Donbass, un'altra strage: bombe russe sulla scuola-rifugio Commento di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 09 maggio 2022 Pagina: 7 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Strage nel Donbass. Le bombe dei russi sulla scuola-rifugio: 'Sessanta morti'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/05/2022 a pag.7 con il titolo "Strage nel Donbass. Le bombe dei russi sulla scuola-rifugio: 'Sessanta morti' " la cronaca di Daniele Raineri.
Daniele Raineri
Ieri una bomba russa ha colpito una scuola a Bilohorivke, nel Donbass, che era usata come rifugio da molti abitanti del posto. Secondo fonti locali sentite nel vicino ospedale dal Washington Post , al momento dell’esplosione c’erano 37 persone dentro il piano interrato della scuola e soltanto dodici sono uscite vive. Il governatore della regione di Lugansk, Serhiy Haidai, dichiara invece che il bilancio è di 60 morti e il numero è stato ripreso anche dal presidente ucraino Zelensky. Bilohorivke si trova in quella fascia di territorio al margine inferiore dell’avanzata russa nel Donbass dove la linea del fronte continua a spostarsi avanti e indietro di pochi chilometri e dove i civili che hanno rifiutato l’evacuazione quando potevano ora sono rimasti presi in mezzo. Le persone che erano dentro alla scuola dicono che ormai da un mese usavano l’edificio come rifugio, ma in questi due mesi di guerra i russi hanno già bombardato senza farsi troppi problemi rifugi più grandi usati dai civili – a Mariupol hanno colpito un teatro e ucciso trecento sfollati che li avevano cercato protezione. Era identificato con chiarezza come rifugio con grandi scritte visibili anche dagli aerei. Vicino alla linea del fronte del Donbass, dove la maggioranza degli abitanti è scappata via, l’uso degli edifici non è sempre chiaro come in tempo di pace. «Era l’ultimo posto rimasto dove cercare rifugio dopo la distruzione del centro culturale», ha detto uno dei superstiti della scuola di Bilohorivke. Altre bombe russe hanno distrutto la rete elettrica della regione e la centrale idrica di Popasna. Di questo passo, il rischio che i soldati russi riescano a circondare la regione di Lugansk – che assieme a Donetsk forma il Donbass – diventa sempre più forte. L’offensiva russa a Lugansk avanza perché ha radici molto più a nord, nell’area tra il confine con la Russia e la città di Kharkiv e proprio lì una controffensiva ucraina cerca di reciderle. Negli ultimi sei giorni i soldati ucraini sono riusciti a liberare una fila di villaggi che corre verso est e a separare la prima linea russa dalla periferia di Kharkiv. Il risultato, molto importante, è che adesso molti meno bombardamenti di prima colpiscono la città, perché i russisono stati spinti indietro. Alcuni attivisti locali sentiti da Repubblica però mettono in guardia: non è molto lo spazio guadagnato e ci sono ancora molti combattimenti, la situazione è lontana dall’essere definitiva. Perdere terreno in quella zona vuol dire perdere anche la guerra perché sarebbe impossibile combattere nel Donbass senza territorio amico alle spalle – i russi non lo permetterannoadesso, non sono così in crisi, monteranno una qualche reazione. Nel sud del Paese ci sono stati bombardamenti pesanti contro la città di Mikolayv, che dal punto di vista della strategia è il motore immobile dell’avanzata ucraina per liberare la città di Kherson. A volte gli ucraini si avvicinano molto a Kherson e sembrano sul punto di riconquistarla, a volte arretrano e perdono tutto il terreno a favore dei russi: va avanti così da mesi. L’unica cosa che cambia è l’accelerazione dei bombardamenti russi contro Mikolayv, che si sono intensificati alla vigilia delle celebrazioni a Mosca della giornata della Vittoria. Sempre nella zona sud i russi ieri hanno lanciato tre missili contro Odessa. Questi bombardamenti nel sud fanno parte dell’attuale fase della guerra, che potrebbe essere riassunta così: “combattere soltanto in un paio di fronti circoscritti, ma bombardare ovunque”.
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