Mario Draghi: 'Giusto aiutare l'Ucraina a difendersi' Cronaca di Ilario Lombardo
Testata: La Stampa Data: 01 maggio 2022 Pagina: 16 Autore: Ilario Lombardo Titolo: «Draghi tira dritto sulle armi: 'Coerenti con la difesa di Kiev'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/05/2022, a pag.16 con il titolo "Draghi tira dritto sulle armi: 'Coerenti con la difesa di Kiev' " la cronaca di Ilario Lombardo.
Ilario Lombardo
Mario Draghi
Per Mario Draghi si tratta di «coerenza». Sia che si parli di armi da inviare a Kiev, sia che si affronti nuovamente il voto in Parlamento sulla delega fiscale. «Coerenza», secondo il premier, vuole dire dare senso alle parole quando si tratta di impegni precisi. Come nel caso della guerra in Ucraina. Per Draghi è importante mantenere la promessa fatta al presidente Volodymyr Zelensky. Ribadita pubblicamente e nelle ultime ore ai collaboratori: e cioè che L'Italia farà di tutto, «d'accordo con gli alleati, con l'Europa e con la Nato, per aiutare la resistenza ucraina». Il punto è capire fino a dove il governo italiano spingerà questa promessa. Ed è una domanda a cui il presidente del Consiglio potrebbe essere costretto a rispondere a breve. Sia perché tra otto giorni volerà a Washington, ospite alla Casa Bianca del presidente Joe Biden, sia perché il presidente del M5S Giuseppe Conte minaccia lo strappo se il prossimo decreto ministeriale conterrà l'invio di tank e altri armamenti pesanti. Tra Draghi e l'ex premier ci sono stati contatti nelle scorse ore. Conte ha fatto sapere di avergli consegnato la delibera del Consiglio nazionale del M5S. Dove è scritto che si opporranno agli aiuti militari che «travalicheranno le esigenze legate all'esercizio del diritto di legittima difesa sancito dall'articolo 51 della Carta dell'Onu». Un riferimento questo che ha fatto storcere il naso a molti a Palazzo Chigi. Innanzitutto perché la differenza tra armi difensive e offensive, che è un po' il cuore del ragionamento di Conte, è considerata da Draghi di non immediata comprensione. «Nessun intento bellicista o guerrafondaio» sostiene il premier. Tanto più che il terzo decreto, quello che in teoria conterrà le armi più pesanti, è al momento solo un ipotesi . Molto, secondo la Difesa, dipenderà dalle richieste degli alleati americani, da cosa decideranno di fare Emmanuel Macron e gli altri partner Ue, e dall'evoluzione del conflitto con la Russia. Una variabile, quest'ultima, che condiziona anche la pianificazione del viaggio del premier italiano a Kiev. Stando a fonti di Palazzo Chigi a questo punto la finestra disponibile prima della visita in Usa potrebbe essersi chiusa. Più probabile che Draghi vada in Ucraina dopo l'incontro con Biden. Ci sono state interlocuzioni con lo staff francese per valutare un viaggio a tre, assieme al presidente francese e al tedesco Olaf Scholz , ma nulla, per ora, viene confermato. Nel frattempo Draghi lavora al discorso che terrà martedì davanti al Parlamento Ue riunito a Strasburgo e riflette sull'andamento delle riforme. La nuova frenata del centrodestra sulla delega fiscale - e sul catasto - non gli è piaciuta. Per il premier vale l'impegno preso dai partiti al termine del vertice prima di Pasqua. Il 9 maggio il testo è atteso in Aula, alla Camera. E potrebbe arrivarci senza relatore. La Lega ha fatto sapere che in caso di fiducia uscirà dall'emiciclo. Ma porre la fiducia, a questo punto, per Draghi sta diventando un'opzione che non può più essere esclusa.
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