L'occasione perduta di Paolo Mieli di fare chiarezza sulle parole antisemite di Lavrov
Commento di Deborah Fait
A destra: il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov
Quarta Repubblica del 2 maggio. Conduttore Nicola Porro. Ospiti Toni Capuozzo, Paolo Mieli. È su quest'ultimo che mi vorrei soffermare anche perché Capuozzo non mi interessa più, dice sempre le stesse cose che a me danno un vero fastidio fisico. Paolo Mieli che considero un bravo storico e giornalista questa volta non mi è piaciuto ma proprio per niente. Peccato, proprio un paio di sere nella trasmissione di Corrado Formigli, proprio Paolo Mieli è stato bravissimo, ha fatto fare una figuraccia barbina a un Michele Santoro, viola in volto per la rabbia e il fervore nella difesa di Putin e dell'invasione di una nazione sovrana , naturalmente, per lui, nazista! A Quarta Repubblica Mieli mi ha delusa, non solo per aver difeso a spada tratta Lavrov, secondo lui il più preparato e intelligente politico russo. Mi ha delusa perché non ha fatto una critica culturalmente seria ed efficace delle parole aberranti del numero 2 del Cremlino. Ha detto, è vero, che i russi sono antisemiti, ha ricordato l'alleanza dell'URSS con Hitler, inizio della seconda Guerra Mondiale con l'attacco e lo smembramento della Polonia per mano del dittatore nazista e Stalin. Ha aggiunto che Lavrov era sicuramente persuaso delle sue affermazioni sugli ebrei proprio a causa dell'antisemitismo che da sempre anima il popolo e l'élite russa dall'epoca degli zar, fino all'URSS, per arrivare all'oggi.
Paolo Mieli
Secondo Mieli il ministro degli esteri russo-sovietico con quell'intervista ha voluto dare a Putin una prova di lealtà in un momento di debolezza. Uno dà prova di lealtà diffamando un popolo e un'intera religione? Certo, succede nelle dittature ma non era questo che mi aspettavo da un Paolo Mieli. Non avrei voluto un elogio inutile e vuoto di Lavrov, che sapeva tanto di piaggeria, ma un'analisi onesta e chiara delle sue aberranti parole. Forse i grandi giornalisti vivono in una specie di torre d'avorio, non saprei, ma noi comuni mortali abbiamo altre esperienze e viviamo altre realtà. Noi persone normali sentiamo ogni santo giorno intorno a noi l'odio antiebraico e le parole sciagurate di Lavrov stanno già incominciando a fare danni. La bufala che Hitler fosse di origini ebraiche è stata diffusa molti anni fa e ripresa da tutti gli antisemiti del mondo per negare il più enorme genocidio della storia. Era questo che, a mio parere avrebbe dovuto dire Mieli, da storico aveva l'occasione e l'autorità di smentire davanti a milioni di spettatori quella tremenda bufala che diffama un intero popolo e che viene usata per insultare gli ebrei e per giustificare l'orrore nazista. È stato dimostrato più e più volte che Hitler non fosse ebreo né da parte di madre e nemmeno da parte di padre. David Irving molti anni fa aveva inventato questa storia ricordando che la madre o la nonna di Hitler faceva la sguattera in casa di ricchi ebrei, quindi sarà stata sicuramente stuprata da uno di essi, quindi ecco qua perché Hitler deve per forza essere ebreo. Risultato? La Shoah se la sono fatta gli ebrei per dare la colpa alla povera innocente Europa. Si, è aberrante ma c'è chi ne è convinto e continua a diffondere questa porcheria. Adesso chi lo fa ha anche le spalle coperte dalle dichiarazioni scandalose del ministro degli esteri russo, mica dal salumaio sotto casa!
È questo che Mieli avrebbe dovuto approfondire per farlo sentire chiaro e forte ai telespettatori che non sono tutti storici, c'è anche gente comune, normali persone, molte imbevute di retorica e antisemitismo, che probabilmente avranno pensato "Però sti ebrei, i soliti imbroglioni, pensa te cosa sono riusciti a fare pur di conquistare il mondo…si sono auto ammazzati". L'unica cosa giusta e una critica pur se prudente, sono state espresse da padre Stefano Caprio, docente pontificio, espulso dalla Russia di Putin e Kirill. Dopo aver ribadito la natura antisemita del popolo russo e dei suoi governanti, ha ammesso che "la provocazione propagandistica contro gli ebrei è stata purtroppo vincente, infatti ormai tutto il mondo ne parla". Pensiamo a quanti vecchi e nuovi antisemiti troveranno la scusa per vomitare odio contro gli ebrei anche grazie all'assoluta mancanza di contradditorio del conduttore di Zona Bianca, Giuseppe Brindisi, e di spiegazioni storiche da parte di avrebbe dovuto farle. Nicola Porro avrebbe dovuto pretendere proprio questo da Paolo Mieli, un chiaro, forte, deciso diniego, espresso con la ripugnanza dovuta ad ogni menzogna antisemita, non un elogio inutile e servile di Lavrov.