Una alleanza globale contro Putin Analisi di Gianni Vernetti
Testata: La Repubblica Data: 27 aprile 2022 Pagina: 1 Autore: Gianni Vernetti Titolo: «L’Alleanza globale»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 27/04/2022, a pag. 1-34, con il titolo "L’Alleanza globale", l'analisi di Gianni Vernetti.
Gianni Vernetti
Dopo 62 giorni dall’inizio del conflitto scatenato da Vladimir Putin con l’invasione dell’Ucraina, la giornata di ieri ha registrato una novità di grande rilevanza politica e strategica: la nascita di una coalizione internazionale di Paesi democratici che sosterrà lo sforzo bellico dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky. Il Gruppo di Contatto sulla Sicurezza dell’Ucraina si è riunito per la prima volta ieri nella base aerea statunitense di Ramstein in Germania, su iniziativa di Lloyd Austin, Segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Austin ha aperto i lavori rivolgendosi direttamente al ministro della Difesa dell’Ucraina Oleksij Reznikov: «La vostra resistenza ha ispirato il mondo libero». Per poi proseguire: «Oggi siamo qui riuniti per aiutare l’Ucraina a vincere la battaglia contro la Russia. L’Ucraina ha fatto un lavoro straordinario nel difendersi dalla aggressione russa e la battaglia di Kiev entrerà nei libri di storia. Ma ora la situazione sul campo è cambiata, con l’offensiva nel Sud e nel Donbass dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere». Il Gruppo di Contatto fra i ministri della Difesa e i Capi di Stato Maggiore di 43 Paesi democratici si riunirà mensilmente e rappresenta già l’embrione di qualcosa di più di un semplice coordinamento fra alleati per incrementare le forniture belliche all’esercito di Kiev. E basta scorrere l’elenco degli invitati per cogliere più di una novità geo-strategica. Accanto all’Ucraina si sono riuniti i trenta Paesi membri della Nato insieme alle democrazie dell’Indo-pacifico (Giappone, Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda); a tre Paesi del Medio Oriente (Israele, Qatar e Giordania); a un quartetto africano composto da Kenya, Liberia, Marocco e Tunisia; e a Finlandia e Svezia, la cui d’adesione all’Alleanza Atlantica potrebbe concretizzarsi in poche settimane, come confermato nei giorni scorsi dalle due premier Sanna Marin e Magdalena Andersson. L’incontro fa seguito alla missione a Kiev di Antony Blinken e dello stesso Lloyd Austin, la prima visita statunitense di alto livello in Ucraina dall’inizio del conflitto, e ha già prodotto un primo risultato concreto: l’annuncio da parte di Christine Lambrecht, ministro della Difesa della Repubblica federale tedesca, di fornire un primo lotto di 50 mezzi pesanti Gepard, carri armati dotati di sistemi antiaerei.
Vladimir Putin con Xi Jinping
La scelta d’un maggiore impegno tedesco in sostegno del governo di Kiev rappresenta una prima risposta alle molte critiche rivolte nei giorni scorsi al cancelliere Olaf Scholz per la sua riluttanza a un maggiore impegno di Berlino nella crisi ucraina. La presenza di Israele e di alcuni Paesi firmatari degli Accordi di Abramo rappresenta poi una novità sostanziale: da un lato l’apertura, in particolare con il Qatar, di azioni di lungo periodo per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, dall’altro un primo segnale da parte di Gerusalemme di abbandono dell’equidistanza fra Mosca e Kiev, e una prima risposta anche al crescente avvicinamento fra Iran e Russia, sempre più coordinate nell’aggiramento delle sanzioni occidentali. La presenza dei Paesi dell’Indo-pacifico e del quartetto africano rappresenta infine un chiaro segnale nei confronti di Pechino e della sua “alleanza senza limiti” siglata fra Xi e Putin lo scorso 4 febbraio, poco prima dell’inizio del conflitto: l’alleanza fra le autocrazie non solo non è attrattiva, ma rappresenta una minaccia alla stabilità globale. Il monito che giunge da Ramstein alla Cina è chiaro: Pechino rischia un crescente isolamento internazionale se proseguirà nell’azione costante di promozione della narrativa russa sul conflitto in Ucraina e se vorrà garantire uno sbocco economico e finanziario a una Russia sempre più isolata dopo le articolate sanzioni adottate dall’Occidente. E in una giornata con una tensione crescente, scandita dall’autorizzazione britannica all’uso delle proprie armi per colpire le retrovie logistiche in territorio russo, alle minacce russe di estensione del conflitto in territorio Nato, agli attentati in Transnistria, plausibili false-flag per estendere il conflitto alla Moldavia, non sfugge il forte valore anche simbolico della nascita di una “Nato globale” per sostenere la guerra di liberazione in Ucraina e rappresentare nel prossimo futuro l’architrave di sicurezza della sempre più necessaria Alleanza fra le Democrazie.
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