Il veterano Harry Shindler: 'Brigata Ebraica al fronte con noi gli arabi stavano con Hitler' Cronaca di Marco Patucchi
Testata: La Repubblica Data: 17 aprile 2022 Pagina: 13 Autore: Marco Patucchi Titolo: «'Brigata Ebraica al fronte con noi gli arabi stavano con Hitler'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/04/2022, a pag. 13, con il titolo 'Brigata Ebraica al fronte con noi gli arabi stavano con Hitler', la cronaca di Marco Patucchi.
Harry Shindler
«Hanno combattuto al mio fianco sulla Linea Gotica. Me li ricordo benissimo, eravamo una banda di fratelli nell’inferno della battaglia di Rimini, o negli scontri sul fiume Sennio. Come gli Alleati e come i partigiani italiani, anche loro hanno versato il proprio sangue per liberare l’Italia e non capisco come si possano fischiare e contestare durante le manifestazioni del 25 aprile. Piuttosto erano gli arabi a stare con Hitler». La Brigata Ebraica è nel cuore di Harry Shindler, 101 anni, veterano dell’esercito inglese e membro onorario dell’Anpi. Lui, che dallo sbarco di Anzio in poi ha risalito il nostro Paese combattendo i nazifascisti, ha le idee chiare su cosa dovrebbe essere il 25 aprile: «La festa della Liberazione e basta. Non devono esistere strumentalizzazioni, vanno ricordati e onorati tutti coloro che hanno sacrificato la vita ottant’anni fa venendo in Italia da ogni angolo del pianeta. Americani, inglesi, canadesi, francesi, brasiliani, polacchi, africani…il mondo contro il male assoluto. E soprattutto gli italiani che scelsero la Resistenza. Uomini, donne, addirittura ragazzini. Niente da dire sulle altre guerre, sulle crisi internazionali, sulle emergenze, ma il 25 aprile è e deve restare il giorno della Liberazione dell’Italia. L’ho sempre detto a quelli dell’Anpi, però ho l’impressione che ormai essendo rimasti in pochi di noi che c’erano davvero, siano parole perse nel vento. Io tra qualche anno non ci sarò più, ma se andiamo avanti così temo che sparirà anche la festa del 25 aprile».
Shindler nella Napoli liberata del 1944 incontrava gli antifascisti tornati dal confino per spiegargli come funzionavano i sindacati e la democrazia in Inghilterra (lui, allora, era trotzkista ed oggi è il più anziano iscritto al Labour ancora in vita), e certo non può dirsi un guerrafondaio o sovranista, ma sulla memoria non fa sconti a nessuno: «È sbagliato sventolare le bandiere palestinesi nei cortei del 25 aprile. È vero, oggi combattono per la loro terra e la loro libertà, ma negli anni Trenta e Quaranta gli arabi, guidati da al-Husayn, stavano con Hitler e Mussolini. Lo ripeto, salviamo la festa della Liberazione per quello che è sempre stata, evitiamo ogni strumentalizzazione ». Compresa, dice Shindler, quella della bandiera Nato da sventolare nei cortei: «Sono veramente preoccupato per quanto sta succedendo in Ucraina. Ai miei tempi il dilemma era se morire per Danzica, ora si ripete per Kiev…bisogna continuare a mandare armi perché non sappiamo cosa succederà con Putin ai confini di Lituania e Polonia ». La famiglia originaria di Shindler è di religione ebraica, ma lui si è sempre professato ateo: «Non esiste un dio se nelle guerre muoiono i bambini. Da quando, a 15 anni, sono entrato nel Labour resto convinto che su questa terra pace e giustizia dipendono solo dall’uomo e dalle sue azioni».