Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 11/05/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Alessandro Orsini
[Domenica 8 maggio] Bono e The Edge si esibiscono nella metro di Kiev cantando con i soldati ucraini. La cover di Stand by Me diventa Stand by Ukraine. Ansa.
Lunedì, 9 maggio, la guerra non è più un’«operazione speciale» per «denazificare» l’Ucraina ma è diventata una lotta in difesa della «patria» nel Donbas. […] Non ci sono stati annunci di vittoria né una dichiarazione di guerra. Gli aerei dell’aviazione russa – che per giorni avevano fatto prove di volo per sfilare alla parata disegnando la «Z» (simbolo dell’invasione) nei cieli di Mosca – non hanno volato. ilfoglio.it.
Anche Putin ha volato basso. Forse la vera novità è questa: il suo è stato un discorso in tono minore, sulla difensiva. Come se anche lui avesse voglia di farla finita. Marco Imarisio, Corsera.
[Quanto a] Bianca Berlinguer, per usare una storica espressione del padre, ha esaurito la sua spinta propulsiva – troppo infotainment, ascolti bassini, poca qualità – e non potrà più fare come gli pare, com’è stato finora malgrado i tentativi di ricondurre Cartabianca a un vero format informativo spogliandola degli aspetti più grotteschi, da Mauro Corona ad Alessandro Orsini. Mario Lavia, linkiesta.it.
Giù le mani da Cartabianca: il M5S si batterà perché Bianca Berlinguer resti al suo posto nella trasmissione. Non accettiamo censure sul servizio pubblico. Giuseppe Conte, corsera.it.
Ho denunciato alla Magistratura tutti i baroni più corrotti della mia disciplina. Mi hanno bocciato mille volte ingiustamente. Alessandro Orsini, Non è l’Arena.
[Massimo Giletti] ama trincerarsi dietro la «libertà di pensiero» per concedere spazi privilegiati a personaggi che hanno l’aspetto di fenomeni da baraccone, nei casi più fortunati innocui freak da salotto, in quelli più tragici [personaggi] precipitati nella tana del Bianconiglio, dal medico no vax di Biella che si è presentato all’hub vaccinale con un braccio in silicone al sempreverde Povia col suo vasto campionario di cospirazioni. Giuseppe Luca Scaffidi, rollingstone.it.
Pochi giorni prima delle votazioni per il Quirinale la pagina Trashendere si offre come seggio social incoraggiando gli utenti a indicare il nuovo Capo dello Stato. Hanno ottenuto consensi: Al Bano, Nino Frassica, Rocco Siffredi, Antonio Razzi, Alvaro Vitali, Pippo Franco, Gerry Scotti, Claudio Bisio, Francesco Schettino, Lino Banfi, Cristiano Malgioglio, Orietta Berti, Antonino Cannavacciuolo, il Pupazzo Gnappo e altri. Qualche giorno dopo i social mettono in rete un montaggio sonoro che fa pronunciare al presidente Fico i nomi effettivamente votati di: Al Bano, Nino Frassica, Rocco Siffredi, Amadeus, Claudio Baglioni, Sabrina Ferilli, Mauro Corona, Christian De Sica, Giovanni Rana. Filippo Ceccarelli, Lì dentro.
La pseudoideuzza più in voga è quella che paragona la guerra in Ucraina alle guerre in Afghanistan e Iraq. Non puoi condannare questa se non hai condannato quelle. Sfugge allo stolto che in Afghanistan se ne stava accucciato […] l’uomo dell’11 settembre, tremila morti a Manhattan, e che intorno a lui il regime talebano tagliava mani e segregava le ragazze, cosa che è tornato a fare dopo la sconfitta dell’imperialismo a Kabul, tomba degli imperi. Quelle contro i talebani e contro il losco dittatore laico Saddam Hussein furono guerre fatte nel nome della libertà per eliminare tagliagole pericolosi e [regimi] di sangue. Giuliano Ferrara, il Foglio.
E poi ci si faccia capire: chi nel 1939 appoggiava la resistenza della Polonia contro il Terzo Reich [e contro Stalin] era anche lui «a favore della guerra»? Ernesto Galli della Loggia, Corsera.
I capi delle potenze autoritarie sottovalutano regolarmente le grandi risorse materiali e spirituali, alimentate dalla libertà, che le democrazie, alla bisogna, possono mettere in campo. Può sembrare una valutazione eccessivamente ottimistica. Nulla può essere dato per scontato. In seno all’Occidente i nemici della società libera sono tanti e agguerriti. […] Però la partita è aperta. Le democrazie sono fragili ma hanno anche un atout: non trattano i propri cittadini da pedoni, sacrificabili a piacere. Angelo Panebianco, Corsera.
[In URSS] c’erano i Gulag, campi di lavoro forzato dove, insieme ai criminali comuni, veniva mandato chi osava criticare il regime. Nella Russia di Putin sono in funzione decine di «campi» pronti a ricevere gli ucraini deportati. Una dettagliata inchiesta del giornale britannico inews ha documentato l’esistenza di 66 campi in una mappa che attraversa tutta la Russia (e 11 fusi orari). «Tap», o Punti di Alloggio Temporaneo, sono ex «sanatori» dei tempi sovietici, ex campi per «bambini disadattati», un ex deposito di armi chimiche. Nascondono l’orrore [delle deportazioni] dietro nomi festosi come «il Piccolo Principe» a Perm, «Babbo Natale» in Tatarstan, «Ragazzi Amici» a Omsk, «Fiaba della Foresta» in Chuvashia, «Foresta dei Pini» a Ulyanovsk. Alberto Flores d’Arcais, HuffPost.
Sulle vostre mani c’è il sangue di migliaia di ucraini e delle centinaia di loro figli uccisi. Televisioni e autorità mentono. No alla guerra. Messaggio hacker apparso sui principali canali televisivi russi.
Mentre l’Ucraina porta la croce delle vittime e delle distruzioni della guerra, c’è chi canta vittoria. Non Putin, ma gli azionisti delle maggiori compagnie petrolifere mondiali che passano all’incasso [lo dice anche Carlo De Benedetti, mica no]. Nicola Borzi, il Fatto quotidiano.
Draghi oggi va a Washington. […] Il timore è che vada a giurare fedeltà. Piero Sansonetti, il Riformista.
Ormai critiche alla guerra senza limiti voluta da Biden arrivano dagli Usa, dall’Europa, dal Papa e ora addirittura da Carlo De Benedetti. Qualcuno si deciderà ad ascoltare? Noi ce lo auguriamo di cuore. Francesco Borgonovo, La Verità.
La verità è più facile dirla [o intitolarle un giornale] che conoscerla. Roberto Gervaso.