domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
13.04.2022 Gli ucraini dicono di no al Papa: Niente Via Crucis insieme ai russi
Cronaca di Matteo Matzuzzi

Testata: Il Foglio
Data: 13 aprile 2022
Pagina: 2
Autore: Matteo Matzuzzi
Titolo: «Gli ucraini dicono di no al Papa: Niente Via Crucis insieme ai russi»

Dal FOGLIO di oggi 13/04/2022 a pagina 2: L’ARCIVESCOVO DI KYIV: “MEDITAZIONI INCOMPRENSIBILI E OFFENSIVE”

Una famiglia ucraina e una russa alle ultime stazioni della Via Crucis |  Modena 2000

Gli ucraini dicono di no al Papa: “Niente Via Crucis insieme ai russi”

 Roma. Lunedì la Sala stampa vaticana aveva comunicato che venerdì prossimo, in occasione della Via crucis al Colosseo alla presenza del Papa, una famiglia ucraina e una russa avrebbero portato la croce nella XIII stazione. Un gesto simbolico ma dall’alto significato spirituale che era stato salutato come un’occasione per affratellare popoli divisi dal conflitto in corso. Ieri pomeriggio, invece, a frenare tutto ci ha pensato l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede, con un tweet dell’ambasciatore Andrii Yurash: “L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede comprende e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze”. Una posizione inattesa che desta anche qualche imbarazzo oltretevere. Anche perché il testo della meditazione preparato per la XIII stazione era quanto di più adatto al momento che si sta vivendo: “La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. ‘Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?’. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”. Duro il commento dell’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, Sviatoslav Shevchuk: “Considero questa idea inopportuna e ambigua che non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l'Ucraina. Per i greco-cattolici dell'Ucraina, i testi e i gesti della XIII stazione di questa Via Crucis sono incomprensibili e persino offensivi, soprattutto in attesa del secondo, ancora più sanguinoso attacco delle truppe russe contro le nostre città e villaggi”. (mat.mat)

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/ 5890901, oppure ciccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT