Tre famiglie distrutte dal terrorismo arabo palestinese
Commento di Deborah Fait
Sedici bambini rimasti orfani di padre. Questa carneficina segue quelle di marzo quando all'inizio del ramadan gli arabi palestinesi danno sfogo alla loro sete di sangue ebraico ammazzando dove capita e chiunque capiti loro a tiro. Sono arrivati armati di asce, coltelli e pistole e hanno colpito chi andava in sinagoga a pregare, chi si recava in yeshivà, scuola ebraica. Tre famiglie distrutte da chi non conosce pietà, da chi vive solo di odio. L'unica speranza è che le vittime non aumentino perché tra i tanti feriti vi sono alcuni gravissimi. I due odiatori sono giovani ragazzi, 19 e 20 anni, della città maledetta, terrorista per antonomasia, Jenin. Non voglio scrivere i loro nomi perché non ne sono degni. Il ramadan, fra i palestinesi, non è una solo festa religiosa come dovrebbe ma un scusa per ingaggiare giovani terroristi nullafacenti pronti ad uccidere dopo essere stati educati ad odiare gli ebrei dalla primissima infanzia. I capi di Hamas o di Fatah li cercano nei campi profughi mantenuti tali dai caporioni palestinesi per accrescere l'odio contro Israele. La cosa è tragica e paurosamente cinica, tenere la loro gente chiusa nei campi per avere sempre un fucina di terroristi pronti ad ammazzare. Questi giovani nutriti di veleno dovrebbero colpire i loro boss mafiosi, per primo il nuovo leader carnefice di Hamas, Yahya Sinwar e per secondo quel dittatore che nessuno riesce a scalzare dalla sua poltrona insanguinata, dopo 23 anni di potere abusivo.
Tutte le organizzazioni terroristiche sono però collegate tra loro, Jihad Islamica, Isis, Brigate dei Martiri di Al-Aqsa e spesso sono in competizione nel reclutare volontari martiri tra i più fanatici e feroci. In questo modo da marzo ad oggi sono riusciti ad ammazzare 18 cittadini israeliani, persone innocenti e pacifiche che non avevano fatto loro alcun male. Odio puro quindi che porterà le famiglie dei terroristi a beccarsi un sostanzioso vitalizio. Gli accordi di Abramo, voluti e firmati da Bibi Netanyahu e Donald Trump, hanno incattivito i palestinesi che si sono sentiti traditi dai loro ex finanziatori e alleati. Oltre a questo c'è la quasi pace fatta tra Israele e Turchia di Erdogan, un vero incubo per Hamas che teme di perdere il suo maggior protettore. Questo induce i palestinesi a reiterare la grande bugia di Al Aqsa cioè del pericolo che Israele voglia distruggere la loro moschea, cosa mai pensata da nessun governante israeliano. Se avessero voluto farlo ne avrebbero avuto l'occasione nel 1967 dopo la liberazione di Gerusalemme dall'occupazione giordana. Non è accaduto né mai accadrà. Nel giorno di Yom Azmauth, la festa del compleanno di Israele, alcuni israeliani hanno avuto il permesso di salire sul Monte del Tempio ma è stato severamente vietato pregare e sventolare le bandiere di Israele, In compenso abbiamo dovuto assistere a terroristi di Hamas che correvano lungo l'enorme piazzale con le bandiere verdi di Hamas. Tutto questo è estremamente frustrante per Israele che quasi ogni anno vede le sue feste più belle o più tristi insanguinarsi di sangue innocente e vede aumentare il numero di piccoli orfani. Nei territori che gli arabi palestinesi occupano hanno festeggiato, Hamas ha dichiarato che "L'operazione è stata eroica". Come può definirsi popolo quello che ritiene eroi degli assassini. Alcuni giorni fa abbiamo ricordato il massacro di Itamar dove altri due quasi adolescenti arabi palestinesi di 18 e 19 anni hanno sgozzato cinque membri della stessa famiglia con una ferocia disumana. Ehud e Ruth Fogel, i loro tre bambini Yoav di 11 anni, Elad di 4 e la piccola Hadas di tre mesi che fu addirittura decapitata. Per la sua ferocia il cosiddetto popolo palestinese dovrebbe essere escluso dal consesso umano invece vediamo in tutto il mondo occidentale manifestazioni in suo favore. Questo è incomprensibile come è incomprensibile e assurdo che un Papa, un Pontefice, definisca uno degli organizzatori di tale brutalità e barbarie "angelo della pace".