Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 29/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Albert Camus
La tirannide totalitaria non si edifica sulle virtù dei totalitari, bensì sugli errori dei liberali. Albert Camus.
Saskia Esken, leader della Spd in Germania, ha chiesto a Gerhard Schröder di lasciare il partito dopo che in un’intervista al New York Times l’ex cancelliere ha confermato di non avere l’intenzione di dimettersi dalla presidenza di Rosneft e Nord Stream malgrado la guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina. «Purtroppo non ha seguito questo consiglio»», ha detto Esken. Il Foglio.
Igor Volobuev, vicepresidente della Gazprombank, ha annunciato d’essere fuggito dalla Russia per combattere a fianco delle forze ucraine. Nato nella città ucraina di Okhtyrka, Volobuev ha precisato d’essersi unito alle forze di difesa territoriale ucraine. «Non potevo tollerare quello che la Russia stava facendo al mio paese». Ansa.
Come Hitler e Mussolini, che prima di rassegnarsi alla sconfitta brandirono l’«arma segreta», così Putin ha minacciato la sua «arma mai vista» contro chi osa «impicciarsi» – così ha titolato Il Fatto Quotidiano con una certa condivisione – dell’affare ucraino. Francesco Damato, graffidamato.com.
Prima la pandemia, poi la guerra, adesso il Fu Manciù calvo del Cremlino. Tra un po’ gli alieni. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.
Da noi (ricordo Domenico Quirico e Lucio Caracciolo) si sostiene che questa guerra è una guerra combattuta dagli ucraini per conto degli americani. […] Lo stupido paternalismo che dalla rivoluzione del 1917 anima il massimalismo serpeggiante in Italia e in alcuni uomini dei media riemerge ancora una volta. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.
La voglia di pacifismo di Beppe Grillo e di Giuseppe Conte, condita del desiderio di recuperare consenso elettorale, riapre il fronte nel governo sull’invio delle armi all’Ucraina. […] Così, a margine delle celebrazioni per il 25 aprile, il leader grillino inizia a distinguere tra l’invio di armi di difesa, sulle quali resta il via libera grillino, e quello di armi pesanti per contrattaccare. Federico Capurso, La Stampa.
Per semplificare: un carro armato è un’arma offensiva o difensiva? Come controllare che un obice con gittata di 30 chilometri venga utilizzato dagli ucraini per sparare alle truppe occupanti invece che alla città oltre frontiera? Pietro Salvatori, HuffPost.
Quale credibilità può avere un politico che ha flirtato con tutti, da Trump a Bersani e Angela Merkel (indimenticabile il siparietto nel quale parlava male di Salvini, all’epoca suo alleato)? […] Uno che ha messo uomini sbagliati ai posti sbagliati (Vecchione, Arcuri) e che è passato da un’alleanza con Salvini a una con Zingaretti [dopo di che] ha brigato per un «Conte-ter» con gli amici di Mastella e Ciampolillo? La capriola sinistrorsa [e pacifista] di Conte contiene in sé il senso disperato dell’ex potente disarcionato: il mio regno per una manciata di voti. Mario Lavia, Linkiesta.
[Biden e Putin] si conoscono bene. Fin da quand’era vicepresidente con Obama e gli era affidato il dossier Ucraina, Joe Biden ha sempre considerato Putin un killer. «La sto guardando negli occhi», gli aveva detto una volta, «e non credo che lei abbia un’anima» (e Putin, di rimando: «Vedo che noi ci capiamo benissimo...»). Francesco Battistini, Fronte Ucraina (da Dagospia).
È stata individuata una terza fossa comune nella località Staryi Krym. Le due già scoperte si trovano a Manhush e Vynohradne. È anche confermato che i residenti sono stati coinvolti nello scavo dalle forze russe in cambio di cibo e acqua. Immagini satellitari mostrano scavi recenti, comparsi il 24 marzo scorso, dopo l’occupazione. Allora gli scavi si estendevano per una lunghezza di 60-70 metri. Il 7 aprile, parte delle fosse erano state coperte. Il 24 aprile, compaiono altri scavi: la lunghezza delle fosse è aumentata a 200 metri. Brunella Giovara, la Repubblica.
Fucili a canne mozze, bottiglie Molotov, droga e siringhe, pistole, letteratura estremista, passaporti ucraini falsi, t-shirt metallare, santini di Hitler e dischi col videogame The Sims: questo il kit dell’infiltrato che vuole seminare terrore in Russia per ordine di Kiev. La televisione russa mostra gli arresti di improbabili personaggi che vengono buttati giù dal letto in mutande dalle teste di cuoio dell’Fsb per «confessare» davanti alla telecamera d’aver progettato [di] uccidere i propagandisti della tv di Stato e [di] incendiare le automobili con gli adesivi in sostegno della «operazione militare speciale». Quel che resta dei social ride soprattutto dei Sims: qualcuno sostiene che gli agenti dell’Fsb volevano mettere nel kit del nazista delle sim-card ma qualcuno si è confuso, altri sono del parere che i dischi del gioco siano finiti accanto alle svastiche perché nell’immaginario della dirigenza russa i videogame sono sinonimo di depravazione occidentale, e ogni killer che si rispetti deve giocarci prima di partire in missione. Anna Zafesova, La Stampa.
«In questa guerra non abbiamo gli stessi interessi degli americani». Il che, in parte, è pure vero. Ma forse abbiamo gli stessi valori. E un tempo ai valori si replicava con altri valori. Specie da parte degli esponenti di quella sinistra che, negli anni Ottanta del secolo scorso, [sbandierava] la «questione morale» di Berlinguer [e] che oggi parla soltanto di gas e, nel pretendere che l’Ucraina [accetti] una pace vessatoria, mostra di dare più importanza alla geografia che alla libertà [e alla morale]. Massimo Gramellini, Corsera.
Se i miei diecimila sesterzi mi rendi Silone / Sfoggia pure la grinta puritana / Ma se ci sei attaccato non fare / Il ruffiano con grinta puritana. Catullo, Poesie, nella traduzione di Guido Ceronetti.
La morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo ci fa dire quello che vorremmo che gli altri facessero. Roberto Gervaso.