Ue: sull'Ucraina sono solo chiacchiere Cronaca di Claudio Tito
Testata: La Repubblica Data: 20 aprile 2022 Pagina: 8 Autore: Claudio Tito Titolo: «Il patto tra i 27 sull’Ucraina nell’Ue: pronti a frenare se Kiev capitola»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/04/2022, a pag. 3, con il titolo "La rassicurazione a Zelensky e la sfida a Putin nella capitale: 'Dobbiamo dare un segnale' " la cronaca di Claudio Tito.
Niente di formale o di ufficiale. È quasi un tacito accordo. Frutto anche della tensione che, seppure non esplicita, attraversa i 27 membri dell’Ue in merito alla richiesta di adesione dell’Ucraina. Anzi, è il prodotto proprio della discussione che si è svolta in questi giorni. E che prevede una “clausola di dissolvenza”. Una sorta di “freno a mano” che può riportare, in caso di necessità, tutto al punto di partenza. Perché una delle preoccupazioni prevalenti è che l’assegnazione dello “status” di paese candidato all’Ucraina possa arrivare troppo tardi. Se, insomma, l’intero territorio fosse sottoposto al controllo russo o alla guida di un governo- fantoccio. In quel caso la clausola di dissolvenza scatterebbe immediatamente. Ieri, infatti, è arrivata la prima parte del questionario che l’esecutivo ucraino ha dovuto riempire per perfezionare la sua domanda. Gli interrogativi, però, negli uffici di Bruxelles e nelle Cancellerie europee riguardano non il merito delle risposte che saranno valutate con un criterio “politico” e non “tecnico”. Ma concernono la tempistica. Al momento la “road map” prevede che entro la prima settimana di maggio, Kiev invii la seconda parte del questionario alla Commissione. La struttura guidata da Ursula von der Leyen si è poi impegnata a redigere il parere da trasferire al Consiglio europeo entro la prima decade di giugno. E il Consiglio, già convocato in seduta formale il 24 giugno, dovrebbe approvare il primo step assegnando appunto lo status di “paese candidato”. Ma i tempi, in politica come in guerra, non sono mai ininfluenti. I dubbi che alcuni degli esecutivi più scettici hanno avanzato, si concentrano proprio su questi due mesi di attesa. Cosa accade se le forze russe prendono il controllo dell’Ucraina da qui al 24 giugno? Cosa succede se si instaura un esecutivo- fantoccio teleguidato dal Cremlino? Pur essendo lo Status di paese candidato solo il primo passaggio di una procedura complessa (la Turchia ad esempio lo è dal 1999), concederlo a un Paese egemonizzato da Putin sortirebbe l’effetto politico opposto.
Ursula Von Der Leyen
Il “freno a mano” è dunque la condizione di fatto, non formale e non ufficiale, che tutti stanno ponendo. Anche perché non tutti sono convinti dell’opportunità di imprimere un’accelerazione senza precedenti ai tempi della procedura di ingresso di Kiev nell’Unione. Resta il fatto che il 17 aprile scorso Zelensky ha fatto pervenire a Bruxelles la prima parte del questionario. Si tratta di quesiti concentrati sui criteri politici ed economici. Secondo i modelli già usati in precedenza, le domande sono raggruppate in 6 macroaree tematiche: dal mercato interno alla concorrenza dall’ambiente al bilancio statale. Le risposte sono in corso di esame. Ma è evidente che il giudizio della Commissione non si baserà su una valutazione squisitamente “tecnica” ma soprattutto “politica”. Del resto, a Palazzo Berlaymont nessuno si aspettava dei riscontri approfonditi ma una “predisposizione”: la capacità di esprimere una potenzialità nel soddisfare i requisiti per entrare nell’Unione europea. E infatti già in questo pacchetto del questionario, il governo di Kiev si è attenuto alle indicazioni ricevute evitando di approfondire gli argomenti trattati. Del resto, in una situazione di guerra sarebbe stato comunque piuttosto difficile descrivere la situazione in modo minuzioso. «Abbiamo discusso di come aumentare i nostri aiuti all’Ucraina, del sostegno finanziario e per la difesa e delle risposte dell’Ucraina al questionario per diventare Paese membro dell’Ue ha confermato von der Leyen dopo una telefonata con il presidente ucraino .La Commissione è pronta al suo sostegno. L’Ucraina appartiene alla nostra famiglia europea». La seconda frazione del formulario si concentra sul cosiddetto “Acquis comunitario”, ossia l’insieme dei diritti ed obblighi che vincolano gli Stati-membri. Si tratta dei principi fondamentali dell’Unione, degli accordi internazionali, della legislazione nazionale adottata in applicazione della giurisprudenza comunitaria. La Commissione lo ha inviato a Kiev il 13 aprile scorso. A questo punto, però, il problema prioritario è capire se, da qui al 24 giugno, l’interlocutore di Bruxelles sarà ancora Zelensky. In caso contrario - anche dopo il 24 giugno - il “freno a mano” sarà tirato. È la garanzia implicita inserita in questa procedura straordinaria.
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