vincere questa guerra, costi quel che costi. Perché perdere la guerra significherebbe la fine dell’esistenza dell’Ucraina. Putin non ci lascia altra scelta che combattere per la nostra esistenza. Formulerei quindi la domanda diversamente: non quanto potremo resistere, ma cosa ci servirà per continuare a combattere».
In che condizioni è l’economia? «La nostra economia è colpita dalla guerra più di quanto lo sia quella russa dalle sanzioni. Sebbene le sanzioni siano molto importanti e abbiano effetto, non sono in grado di fermare la macchina da guerra russa, finché l’Europa continua a comprare il petrolio e il gas russi».
In realtà la Russia ha visto un incremento dei proventi delle esportazioni di energia a seguito dell’aumento dei prezzi. «Questo è il punto. Il bilancio russo registra un surplus anche grazie al gas e al petrolio. È vero, altri settori hanno enormi problemi: il commercio al dettaglio, l’industria della difesa. E a lungo andare la loro economia sarà distrutta. Ma nel breve periodo si trovano in una situazione migliore rispetto a noi. Per questo chiediamo ai nostri partner di sostenerci economicamente così da poter continuare a combattere».
Armamenti: a quali la priorità? «Ai sistemi lanciamissili e aerei». Si attende il sostegno tedesco alla candidatura dell’Ucraina all’adesione all’Ue? «Vorrei capire perché non stiamo facendo progressi. Non si tratta dell’adesione immediata, ma dello status di Paese candidato, che ancori giuridicamente l’Ucraina al processo di integrazione europea. Certi Paesi ci dicono:aspettate, è complicato . Ma se davvero ci ammirate, allora confermate questo riconoscimento con un atto giuridico».
Macron ha detto che la Russia non deve essere umiliata. « Sono sconcertato quando sento dire che bisogna fare in modo che Putin salvi la faccia. A queste persone chiedo: cos’altro deve succedere perché capiate che Putin non ha bisogno di queste soluzioni e che non vi rispetta se gliele offrite?».
Stando ad alcune fonti, la Russia avrebbe deportato sul proprio territorio più di un milione di ucraini, tra cui 200 mila bambini. Con quali intenzioni? «Un’ipotesi è che manchi capitale umano nelle aree remote della Russia: molti ucraini vengono portati in quelle regioni e costretti a stabilirvisi. La Russia cerca quindi di risolvere la penuria di capitale umano con le deportazioni forzate».
Si dice anche che Mosca stia distruggendo o predando grandi quantità di grano ucraino. «La Russia sta cercando di manipolare il mercato alimentare mondiale con la merce rubata. Ma noi cerchiamo di convincere i governi a non acquistare merce rubata».
Come affronta tutta la pressione? «Fumo un sigaro ogni sera. Ho adottato un cagnolino di Mariupol. E vado avanti con il lavoro di squadra».
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