Stalin non ha vinto da solo Commento di Roberto Giardina
Testata: La Nazione Data: 09 maggio 2022 Pagina: 2 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Parata della vittoria a Mosca»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 09/05/2022, con il titolo "Parata della vittoria a Mosca" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Vladimir Putin, Iosif Stalin
“Come nel ´45, la vittoria domani sarà nostra”, ha proclamato ieri Putin alla vigilia della sfilata del 9 maggio, che ricorda la scofitta del III Reich 77 anni fa. Oggi sotto il Cremlino sfileranno undicimila soldati, tremila in meno dell´anno scorso, e un terzo in meno di mezzi corazzati, autoblinde, panzer, postazioni missilistiche mobili, a causa dell´impegno in Ucraina, e delle forti perdite subite in due mesi e due settimane di combattimenti. Si era prevista una vittoria lampo, ma gli ucraini resistono, grazie alle armi fornite dai paesi amici occidentali. “Oggi i nostri soldati combattono fianco a fianco come i loro antenati per sconfiggere il nazismo, che torna ad alzare la testa in Ucraina,” ha dichiarato ieri Putin, che tornerà a parlare oggi sulla Piazza Rossa. Se ieri l´Urss di Stalin riuscì a sconfiggere Hitler, oggi annienteremo i nazisti di Zelensky. Ma il ricordo del passato è parziale, Putin ricorda solo una parte della storia. Fu l´Armata Rossa ha liberare Auschwitz, e non gli americani, come si vede ne „La vita è bella”, ma il film di Benigni è una favola. I bambini nei lager venivano eliminati il primo giorno, perché non servivano. E furono i soldati sovietici a giungere per primi a Berlino. Nessun paese ha subito più vittime dell´Urss nell´ultima guerra, circa 25 milioni di morti, ma non fu Stalin da solo a battere Hitler, come sostenne la propaganda sovietica, e come poi si continuò a credere dopo la fine dell´Urss, e come ribadisce oggi Putin. Gli Stati Uniti rifornirono di armi l´Armata Rossa, un aiuto enorme, difficile da quantificare. Stalin aveva milioni di uomini ma non mezzi sufficienti. Hitler cercò resistere il più possibile all´avanzata sovietica, per guadagnare tempo convinto che gli occidentali gli avrebbero concesso una resa dignitosa, pur di non lasciare che Stalin conquistasse l´Europa centrale. Ma tutto era già stato stabilito al vertice di Yalta, dal 4 all´11 febbraio del ´45. Roosevelt, Churchill e Stalin si divisero il continente. E Goebbels, il ministro della propaganda, scrisse nel diario: “Sull´Europa scenderà una cortina di ferro”. Fu il primo a usare quest´espressione. Fu ordinato al generale Patton di ritardare l´avanzata, quando era a poche decine di chilometri da Berlino. I russi erano sull´Oder e impiegarono tre mesi per arrivare alla capitale, i tedeschi si difesero metro per metro. Nell´ultima battaglia a Berlino strada per strada caddero in 40mila. Gli americani a sud avevano conquistato la Turingia, che scambiarono con una fetta di Berlino. Dopo la vittoria, i soldati sovietici si diedero al saccheggio e alle violenze, Secondo calcoli di storici inglesi, avrebbero violentato 200mila donne, forse perfino un milione e 200mila. Tra loro anche Annelore, la moglie di Helmut Kohl, che aveva 12 anni. Fino alla caduta del Muro nessuno nella Ddr ne parlava. Era un tabù rischioso da infrangere. Come danni di guerra, i sovietici portarono via gli impianti undustriali scampati alle bombe, e perfino le rotaie dei tram. Ma poi il materiale non venne utiizzato, rimase a arrugginire nei depositi. Oggi, innanzi alla Porta di Brandeburgo a Berlino, i turisti fotografano due panzer con la stella rossa, posti sul monumebto che ricorda la battaglia del´45. Si trovano sul viale del 17 Giugno, la data della rivolta dei berlinesi nel ´53 contro i liberatori sovietici. Il Muro non era ancora stato costruito, e americani e inglesi e francesi che occupavano i settore occidentale non intervennero. Al di là, di una piazza, di una strada, cominciava l´Impero sovietico.
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