Kherson si ribella al 'falso referendum' dei russi Cronaca di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 23 aprile 2022 Pagina: 12 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Kherson si ribella al 'falso referendum' dei russi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/04/2022 a pag.10 con il titolo "Kherson si ribella al 'falso referendum' dei russi" la cronaca di Daniele Raineri.
Daniele Raineri
Il presidente ucraino Zelensky in un messaggio postato ieri notte ha detto che la Russia vuole indire un referendum nelle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia, per proclamare un’altra cosiddetta “repubblica popolare” sul modello di Lugansk e Donetsk — ma «falsificherà i risultati del referendum». Quindi, ha avvertito, «fate attenzione se vi chiedono i dati del vostro passaporto oppure di compilare questionari». Kherson è stata la prima città a essere occupata dai soldati russi durante l’invasione a febbraio e oggi vive sotto un regime d’occupazione. Abbiamo raggiunto alcuni suoi abitanti per sapere se in città si parla di questo referendum, che dovrebbe essere tenuto ai primi di maggio — magari vicino a lunedì 9 maggio, data simbolica perché i russi celebrano la giornata della Vittoria. Rispondono, ma non vogliono vedere i loro nomi pubblicati per timore di rappresaglie. Si parla già ufficialmente del referendum? Come siete venuti a sapere che ci sarà un voto? «Non c’è stato ancora alcun annuncio ufficiale — risponde A., di 39 anni — Il referendum lo faranno però, se non altro per giustificare la quantità di soldi che stanno spendendo in pubblicità a favore della Repubblica popolare. Per ora però se ne parla soltanto via Internet e con il passaparola ».
Che cosa pensa la gente del referendum? «Diciamo che il novanta per cento dei cittadini locali sono contro la Russia. Quelli che appoggiano l’occupazione sono anziani con più di settanta anni, pensano alla Russia come se fosse l’Unione sovietica e diventano nostalgici dei loro anni da giovani. Vorrebbero tornare indietro nel tempo. Pensano che le pensioni si alzerebbero. Altri invece non sono anziani, ma si sentono maltrattati dalla vita e sono l’assoluta minoranza, ma anche loro voterebbero a favore. In realtà organizzare un referendum vero qui è impossibile, molta gente è andata via e altra gente non voterebbe. Lo faranno finto, come hanno fatto a Donetsk». Risponde B., di 63 anni: «Posso parlare soltanto del mio circolo, di quelli che conosco. Nessuno di loro appoggia l’idea del referendum e di diventare la repubblica di Kherson». La gente si aspetta che i soldati ucraini riescano a riprendere la città? «Sì, io lo spero — risponde una terza persona — e così molti altri che sono ancora a Kherson. Altrimenti non ci sarà lavoro, o futuro, e dovremmo andarcene. Anche la gente sull’altra sponda del Dnepr non vuole fare parte di questa repubblica popolare di Kherson». Le persone contattate confermano tutte di sentire i rumori della guerra che arrivano dalla linea del fronte, a pochi chilometri di distanza. Inoltre spiegano che assieme al referendum c’è anche la questione della leva militare obbligatoria e di questo si parla molto in città: potrebbe arrivare l’obbligo, per i maschi in età militare, di combattere dalla parte dei russi. In realtà è da vedere come andrebbe a finire l’arruolamento forzato, perché c’è un forte movimento contro l’occupazione in città. Mercoledì un blogger filorusso che voleva diventare il nuovo capo della polizia, Valerii Kuleshov, è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco mentre era in macchina. Il 20 marzo un politico locale, Pavel Slobodchikov, accusato di collaborazionismo, era stato ucciso nello stesso modo.
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