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La Repubblica Rassegna Stampa
14.04.2022 Frank R. James: chi è il terrorista di New York?
Cronaca di Massimo Basile

Testata: La Repubblica
Data: 14 aprile 2022
Pagina: 24
Autore: Massimo Basile
Titolo: «L’attentatore di New York: 'Io, profeta di sventura e fan dell’11 settembre'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/04/2022, a pag. 24, con il titolo "L’attentatore di New York: 'Io, profeta di sventura e fan dell’11 settembre' ", la cronaca di Massimo Basile.

Dit weten we over Frank R. James (62), de man die gezocht wordt na  schietpartij in New Yorkse metro | Buitenland | hln.be
Frank R. James

Il super ricercato d’America stava camminando per le strade dell’East Village, a Manhattan, in pieno giorno, in mezzo alla gente, il passo affaticato da obeso, cappellino da baseball calato sugli occhi, maglietta e pantaloni blu. Frank R. James, 62 anni, l’uomo che ha sparato martedì mattina ai passeggeri di un treno della metropolitana, a Sunset Park, Brooklyn, dopo aver lanciato due granate lacrimogene, non aveva fatto molta strada. Lo hanno arrestato due poliziotti di pattuglia, allertati da un passante che lo ha incrociato su Canal Street e gli ha scattato una foto con il cellulare. James si è consegnato agli agenti senza fare resistenza. «We got it», «Lo abbiamo preso», ha detto il sindaco Eric Adams, emulando il “We got it” pronunciato da Barack Obama il giorno dell’uccisione di Osama bin Laden. Finisce la fuga dell’uomo che su YouTube si definiva «profeta di sventura», e da settimane diceva di «avere voglia di uccidere ». Salito sul treno della linea N, indossata una maschera antigas, aveva lanciato due lacrimogeni nel vagone. «Ops, colpa mia», si era scusato con lo stupito ragazzo che gli stava vicino, prima di sparargli su un ginocchio. Poi aveva scaricato trentadue colpi sugli altri passeggeri. Dieci persone ferite, altre tredici per l’esalazione, la paura o perché spintonate durante la calca per la fuga. Nessuno è in pericolo di vita. Il bilancio poteva essere più grave, se la pistola non si fosse inceppata. Nella fuga James ha perso la carta di credito, facilitando la sua identificazione. L’uomo era stato arrestato in passato dodici volte, per furto e atti osceni, era da trent’anni nei file della polizia locale, ma nonostante questo aveva potuto acquistare legalmente in Ohio, nel 2011, la pistola. Viveva in due case, a Milwaukee e Philadelphia, e con molti demoni. Una delle foto segnaletiche era lo screenshot di un video del canale YouTube di James, “il profeta della verità 88”. «Ma il mio vero nome — si presentava — è profeta di sventura». Nei suoi messaggi farneticanti James definiva l’attacco dell’11 Settembre il «giorno più bello», minacciava di sterminare neri, bianchi, ebrei, messicani. Il 6 aprile aveva invocato più «sparatorie di massa». Lunedì, 24 ore prima dell’attacco, aveva confessato in video: «Posso dire che voglio uccidere persone. Voglio vedere le persone morire davanti ai miei fottuti occhi». Il 23 febbraio aveva dedicato un video messaggio al sindaco Adams. «Signor sindaco, sono vittima del suo programma per la salute mentale, sono pieno di odio, di rabbia e di amarezza». Il canale YouTube è stato oscurato. I vicini lo sentivano spesso urlare, ma in casa non c’era nessuno, tranne lui. L’arresto non azzera l’allarme. L’attacco premeditato, secondo gli investigatori, potrebbe scatenare l’emulazione di altri lupi solitari come James, con problemi mentali e facilità di accedere a un’arma. Adams dice che non è violenta New York, ma l’America. Dall’inizio dell’anno negli Stati Uniti ci sono state 132 sparatorie di massa, cioè con almeno quattro vittime, che hanno provocato 141 morti e 645 feriti. Da martedì, però, l’obiettivo del sindaco di convincere i newyorkesi che la metropolitana è sicura, è po’ più difficile, se un uomo con problemi mentali e un lungo elenco di precedenti può andarsene in giro armato. Chi non ha l’auto, non ha scelta. Deve prendere il treno e correre il rischio di ritrovarsi un “profeta di sventura” come James, rimasto invisibile fino a quando non è salito su quel treno per Manhattan. Forse pensava di esserlo anche ieri, mentre camminava tra la gente. O forse sperava solo che qualcuno lo fermasse.

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