Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/04/2022 a pag.5 con il titolo "Biden: 'Pronto a volare in Ucraina'. E l’Italia manda nuove armi a Kiev" la cronaca di Tommaso Ciriaco, Paolo Mastrolilli.
Joe Biden
Il Pentagono promette di consegnare le nuove armi pesanti all’Ucraina entro una settimana, mentre anche l’Italia prepara il suo contributo di forniture militari a Kiev, e Biden pensa di accompagnarle inviando da Zelensky un alto rappresentante della sua amministrazione, senza escludere di andare lui stesso. Washington ha appena approvato la consegna a Kiev di armi per 800 milioni di dollari, che includono 18 cannoni Howitzer da 155mm e 40.000 munizioni di artiglieria; 200 mezzi meccanizzati M113 e 100 Humvee; 300 droni Switchblade, 500 missili Javelin e migliaia di altri sistemi anti carro; 11 elicotteri Mi-17; 10 radar AN/TPQ-36 per individuare l’artiglieria avversaria e due AN/MPQ-64 Sentinel per la sorveglianza aerea; sistemi anti navi, equipaggiamento protettivo per attacchi chimici, biologici e radiologici. In altre parole, le armi pesanti e di lunga gittata richieste da Kiev per affrontare la seconda fase dell’invasione russa, che si concentrerà sul Donbass e le regioni orientali. Mosca ha minacciato di colpire questi rifornimenti, perciò il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha avvertito: «Gli Usa non stanno operando in Ucraina, ma se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l’invocazione dell’articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco».
Il Pentagono si prepara anche ad addestrare i soldati di Kiev fuori dai confini nazionali, e il capo della Cia Burns ha lanciato l’allarme per il possibile uso di armi nucleari, anche vista la minaccia di Mosca a Svezia e Finlandia se entrassero nell’Alleanza: «Data la disperazione di Putin e le battute d’arresto militari, nessuno può prendere alla leggera la minaccia rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleari tattiche». Per rafforzare l’appoggio sul piano politico, Biden sta considerando l’invio a Kiev di un alto rappresentante del suo governo, forse il segretario di Stato Blinken o il capo del Pentagono Austin, mentre la portavoce Karine Jean-Pierre ha confermato che «gli Usa stanno collaborando agli sforzi internazionali e nazionali per accertare le atrocità commesse dalla Russia in Ucraina». Ai giornalisti che gli chiedono se è pronto ad andare a Kiev, il presidente ha risposto: «Sì». Intanto anche Roma si muove. Un nuovo decreto interministeriale potrebbe essere varato già la prossima settimana dal governo italiano per finanziare l’invio di altre armi all’esercito ucraino. Il nuovo testo si rende necessario perché lo stanziamento economico previsto dal primo decreto è stato esaurito nel corso delle prime sette settimane di conflitto. Vanno dunque individuate nuove risorse per garantire il materiale bellico. L’obiettivo è rifornire Kiev soprattutto con altre armi anti- carro e munizionamento. Ma questa volta è possibile che il provvedimento includa dotazioni diverse: si ragiona in particolare di mezzi blindati ruotati. Nei giorni scorsi l’esecutivo ha vagliato anche l’opzione di fornire missili anti-nave, come quelli che ieri potrebbero aver colpito l’incrociatore russo Moskva. L’Italia è dotata di quelli che vengono lanciati da terra, non da nave a nave. Esiste però un tema di coordinamento con i partner europei e il nodo dei tempi di addestramento all’utilizzo che hanno spinto a rimandare ogni decisione alle prossime settimane. Il decreto dovrebbe invece disporre la fornitura di veicoli ruotati blindati: sono già a disposizione delle nostre forze armate, a differenza dei mezzi corazzati che andrebbero commissionati e poi acquistati e che, per questo, per il momento non saranno inclusi nelle nuove spedizioni. Ma come funziona l’iter per autorizzare l’invio delle nuove armi? Il decreto interministeriale è firmato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, degli Esteri Luigi Di Maio e dell’Economia Daniele Franco. Non deve transitare dal Parlamento, che ha già autorizzato l’invio di materiale bellico. La cifra stanziata, come già accaduto la volta scorsa, sarà secretata. E lo stesso vale per l’elenco del materiale bellico.
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