Zelensky: 'Il male è tornato, Mosca si deve ritirare da tutta l’Ucraina' Cronaca di Paolo Brera
Testata: La Repubblica Data: 09 maggio 2022 Pagina: 3 Autore: Paolo Brera Titolo: «L’offensiva di Zelensky: 'Il male è tornato Mosca si deve ritirare da tutta l’Ucraina'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/05/2022, a pag. 3, con il titolo "L’offensiva di Zelensky: 'Il male è tornato Mosca si deve ritirare da tutta l’Ucraina' ", l'analisi di Paolo Brera.
A destra: Volodymyr Zelensky
Quindici minuti in bianco e nero, in un video tra i palazzi sventrati e anneriti di Borodyanka, e il presidente Zelensky ha riportato indietro la ruota del tempo. Eccolo, il giorno della Memoria ucraino. Lo stesso terrore del ‘43, le stesse città distrutte, il vento tra le macerie, il silenzio della morte. Ieri i nazisti, oggi i russi. «Ogni anno — dice il presidente in pantaloni e maglietta nera e una scritta bianca sul petto, “sono ucraino” — l’8 maggio, con l’intero mondo onoriamo chiunque abbia difeso il pianeta dal nazismo nella Seconda guerra mondiale. Milioni di vite perdute e di ragioni per dire “mai più”. Non sapevamo che quest’anno non è un’esclamazione, c’è un punto di domanda: “Mai più?”». Quelli che vogliono «denazificare » l’Ucraina, oggi festeggiano la “Grande guerra patriottica” sulla Piazza Rossa di Mosca, gustandosi la parata dei carri e dei lanciamissili che stanno sgretolando città e mietendo anime in Ucraina.
«Il male è tornato», dice Zelensky in bianco e nero come in un vecchio documentario postbellico: «Durante i due anni di occupazione i nazisti uccisero 10 mila civili. In due mesi,la Russia ne ha uccisi 20 mila. In Ucraina è stata organizzata una sanguinosa ricostruzione del nazismo. Una ripetizione fanatica di questo regime: delle sue idee, azioni, parole e simboli. Una riproduzione dettagliata, maniacale delle sue atrocità. Una ripetizione dei suoi crimini e persino tentativi di superare il maestro e toglierlo dal piedistallo del più grande male della Storia. È un nuovo record mondiale di xenofobia, odio, razzismo e vittime che possono causare». Di tutti gli errori che ha commesso il presidente Putin, sottovalutare il suo interlocutore a Kiev è forse il più grave. Pochi mesi fa Zelensky annaspava in un governo in precipitoso calo di consensi, ma pare passata una vita. Oggi passa dal bianco e nero di Borodyanka ai colori del G7, dove ieri ha esordito in videoconferenza insieme ai grandi del mondo dove ha ribadito che «l’obiettivo finale è il ritiro totale delle forze armate russe».ù«Zelensky — dice Gennadi Maksak, presidente del think tank Prisma — ha capito che deve tenersi alla larga dalle questioni militari e impegnarsi nella diplomazia internazionale, e in questo momento è molto forte. Il suo modello funziona, è efficace e l’Ucraina ha ottenuto una grande solidarietà». La sua formazione di uomo d’immagine e di televisione gli ha dato gli strumenti e i collaboratori giusti per ottenere quello che serve all’Ucraina in guerra: «Lui raccoglie i finanziamenti — spiega Maksak — e delega interamente la gestione militare al generale Valerii Fedorovych Zaluzhnyi, il capo delle forze armate. Questo rafforza lui come leader ed è ottimo per la divisione dei poteri. Ha conquistatoun’immagine di serietà, sia internamente che con le istituzioni internazionali». Nonostante sia una capitale in guerra, a Kiev c’è la corsa dei leader a stringergli la mano a palazzo delle Chimere. Le mimetiche e la voce rauca, la stanchezza e la determinazione, il gioco attento dei sorrisi lesinati sono un format che replica di messaggio in messaggio, ogni giorno sprona gli ucraini e avverte il mondo che non può distrarsi. La consacrazione internazionale è ormai incassata. «Il 29 aprile — dice l’analista e consigliere parlamentare Mykola Volkivskyi — Zelensky è stato invitato a partecipare al vertice del G20 di Bali dal presidente indonesiano Joko Widodo. È la prima volta nella storia dell’indipendenza ucraina».
Ma il bianco e nero è una stoccata tremenda. Il discorso è potente, e anche se la musica di sottofondo e la leziosità della regia sono un po’ forzate, il messaggio è forte e chiaro. «Il male è tornato», dice il presidente in bianco e nero, e il mondo lo sta già riconoscendo. Non può dimenticarlo «la Polonia, dove i nazisti hanno cominciato. Si ricordano che hanno distrutto Varsavia e vedono Mariupol. I britannici pensano a Coventry bombardata 41 volte, Londra bombardata per 57 giorni e vedono Kharkiv. Belfast, Portsmputh e Liverpool» sono «Mikolaiv, Kramatorsk e Chernikiv». Tutta Europa lo ha già conosciuto, il nazismo, il male. «Le 97 tonnellate di bombe a Rotterdam — ricorda il presidente tra qui due palazzi di nove piani che sono l’immagine indimenticabile della guerra a Borodyanka — e le fosse comuni di Tulle, il massacro di Ascq... Sono le nostre Bucha, Irpin e Borodyanka».
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